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Per tre anni è stato alla ricerca di opportunità di investimento in Russia ma invano. Oggi l’investitore finanziario americano Blackstone si allontana dal Paese, all’indomani dell’accelerata sulle sanzioni. Ecco una mappa aggiornata su ciò che accade alla voce “finanza e petrolio“.

PASSO INDIETRO
La società di investimento ha scelto di non rinnovare i contratti dei suoi consulenti in Russia, così come riportato dal Financial Times. Il motivo? Nessuna opportunità di investimento adeguata. Solo tre anni fa il co-fondatore Stephen Schwarzman, tramite il comitato consultivo internazionale, ha avvicinato la russa Investment Fund. L’idea era quella di ottenere in cinque anni 10 miliardi dollari dal governo russo. Da allora Blackstone ha mantenuto solo ufficio privato in Russia, ma di affari a quanto pare nessuno.

SANZIONI
All’indomani del divieto russo sulle importazioni alimentari in risposta ai provvedimenti finanziari targati Usa-Ue, ecco che molte sono state le aziende occidentali a non poter più investire nel Paese. Ma la finanza si intreccia con il petrolio e con tutte quelle attività estrattive che sono parte integrante del panorama economico russo. Altra “vittima” delle sanzioni contro Mosca è l’americana Exxon.

EXXON
Il colosso russo Rosneft ha fermato lo sviluppo petrolifero sulla penisola artica in connessione con le sanzioni che l’Unione europea ha imposto alla stessa Rosneft e ad altre società russe. Exxon e Rosneft avevano un accordo per progetti petroliferi comuni. Forbes due settimane fa ha scritto che Exxon è la voce più importante in materia di petrolio e gas nel Paese ed è improbabile che gli Stati Uniti e l’Europa giocheranno duro con l’energia russa. Ma se le sanzioni peggioreranno a pagarne le conseguenze non sarà solo Putin (quindi il suo più fidato alleato Sechin) ma proprio la Exxon.

SCENARI
Un futuro senza petrolio? Le sanzioni hanno avuto un preciso impatto su tutte le principali compagnie petrolifere e del gas della Russia. Ciò interesserà quasi tutte le aziende attive su progetti in questo settore, tranne forse i progetti nel Caspio di Lukoil che non è formalmente sottoposta alle sanzioni (ma per quanto?). Il procedimento per sostituire la tecnologia e gli appaltatori occidentali in Russia sarà difficile e costoso, dicono gli esperti, ma il governo ha già promesso di concedere denari provenienti dal Fondo nazionale di previdenza.

PETROLIO
Nella maggior parte delle sanzioni, colpita è la Rosneft, che opera in 44 zone off-shore con riserve di 42 miliardi di tonnellate di petrolio. La società già ha avviato i progetti esecutivi per 23 di loro. Nel 2011 Rosneft ha firmato un accordo con ExxonMobil per lavori nel Mare di Kara, così come la Tuapse Trough nel Mar Nero e nel 2013 l’azienda ha accettato di lavorare insieme per altri sette siti nell’Artico. Le aziende stanno collaborando in un progetto denominato Triz in Siberia occidentale. Secondo Bloomberg ExxonMobil (che ha annunciato il rispetto di tutti i requisiti delle autorità statunitensi) può sospendere le esplorazioni dei pozzi nel Mare di Kara. Ma Rosneft, secondo i termini pattuiti, dovrebbe ottenere un indennizzo per l’esplorazione fino a 3,2 miliardi di dollari.

UNIVERSITETSKAYA
Il sito Universitetskaya estende su una superficie di 1200 mila km. Le sue risorse rappresentano oltre 1,3 miliardi di tonnellate di petrolio. L’intera base di risorse delle tre aree è stimato in 87 miliardi di barili o 13 miliardi di tonnellate di petrolio. Secondo gli esperti il ​​volume delle risorse nel Kara Sea è superiore alle risorse di petrolio e gas presenti nel Golfo del Messico, nel bacino brasiliano, in quello dell’Alaska e del Canada, e sarà paragonabile alla base di risorse presenti in Arabia Saudita.

LUKOIL
E’l’unica società privata che opera nel Mar Caspio dove le riserve totali sono di circa 630 milioni di tonnellate di petrolio. Nel 2014 ha stipulato un accordo per lo sviluppo di Triz in Siberia occidentale con la francese Total. Ma secondo alcune fonti russe le sanzioni non potranno toccare quei progetti dal momento che sono già stati firmati contratti importanti.

TRIZ
Si tratta di un progetto da realizzare con la anglo-olandese Shell (JV Salym Petroleum Development). Gazprom Neft-Khantos ha ricevuto una licenza per lo studio del settore Priobskoe. Inoltre all’inizio di quest’anno Gazprom Neft e l’americana Schlumberger hanno accettato di collaborare proprio nel settore di Triz. Anche perché la Russia è fortemente dipendente da fornitori USA, UE e Giappone circa le attrezzature per i sistemi di controllo remoto, automazione, comunicazione, geofisica e studi sismici.

COLPITI
Il pacchetto di nuove sanzioni influenzerà le compagnie petrolifere di Stato russe con un fatturato di oltre 1 trilione di rubli. Quindi Tula Arms Plant, Rosneft, Transneft e Gazprom Neft, così come un certo numero di grandi imprese della difesa, tra cui Kalashnikov e JSC. Nella lista nera dell’UE altre 24 persone, compresi i rappresentanti della Repubblica di Crimea, la dirigenza dell’autoproclamata Ucraina Donetsk Popular Republic, politici e uomini d’affari russi.

NOMI
In particolare le sanzioni USA-UE hanno colpito il ceo della società Rosteh Alexander Zaharchenko, 11 deputati della Duma di Stato, tra cui il leader del Partito Liberal Democratico di Vladimir Zhirinovsky, il vice presidente della Duma Igor Lebedev (LDPR), Ivan Melnikov (CPRF) Nikolai Levichev (“Russia Giusta”), così come il capo della fazione “Russia Unita” Vladimir Vasilyev, un membro della commissione della Duma per gli affari internazionali Alexander Babakov (“Russia Unita”), un membro della commissione difesa, Viktor Vodolatsky (“Russia Unita”), i vice presidenti della Commissione per gli affari esteri Leonid Kalashnikov (CPRF) e Svetlana Zhurova (“Russia Unita”), il primo vice presidente della commissione per gli affari della CSI Vladimir Nikitin (CPRF) e Oleg Lebedev (“Russia Unita”).

twitter@FDepalo

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