Skip to main content

A settembre del 2013 l’ex Cav. ritirò dal Governo i ministri del Pdl. L’occasione formale fu l’aumento dell’Iva, quella reale  il tentativo, non riuscito, di bloccare il voto sulla sua decadenza dal Senato. Non bisogna infatti dimenticare che l’allora Pdl, la rinascita di Forza Italia avvenne a novembre, faceva parte della maggioranza del governo Letta che era stato voluto da Napolitano dopo il voto del 2013 che aveva sancito un sostanziale pareggio fra centrosinistra e centrodestra. La decisione  di Berlusconi, presa come al solito in perfetta solitudine, portò alla nascita del NCD di Alfano che non condivise la scelta. La ragione era semplice. Il Paese stava vivendo una crisi profonda e sarebbe stato da irresponsabili far cadere quel governo di larghe intese che era nato proprio come una soluzione di emergenza di fronte ai problemi del Paese.  Il gruppo di deputati del Pdl che condivise la scelta di Alfano era da tale da mantenere la maggioranza a Letta che infatti continuò  a governare fino a quando non fu il PD a togliergli la fiducia perché nel frattempo Renzi aveva vinto le primarie, era diventato segretario e voleva governare. Il governo Renzi, siamo all’inizio del 2014, aveva la stessa base parlamentare di Letta. NCD al governo, Forza Italia all’opposizione. Da quel momento iniziò una forte campagna di Berlusconi per delegittimare Alfano e l’NCD. “Mai con chi sostiene la sinistra”, “Traditori”, “Mi avete pugnalato nel momento in cui ero più debole” queste le frasi che da allora e fino ad ieri, e quindi per quasi un anno, hanno costituito il motivo conduttore delle parole di Berlusconi e dei suoi accoliti nei confronti di NCD. Questo martellamento verbale è stato poi accompagnato da un’azione parallela tesa ad instaurare un rapporto, al centro e in periferia, con il PD di Renzi, sotto la copertura del Patto del Nazareno. Oggi il contrordine compagni. NCD ritorna amico, non è più un “traditore”, anzi insieme a lui bisogna sostenere una posizione comune per eleggere un Presidente della Repubblica che non sia di sinistra. Tutto bene. La politica, si sa, è l’arte del possibile e quindi ben venga questa svolta per raggiungere un obiettivo che non può che essere comune. Solo che Forza Italia è andata oltre e, a fronte di una divisione del PD sulla legge elettorale, in Senato ha sostituito con i suoi senatori i voti dei dissidenti pur non condividendo del tutto  i contenuti di quel provvedimento. Di fatto è nata una nuova maggioranza, la stessa che sosteneva il governo Letta. L’episodio non è stato fortuito ma preparato a tavolino e si ripeterà tutte le volte che ce ne sarà bisogno. Insomma Forza Italia, partito di opposizione, aveva l’occasione per far cadere un governo al quale dice di opporsi e non l’ha fatto, contribuendo anzi in modo determinante a sostenerlo. Se questo non è un comportamento da forza di maggioranza, qualcuno deve spiegarci in cosa consiste essere parte di una maggioranza. Ma lasciamo stare. Anche noi abbiamo sempre sostenuto che era stato da irresponsabili far mancare a Letta l’ampia maggioranza di partenza, e quindi non possiamo che salutare con soddisfazione il comportamento di oggi di Forza Italia che, nei fatti, dà ragione alla scelta che allora fu fatta dalla pattuglia di Alfano. Solo vorremmo che ci fosse, da parte di Forza Italia, un minimo di onestà intellettuale nel riconoscere l’errore che fu fatto nel far cadere Letta e che ci fosse altrettanta onestà per chiedere scusa per le accuse di “tradimento” rivolte allora a chi non condivise l’atteggiamento di Berlusconi. Se questo non accadrà, e ovviamente non accadrà, sarà la dimostrazione più lampante di come la posizione di oggi, come del resto quella di ieri, sia solo strumentale.

 

Amici o traditori?

A settembre del 2013 l’ex Cav. ritirò dal Governo i ministri del Pdl. L’occasione formale fu l’aumento dell’Iva, quella reale  il tentativo, non riuscito, di bloccare il voto sulla sua decadenza dal Senato. Non bisogna infatti dimenticare che l’allora Pdl, la rinascita di Forza Italia avvenne a novembre, faceva parte della maggioranza del governo Letta che era stato voluto da…

Banco Popolare, Bper, Ubi. Tutti gli attriti fra Renzi e banchieri popolari

Ubi, Bpm, Banco Popolare, Bper, Veneto Banca. Il campione di banche popolari contattate da Formiche.net all’indomani del blitz di Matteo Renzi che le costringerà a diventare spa nel giro di un anno e mezzo ha risposto un secco "no comment". Nessuno ha alcunché da commentare al momento. Forse la ferita è troppo fresca ed è meglio rifletterci su. E mentre…

I tre moschettieri (Finestra con vista... sul Quirinale)

Oggi cosa si vede nella nebbia fitta che circonda le manovre per il Quirinale? Cominciamo con i candidati che abbiano uno standing di relazioni internazionali: abbiamo Prodi, D’Alema, Amato e Casini. Questi quattro contemperano relazioni internazionali e ruoli istituzionali ricoperti nella vita del paese. La rosa è di quattro nomi ma due, Prodi e D’Alema, non sono forse graditissimi ai contraenti…

Perché Saccomanni borbotta su Draghi, Juncker e Merkel

Italia e Germania devono superare pregiudizi e diffidenze radicati per promuovere la rinascita economico-sociale di un Vecchio Continente in preda alla stagnazione economica prolungata. È il messaggio lanciato dal “Dialogo italo-tedesco sul futuro dell’Europa”, promosso da Istituto Affari Internazionali e Institut für Europäische Politik alla Residenza Ripetta di Roma. Le sfide molteplici dell’Unione Europea Un’iniziativa che vede prevalere le ragioni…

npl

Quando scoppia la bomba derivati?

Le polemiche roventi causate dal decreto legge in materia di fisco adottato lo scorso 24 dicembre dal governo hanno indotto Renzi a rinviare il testo al Consiglio dei Ministri del 20 febbraio per trasmetterlo poi alle competenti commissioni parlamentari. Purtroppo le polemiche sul famoso 3% di franchigia dalle sanzioni penali delle evasioni fiscali rischiano di coprire altri aspetti e provvedimenti…

I tormenti di Mario Monti in Senato al seguito di Napolitano

E’ passato più di un anno da quando Mario Monti ha lasciato Scelta Civica. La scintilla fu determinata da contrasti sulla legge di stabilità del governo Letta, ma il divorzio era nell’aria già da tempo. A Palazzo Madama, però, l’ex premier è ancora iscritto al gruppo del suo ex partito. Così, quando nei giorni scorsi si è avuta notizia dell’iscrizione…

Perché il calo del petrolio e dell'euro non saranno un Viagra per l'Italia

Negli ultimi sei mesi il cambio dell'euro si è deprezzato quasi del 15% verso il dollaro. L'accelerazione è stata particolarmente forte nelle ultime settimane quando la moneta unica è scesa in area 1,15 dollari per un euro. L'aggiustamento non pare concluso, perché il cambio target è quello della parità già nei prossimi mesi. Significa che la moneta unica può deprezzarsi…

Lo shopping di Draghi? Meglio tardi che mai. L'analisi di De Nardis (Nomisma)

A fronte dell’ulteriore scivolamento delle aspettative di inflazione indotto dalla caduta del petrolio, la Bce rompe gli indugi e lancia il Qe confermando le attese della vigilia. Una prima valutazione a caldo può riguardare tre aspetti: dimensione, comunicazione, condivisione del rischio. I NUMERI Per la dimensione, l’iniezione preannunciata è per ora di circa 1.150 miliardi (60 al mese in 19 mesi). E’ adeguata? Difficile…

Che cosa pensa Telecom delle mire cinesi su Sparkle

"Fantasie prive di fondamento". Ha risposto così il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, dal World Economic Forum di Davos, alla domanda sull'interesse di un fondo d'investimento cinese per l'acquisizione della controllata Sparkle, riportata ieri da La Repubblica. Una "plateale bufala", spiegano a Formiche.net ambienti del gruppo, tanto da non richiedere da parte di Consob neppure una smentita ufficiale, aggiungono alcuni addetti ai…

×

Iscriviti alla newsletter