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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La chiusura dello storico quotidiano “L’Unità “, espressione della sinistra italiana, non è solo conseguenza della crisi editoriale che investe anche il nostro Paese. Piuttosto è l’indice di una metamorfosi che si sta compiendo a sinistra a causa dell’effetto Renzi.

I popolari italiani (Ncd, Udc, Pi) stiano attenti. Se non si pongono immediatamente l’obiettivo di essere un unico riferimento con proprie originali proposte del ceto medio liberale, cattolico, laico, riformista e moderato allo stesso tempo, prima o poi troveranno lo spazio occupato dal segretario del Pd con obiettivi autoritari capaci di parlare alla pancia di chi attende l’uomo forte in grado di rilanciare il Paese.

Illusione questa che la nostra storia ha già conosciuto con conseguenze disastrose per la democrazia. Da irriducibile democristiano ho sempre combattuto il Pci nel corso della mia esperienza politica di consigliere comunale di Roma e di vicepresidente-assessore della Regione Lazio, pur rispettando le posizioni di questo partito.

Oggi rimpiango quei dibattiti ideali che non avrebbero nulla a che fare con quelli odierni rappresentati da finti comunisti con passato di finti democristiani che si battono solo per realizzare un potere senza controllo sempre più distante dai cittadini. Il tutto mascherato da un giovanilismo di facciata, una cinica determinazione da parte di chi dichiara di lavorare per l’ammodernamento del Paese ma in realtà  soddisfa solo disegni egemonici personali.

Per fare tutto questo Renzi ha rottamato in un sol colpo la classe dirigente del Pd che pure annovera personalità  di livello; stravolge con determinazione la Costituzione riducendo gli spazi di partecipazione democratica dei cittadini; si allea in modo disinvolto con il Caimano (così è stato definito Berlusconi dalla sinistra stessa); imbavaglia con arroganza il suo partito d’appartenenza; lascia morire l’ultima icona della sinistra italiana, “L’Unità “, senza un minimo di rimpianto.

Verrebbe voglia di dire: “Aridatece Baffone”. Ma non lo diremo per evitare che qualcuno strumentalmente pensi che siamo noi la vera sinistra. Invece, siamo solo persone che apprezzano gli avversari quando sono reali e non camaleonti o, peggio, dei Giuda, dei Caino, dei Bruto. Più che per un giudizio morale, perchè non ci fidiamo di loro.

Potito Salatto

* vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia

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