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“Preoccupazione per l’esautorazione del ruolo del Parlamento”. “Evidente incostituzionalità del provvedimento”. Ecco cosa pensa il magistrato Ferdinando Imposimato del decreto approvato negli scorsi giorni dal governo. L’esecutivo ha imposto alle dieci principali banche del settore di trasformarsi in società per azioni e dunque di superare l’assetto cooperativo e la regola del voto capitario (una testa, un voto) nelle assemblee degli azionisti.

LE QUIRINARIE

Un giudizio politicamente rilevante, quello di Imposimato, visto che il magistrato napoletano è oggi risultato primo con il 32% (16.653 voti) nelle cosiddette Quirinarie organizzate on line dal Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo. Secondo è arrivato Romano Prodi con il 20% (10.288 sì), terzo Nino Di Matteo con il 13% (6.693 placet). Le votazioni online per il candidato presidente della Repubblica del M5s si sono concluse alle 14. Hanno partecipato alla votazione 51.677 iscritti certificati.

IL VAGLIO PARLAMENTARE

Nei prossimi giorni il decreto del governo approderà nelle commissioni Finanze del Parlamento, dove vari movimenti e partiti stanno progettando emendamenti per modificare l’impianto del provvedimento. E la voce del Movimento 5 Stelle sarà con tutta probabilità determinante per l’esito finale dell’esame parlamentare visto che già dal centrodestra giungono posizioni contrarie al decreto Renzi.

LA LETTERA A GRASSO

Il magistrato di lungo corso, in una lettera datata 22 gennaio e indirizzata dal presidente supplente della Repubblica, Pietro Grasso, ha stigmatizzato metodo e merito del decreto approvato dal governo. “Desidero con la presente esprimerle la mia più viva preoccupazione – è scritto nella missiva di Imposimato che Formiche.net ha letto – per l’esautorazione del ruolo del Parlamento che si sta consumando in queste ore, in relazione alla recente iniziativa del governo finalizzata alla radicale trasformazione della natura delle banche popolari”.

LE CRITICHE DEL MAGISTRATO

“Appare evidente – continua Imposimato – la incostituzionalità del provvedimento in esame, non rientrando certamente l’intervento legislativo in parola tra quei casi straordinari di necessità e urgenza la cui ricorrenza, in base alla nostra Carta costituzionale (articolo 77), costituisce presupposto imprescindibile per il ricorso alla decretazione d’urgenza”. “Appare inoltre irragionevole – scrive infine il magistrato – ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione, la limitazione della possibilità di esercitare l’attività bancaria in forma cooperativa al non superamento di una determinata soglia dimensionale (come sarebbe stabilito dal novellato articolo 29 del Tub)”.

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