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Quello dei buoni pasto è un settore che fattura quasi 3 miliardi di euro l’anno, con circa 500 milioni di buoni in circolazione ed oltre 2,5 milioni di utilizzatori.
Fermo da 15 anni a una soglia di esenzione non al passo con i tempi, recentemente grazie ad un emendamento del Pd alla legge di Stabilità, il settore può essere soddisfatto di una novità: la commissione Bilancio della Camera ha elevato la soglia esentasse dei buoni pasto da 5,29 euro a 7 euro.
La copertura della misura che entrerà in vigore dal 1 luglio arriverà dalle risorse del ministero dell’Economia per circa 9 milioni nel 2015 che saliranno a circa 24 milioni nel 2016 e a quasi 25 per il 2017.

Gregorio Fogliani, presidente di QUI! Group, secondo player del settore con 25 anni di attività, commenta con Formiche.net la battaglia condotta per l’aumento della deducibilità dei buoni pasto ai fini fiscali, elenca i vantaggi per l’intera filiera e suggerisce al governo alcune ricette per far ripartire i consumi partendo dal welfare.

LE NOVITA’

Fogliani spiega così i vantaggi generalizzati provenienti dall’adozione di tale provvedimento:
“L’aumento della soglia esentasse a 7 euro permetterà finalmente alle aziende di assicurare ai lavoratori un pasto al passo con i tempi, non più garantito dai 5,29 euro in vigore negli ultimi 15 anni. Per i beneficiari invece l’aumento di 1,71 euro al giorno equivarrà a circa 400 euro all’anno in più di reddito netto disponibile per la spesa alimentare di ogni lavoratore, un bene di prima necessità. Vantaggi a cui bisogna aggiungere l’incremento che ne deriverebbe su tutta la filiera del food”, commenta il presidente di Qui! Group.

TRACCIABILITA’

Ma l’aumento sarà corrisposto solo per i buoni pasto forniti tramite una carta elettronica: “L’obiettivo della nuova misura è stimolare in modo canalizzato la spesa verso gli esercizi commerciali eliminando alcune aree di elusione ed evasione collegate ai tradizionali ticket cartacei attraverso la tracciabilità elettronica”, sottolinea Fogliani.

SUGGERIMENTI PER FAR RIPARTIRE I CONSUMI

L’idea che per far ripartire i consumi sia necessario fornire servizi ai lavoratori e non “contributi a pioggia”, per Fogliani è senz’altro importante per le aziende, ma dovrebbe essere anche al centro dell’azione del governo: “I famosi 80 euro del premier Renzi non hanno aumentato la spesa dei lavoratori, sui quali incombe sovente la paura di spendere e la tendenza al risparmio”.
“Sostituire i buoni pasto o altri i voucher aziendali con un equivalente aumento salariale genera un gettito fiscale complessivo nettamente inferiore”, afferma Fogliani spiegandone le ragioni: “L’aumentato potere di acquisto in seguito all’assegnazione di un buono pasto ha un vincolo di destinazione che risulta assente nel caso del salario”. Ma c’è di più: “Un altro effetto è legato all’incidenza fiscale sul costo del lavoro in caso di aumento salariale che, a parità di importo erogato, ha come effetto una minore liquidità disponibile in capo ai lavoratori”, commenta Fogliani.

WELFARE 2.0

Il welfare aziendale è un tema caro a QUI! Group, che ad oggi conta oltre 1300 dipendenti, con un’età media di 33 anni e un 70% di quote rosa.
“QUI! Group integra infatti la propria offerta core, quella dei buoni pasto, con una serie di titoli di servizio destinati ad innalzare il valore del benessere dei dipendenti di aziende e PA”, ha spiegato il presidente del Gruppo.
L’offerta del gruppo ingloba buoni acquisto, voucher scuola, buoni bebè, voucher mobilità e altre soluzioni basate su Card, Voucher, e-couponing ed altri innovativi servizi, per un totale di 100 milioni di buoni emessi nel 2013 e una previsione, per l’anno in corso, di 200 milioni di titoli.
Purtroppo – commenta Fogliani – sono ancora poche le aziende, soprattutto quelle più piccole, ad aver capito che il futuro passa dai servizi erogati ai lavoratori”.

Caro Renzi, ecco il segreto per far ripartire i consumi. Parla Fogliani (QUI! Group)

Quello dei buoni pasto è un settore che fattura quasi 3 miliardi di euro l’anno, con circa 500 milioni di buoni in circolazione ed oltre 2,5 milioni di utilizzatori. Fermo da 15 anni a una soglia di esenzione non al passo con i tempi, recentemente grazie ad un emendamento del Pd alla legge di Stabilità, il settore può essere soddisfatto…

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