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Questo commento è stato pubblicato oggi su L’Arena di Verona, il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi

Si sa, tutte le strade portano a Roma. Ma nel caso dello sport una cosa è arrivarvi passando da Torino. E ogni riferimento alle splendidi Olimpiadi invernali del 2006 è voluto. L’altra è di giungere a Roma nuotando tra le piscine vuote, incomplete o inadatte rimaste dai Mondiali 2009.

Il successo o lo spreco, il saper far bene le cose o la solita inchiesta della magistratura costretta a “vederci chiaro” ad appuntamento finito: ecco il bivio che si presenta, oggi, alla politica, mentre si profila la grande opportunità di candidare la capitale, che già organizzò le Olimpiadi nel 1960, al bis nel 2024.

E’ un gran bel sogno. Ma i patti devono essere molto chiari, e subito, per esempio già prevedendo, com’è stato fatto per l’Expo a Milano l’anno prossimo, un’Autorità in grado di controllare conti, procedure e lavori in calendario anche prima e durante l’organizzazione dell’appuntamento, non soltanto “a babbo morto”.

Perché stavolta i cittadini non tollererebbero ingenti investimenti pubblici e privati, quali un’Olimpiade sempre comporta, a fronte di sperperi e debiti fatali. Come l’Expo di Milano anche la possibile Olimpiade a Roma sarebbe una straordinaria vetrina internazionale per l’Italia, oltre che la meritata occasione che migliaia di atleti inseguono da una vita: far vedere e far valere in casa il talento, la disciplina e il sacrificio di cui sono capaci. Di cui siamo capaci, se si guarda al medagliere.

Nell’intera storia universale dei Giochi invernali ed estivi a partire dai primi dell’era moderna nel 1896 ad Atene, l’Italia è il quinto Paese al mondo ad aver conquistato il maggior numero di ori, argenti e bronzi. Dunque, l’evento è nelle nostre corde.

Le sportive e gli sportivi azzurri sono bravissimi. Ma guai a sporcare il sogno con pratiche che nulla c’entrano con podi e classifiche, e meno che mai con tecnici e famiglie che vivono di lavoro e di speranze (non di soldi, come nel calcio dei Vip). Guai a tradire i giovani, che hanno bisogno del buon esempio.

L’esempio del nuotatore che s’impegna e della politica con mani altrettanto pulite. L’esempio che l’Italia può di nuovo permettersi di fare le cose in grande, senza approfittatori di alto o basso livello. L’Olimpiade può essere un’opportunità anche per le istituzioni, se la candidatura italiana di Roma sarà, alla fine, votata: dimostrare che la classe dirigente nazionale e locale è all’altezza dei suoi atleti e della sua gente. Ma, come dicono gli astronauti, “sbagliare non è un’opzione”. Vale anche per i marziani della nostra politica.

f.guiglia@tiscali.it   

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