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Todos somos americanos” (Siamo tutti americani), ha detto il presidente Barack Obama durante uno dei discorsi destinato a segnare i suoi due mandati alla Casa Bianca. Con una svolta storica, dopo oltre 50 anni, il capo di Stato ha annunciato il ripristino delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba.

La strada sarà tuttavia in salita, come ha annunciato lo stesso Obama, che ha spiegato che non ci saranno rivoluzioni, almeno nell’immediato.

La notizia, però, è di assoluto rilievo e per molti motivi. Innanzitutto perché ha consentito la liberazione del contractor americano Alan Gross, in prigione da 5 anni Cuba. E poi perché cambia radicalmente il destino dell’isola e con esso i rapporti tra Washington e l’America Latina.

Le relazioni tra Cuba e Stati Uniti saranno pienamente normalizzate solo quando sarà eliminato l’embargo, voto repubblicano permettendo. Ma non è detto che l’intesa non abbia riverberi a breve termine sulla policy di Washington, intenzionata a cambiare davvero i suoi rapporti con l’isola.

Un primo passo riguarderà la riapertura delle relazioni diplomatiche. Sarà rivista la designazione di Cuba come stato sponsor del terrorismo. E poi l’economia cubana si aprirà finalmente a nuovi flussi di denaro e investimenti. Le grandi compagnie americane sono già alla porta.

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