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Prendo in prestito il titolo del celeberrimo libro del 1971 di Roberto Vacca, una delle più raffinate menti italiane, per constatare amaramente che ci stiamo realmente dirigendo verso un nuovo Medioevo. La principale responsabile di questa vera e propria involuzione è la deriva che ormai da anni ha assunto la conduzione dell’Europa e in particolare dell’unione monetaria, ben distante dai presupposti e promesse iniziali dei Padri Fondatori.

Chiariamo subito che l’euro è figlio di un concepimento avvenuto molti anni addietro con finalità molto precise (vedasi articolo su formiche.net), ma che è riuscito a venire alla luce solamente per placare i timori della Francia nei confronti della riunificazione tedesca. Un baratto in piena regola: il nulla osta concesso dalla potenza vincitrice Francia in cambio di una più forte integrazione economica, che passasse anche dalla condivisione di una moneta, per evitare una volta per tutte le “esuberanze” di una nazione che ritornava unita e “pericolosa” come mai. Il marco, simbolo del riscatto, stava alla Germania come l’armamento nucleare nell’arsenale francese e l’euro sarebbe stato il miglior modo per “disinnescare” le paure verso gli storici pericoli che avevano dilaniato il Continente europeo per secoli. Una mezzo tecnico per mettere sotto tutela la forza economica della Germania e illudersi di garantire un lungo e prosperoso periodo di crescita e di pace.

Decisioni prese essenzialmente da due personaggi: Mitterand e Kohl, con marginale staffetta Chirac-Schröder e la quasi latitanza di tutti gli altri dalla stanza dei bottoni, ad iniziare dal nostro. Basti pensare che nel periodo dalla caduta del Muro al giorno in cui abbiamo avuto materialmente in tasca l’euro, mentre in Francia e Germania governavano con la G maiuscola i personaggi sopra elencati, in Italia si alternavano ben 17 Presidenti del Consiglio di tutte le coalizioni e colori possibili in un clima dilaniato e lacerato dal terrorismo e dagli scandali di tangentopoli. Il ricorso al vincolo esterno rappresentò pertanto, per la maggioranza della classe politica dirigente italiana, l’unica ancora di salvezza per le sorti future del Paese, rivelandosi invece il più micidiale dei cappi al collo per l’economia domestica e per la dignità stessa dei cittadini.

Il direttorio instaurato di fatto dagli azionisti di maggioranza Germania e Francia, costruì l’unione monetaria affidandola ai rigidi dogmi del modello economico teutonico, non percependo che se tali regole avevano permesso la resurrezione tedesca, non sarebbero state facilmente “esportabili” e tantomeno replicabili in altre economie continentali profondamente diverse.

L’assoluta cecità e presunzione nel non voler ammettere che l’euro è stato nient’altro che un matrimonio d’interesse finito male, la gestione economica dell’Unione Europea si è accanita sempre più verso il rispetto delle regole fino a introdurre piloti automatici sofisticati che vincolassero gli Stati membri agli impegni assunti.

Ma il pericolo maggiore, che forse ancora sfugge alla maggioranza dei cittadini europei, risiede non tanto nell’incapacità manifesta delle istituzioni europee nel proporre ricette tecniche valide e sostenibili e nell’inefficacia ormai di tutti gli stimoli monetari a disposizione della BCE, ma nell’aver più o meno inconsapevolmente ceduto gli strumenti di tutela, previsti dai più elementari principii di democrazia, a degli organismi non eletti, autoreferenziali e oligarchici.

I cittadini europei stanno in questo modo progressivamente perdendo ogni forma di garanzia democratica, non potendo più interferire nelle scelte che li riguardano. La c.d. Troika è riuscita ad avocare a se ogni forma di determinazione, estraniando sempre più la possibilità di correggere, per mezzo del suffragio universale, le scellerate politiche economiche a favore di pochi e a svantaggio di molti. Proprio per questo ci aspetta un nuovo Medioevo nel nostro futuro, dove l’individuo non sarà più inteso come cittadino al centro dell’attenzione e su cui deve gravitare ogni cosa, ma un semplice suddito destinato a compiere automaticamente decisioni prese nell’interesse specifico di qualcuno senza possibilità di interferire, essendo considerato solo un soggetto fiscalmente attivo per sostenere una moneta che non è al servizio dell’economia reale, ma che invece la condiziona a senso unico.

In questa visione s’inquadrano i sempre più ripetuti appelli alla cessione di Sovranità degli Stati a favore della Troika, quest’ultima ben consapevole che non ha nel suo arco più frecce da spendere per la sostenibilità di un progetto nato male e condotto ancor peggio.

Era questa l’Europa che ci era stata promessa e a cui aspiravamo ed è questo quello che ora noi vogliamo? Per salvare l’Europa e non cadere in un prossimo Medioevo a cui non basteranno centinaia di anni per uscirne, riprendiamoci al più presto le chiavi di casa e i nostri sacrosanti diritti di cittadini liberi che aspirano alla convivenza democratica e pacifica per il proprio bene e quello dei propri figli!

Come evitare il Medioevo prossimo venturo

Prendo in prestito il titolo del celeberrimo libro del 1971 di Roberto Vacca, una delle più raffinate menti italiane, per constatare amaramente che ci stiamo realmente dirigendo verso un nuovo Medioevo. La principale responsabile di questa vera e propria involuzione è la deriva che ormai da anni ha assunto la conduzione dell’Europa e in particolare dell’unione monetaria, ben distante dai…

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