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Mentre il Senato s’interroga sul recente passato di Finmeccanica chiedendo conto all’ad, Mauro Moretti, della vendita delle Ansaldo ad Hitachi, resta rivolto al futuro lo sguardo dei vertici del gruppo di piazza Montegrappa. Poco male se la notizia data in anteprima dall’ad ai senatori su una differenza positiva di circa 700 milioni di euro come risultato netto ordinario rispetto al 2013 non è stata sottolineata come forse meritava. E proprio guardando l’orizzonte è possibile cogliere alcuni aspetti dei piani di Finmeccanica.

Già nel corso dell’audizione, Moretti non ha mancato di citare il caso di Drs Technologies, la società americana comprata per 5,2 miliardi di dollari durante la gestione di Pierfrancesco Guarguaglini e rimasta sempre al centro di polemiche. La possibile vendita di questa controllata (contractor della Difesa Usa e di diverse agenzie di intelligence) non è affatto scontata. Il numero uno di Finmeccanica ha confermato l’interesse a valorizzare questa società o alcune sue attività e, se ce ne saranno le condizioni, a “rafforzarla industrialmente”. È ancora presto per anticipare le prossime mosse ma è evidente che il mercato della cybersecurity e dell’elettronica per la difesa (con i sistemi di ISR sempre più fondamentali) sarà quello che sicuramente crescerà maggiormente nei prossimi anni. Presidiarlo con Selex in Europa e Drs negli Stati Uniti potrebbe non essere una cattiva soluzione, secondo alcuni addetti ai lavori.

Va poi segnalato il consolidamento della relazione con il gruppo Lockheed Martin. Sembrano maturi i tempi per vedere un ritorno sul programma Meads, alimentato da Mbda (Germania e Italia) e dalla stessa Lockheed Martin. Il sistema avanzato di difesa missilistica potrebbe essere a breve adottato dai governi di Berlino e Varsavia, secondo alcune informazioni di settore. Un mercato stimato in circa 8/10 miliardi di dollari potrebbe aprirsi davanti a questa speciale Jv.

Tutt’altro che secondario per Piazza Monte Grappa è anche il rapporto con Boeing, che vale da solo investimenti per diversi miliardi di euro. Le relazioni con il gigante Usa registrano da tempo qualche tensione e ora richieste di chiarimenti, dovute ai ritardi produttivi di Alenia Aermacchi, impegnata nella produzione di alcune parti del 787 Dreamliner. Una situazione che Moretti e Finmeccanica vogliono invertire.

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