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Prima un bacio alla moglie Giovanna, poi gli occhi lucidi, commosso. Così Corrado Passera ha accolto l’applauso dell’assemblea fondativa di Italia Unica che lo ha acclamato presidente del partito. Un’elezione scontata, ma non per questo meno sentita.

GLI SLOGAN

L’acclamazione è giunta a valle di un discorso di circa quaranta minuti, nel corso dei quali Passera ha tratteggiato le caratteristiche del partito che oggi viene battezzato: “Un’organizzazione aperta ad altri mondi”, “il partito dei grandi ideali e delle soluzioni concrete”. Soprattutto, un partito di “persone perbene”, espressione che ricorre spesso nella narrazione fatta ai 300 dell’assemblea, fondatori e delegati delle 150 “porte” territoriali.

LE STOCCATE

La rivendicazione identitaria è forte, e non mancano le stoccate più o meno velate alle altre forze politiche. “Ci sono valori che altri menzionano solo, competenza, merito, trasparenza, onestà. Siamo qui per servire il nostro Paese, non per servircene come molti altri fanno”.

IL PARTITO

E Passera risponde anche a chi vede dietro il suo progetto l’ennesimo partito personale: “Noi saremo il partito della squadra, le persone singole al comando che si sentono uniche e indispensabili non servono a niente, servono quelle che sanno mettere insieme persone in gamba e maneggiare leader, noi lanceremo leader dappertutto. Circondarsi di camerieri e molto più facile”, e ognuno può facilmente indovinare a chi si stesse riferendo.

LE AMBIZIONI

Quanto alle prospettive di Italia Unica, il neoeletto presidente del partito non fatica a usare la parola maggioranza. “Diventeremo il partito della maggioranza di questo Paese – sono le sue parole – della maggioranza silenziata, di quelle persone perbene che non hanno casa politica e luogo di partecipazione. Oggi si può scegliere solo tra quattro populismi, noi saremo l’alternativa radicale”.

I RIFERIMENTI

Dopo la mattinata dedicata al partito, è l’ora della vera e propria convention e della proposta politica. L’hotel Rome Cavalieri si riempie di circa di oltre 2.000 ospiti, accolti da un lungo video che riassume in pochi minuti di immagini e musica una sorta di storia repubblicana che passa per Benigni, Pino Daniele, Samantha Cristoforetti, ma anche Andreotti, il pool di Mani Pulite e Napolitano, e si chiude con un lungo applauso sull’immagine di Sergio Mattarella.

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