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Il Ministero della Difesa giapponese è pronto ad una richiesta record di finanziamenti: 5mila miliardi di yen come fondo per il bilancio 2015. Se approvato dal gabinetto governativo, segnerebbe un aumento del 3,5 per cento rispetto all’anno in corso. Il ministero spera di migliorare la capacità delle Forze di Difesa del Giappone, per la difesa di “territori remoti”.

COSA ACQUISTARE
La richiesta di bilancio riguarderà la creazione di una forza anfibia, tra cui nuove navi d’assalto anfibie e l’acquisto di sei F-35 caccia stealth e 20 P-1. La notizia è altamente significativa dal momento che da un mese a questa parte Tokyo non è più un Paese ultrapacifista. Infatti lo scorso 1 luglio la maggioranza parlamentare ha dato il nulla osta all’approvazione di una modifica interpretativa delle norme costituzionali: da questo momento è ammessa per le Forze armate la cosiddetta “difesa collettiva” in alcune circostanze. Nella sostanza la difesa nipponica potrà attaccare anche per difendere alleati sotto attacco e non più solo in risposta ad un eventuale attacco esterno.

CONGIUNTURA
La richiesta sarà annunciata ufficialmente il prossimo 29 agosto e giunge in un momento caratterizzato da una congiuntura estremamente delicata. Numerose e continue infatti sono le tensioni con la Cina, la Corea del Sud e Russia su una serie di dispute territoriali marittime.

STRATEGIA
Ecco che la richiesta del mega finanziamento è parte integrante di una precisa strategia che riguarda la sicurezza e la difesa giapponese, iniziata con la programmazione di un simposio internazionale per le esportazioni belliche, che si terrà fra tre settimane in Giappone. Sarà l’occasione per scoprire le carte di Tokyo sulle nuove direttrici di diffusione a macchia d’olio delle tecnologie militari ai cosiddetti Paesi dell’area ASEAN, così come hanno confermato ai media locali fonti del governo.

SIMPOSIO
Sarà il primo incontro formale tra il Giappone e l’Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico per discutere a pieno titolo in merito a tali esportazioni, alla presenza del primo ministro giapponese Shinzo Abe che lo scorso aprile aveva deciso di alleggerire le restrizioni sulle esportazioni di armi. Durante il seminario a Tokyo, il governo prevede di discutere di come migliorare le capacità di difesa delle nazioni dell’ASEAN in vista di una potenziale forma di concorrenza con Pechino, anche grazie all’industria bellica giapponese.

PERCHE’
Il governo ritiene questo passo strategico in quanto alcuni paesi ASEAN sono impegnati in dispute territoriali con la Cina nel Mar Cinese Meridionale. Per cui i funzionari giapponesi spiegheranno come una nuova politica di equipaggiamenti per la difesa delle esportazioni di Tokyo ha sostituito, nei fatti, un embargo di quasi mezzo secolo sulle esportazioni di armi. Le nuove regole consentiranno di esportare equipaggiamenti per la difesa e tecnologia giapponese, anche se i nipponici hanno già concluso pre-accordi di trasferimento di attrezzature militari con gli Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia a cui andranno aggiunti quelli auspicati con i Paesi ASEAN come Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam.

REAZIONE
Pechino non ha reagito bene all’accelerata di Tokyio. Il programma di difesa nazionale ha provocato una reazione negativa da parte della Cina, che la legge come una rinascita del militarismo giapponese. Ma se da un lato la nuova strategia giapponese si allontana dai residui della Guerra fredda, quando il nemico più importante era a Mosca, ecco che nel mirino finiscono realtà come Cina e Corea del Nord. E lo fa aumentando i proprio numeri: i sottomarini passano da 16 a 22, i cacciatorpedinieri con il sistema antimissile americano “AEGIS” da 6 a 8, i caccia da 260 a 280.

twitter@FDepalo

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