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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

È vero, siamo vecchi, ma tra 30 anni anche Renzi sarà rottamato da qualche suo epigono, sempre che ci arrivi, il Nostro, ai 70 anni.

Infatti, in Italia, dopo il successo arriva l’oblio, sempre che all’oblio ci si arrivi. Chi tocca i fili, muore. Chi tocca le regole sul lavoro, spesso viene colpito da saette ( maledizioni, come è successo alla Fornero) o da qualche pallottola vagante. No, non stiamo facendo i Tiresia di turno. No, ricordiamo solo il recente passato.
Ovvio, sempre ammesso che R. passi dalle battute ai fatti concreti. Sempre ammesso che il testo finale sul job act abbia un costrutto e non sia un ennesimo compromesso, come quello sul Senato, sulla legge elettorale, sulle Province e sulla riforma della P.A.

Renzi non ha oppositori. Ebbene faccia! Ma faccia e cambi le regole in modo chiaro, senza bizantinismi e mezze misure. Perché? Perché sui fatti sarà giudicato, non sulle promesse, confuse e popolari. Sui fatti. Ed i fatti, finora, gli danno torto.

Non lo diciamo noi, lo dice l’andamento dell’economia. Ce lo dicono i rimbrotti della Merkel. Ce lo dice il vuoto assoluto del semestre a presidenza italica, che sta scivolando via senza una realizzazione che sia una.

Renzi si è comprato il consenso europeo con i soldi nostri, di noi – ex ceto medio – che siamo stati e siamo massacrati dai tagli pensionistici di Tremonti, Monti e Letta. Di Noi, pubblici dipendenti, che abbiamo regalato allo stato quattro – dicesi 4 – contratti pubblici triennali. Di noi, dirigenti della P.A., che siamo da 6 anni additati al pubblico ludibrio. Tutti, quelli che se lo meritano e quelli che fanno il loro dovere. Quelli nominati per “grazia politica” e quelli vincitori di un concorso serio. Quelli proni davanti al potere di turno (oggi, il renzismo) e quelli con la schiena dritta.

Ora, Renzi vorrebbe mantenere il facile consenso mettendoci in tasca quei soldi che già sono nostri: i denari che, da sempre, destiniamo alla fase post-lavorativa della nostra vita. I nostri risparmi obbligati, quelli del TFS o del TFR.

Prima, ci hanno detto di impiegarli per una pensione integrativa, che aiutasse la sostanza della pensione principale. Ci hanno rotto le scatole, per anni con la storia della pensione integrativa, minacciandoci, adulandoci, rimbrottandoci…

Ed ora? Ora i geniali esperti di Renzi hanno risolto il problema enorme della deflazione con un nuovo giochino.
Dopo gli 80 euro, attentano alla nostra “musina”, termine dialettale veneto che significa salvadanaio.
Capite? Da bambini, ci hanno regalato un salvadanaio e ci hanno insegnato a risparmiare parte delle mancette,  per i tempi bui, che potevano arrivare.

Ora, Renzi imperante, vorrebbero che Noi spendessimo in anticipo i denari che – da brave formichine – abbiamo messo via (volenti o nolenti) per quando saremo vecchi. Vorrebbero rompere le nostre musine, vorrebbero costringerci a non pensare al futuro.

Questa è l’economia renziana: rubare ad alcuni per aiutare i propri elettori; usare i soldi nostri per farsi bello, con la promessa (sic) che così ripartirà l’economia.

Il gioco non riuscirà, perché non lo permetteremo. Perché il gioco riuscisse, dovrebbero rimettere in funzione la Rupe Tarpeia, da cui gettare quei maledetti vecchiacci, che sono – per questi giovincelli e giovincelle col tacco quindici – gli unici responsabili dell’abissale debito pubblico…

Via i vecchi, risolto il problema INPS, risolto il debito italico.

Caro Renzi, chi la fa l’aspetti… Veneziani e Turchi punivano i “ladri pubblici” con l’impalamento. A Lei, cosa toccherà?

Tutte le magie di Matteo Renzi

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