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Hamas nasconde un arsenale in una scuola delle Nazioni Unite a Gaza, e non una parola di condanna da parte del nostro Ministro degli Esteri Federica Mogherini, in questi giorni in missione in Medio Oriente a collezionare photo-opportunity per il proprio CV e invocare un cessate il fuoco – e non si capisce bene a chi, il nostro Ministro chieda di cessare le ostilità.

L’Egitto aveva codificato l’accordo per una tregua immediata. Il Presidente dell’Autorità Palestinese, Abbas, l’aveva accettato. Israele l’aveva accettato. Hamas no, e ha continuato a tirare razzi su obiettivi civili israeliani – perché per Hamas l’obiettivo non è la pace, non è la libertà né la prosperità dei palestinesi: è la distruzione dello Stato di Israele.

Dal Ministro degli Esteri Italiano nessuna condanna. L’Italia, evidentemente, considera le parti in conflitto eguali. Per l’Italia, Israele è come Hamas. Hamas che nasconde le armi tra le case dei civili, che fa arricchire i capi dell’organizzazione con i traffici illegali attraverso i tunnel con l’Egitto – mentre la popolazione muore di fame; Hamas che con i soldi che la comunità internazionale destina alla popolazione di Gaza non costruisce né infrastrutture, né case, né scuole, né ospedali, né prosperità per i giovani palestinesi, ma ville per sé, e conti in banca milionari, e razzi da lanciare contro le popolazioni civili israeliane perché la tensione sulla Striscia resti alta, e perché Israele sia costretto a rispondere, e perché la risposta di Israele possa essere usata per aizzare la rabbia degli stessi, ormai tramortiti, abitanti di Gaza, e così mantenere in vita la guerra – la morte dei palestinesi. Hamas che costruisce tunnel sotterranei sotto le case degli abitanti di Gaza, facendo dei bambini, delle donne, dei giovani uomini ridotti alla fame, degli scudi umani per il proprio esclusivo egocentrismo deviato: ecco, quell’Hamas, per il governo italiano, è uguale ad Israele.

Non un cenno, da parte della responsabile della nostra diplomazia, neppure sul missile che ha abbattuto un aereo civile transitato sui cieli dello spazio aereo di quella parte di Ucraina occupata dai separatisti filo-russi. Quella parte di Ucraina occupata militarmente grazie al supporto economico e bellico della Russia di Putin, lo stesso Putin dal quale la neo-designata Ministro Mogherini si è precipitata a presentare le proprie credenziali di ‘non disturbatrice’, contraria alle sanzioni, contraria ad una posizione di sostegno effettivo al governo filo-occidentale e democratico di Kiev al quale l’Europa tutta – la diplomazia europea, la stampa europea, gli intellettuali europei – hanno regalato un’inquietante silente indifferenza ‘neutralista’.

E abbiamo dovuto aspettare che quell’indifferenza la rompessero gli Stati Uniti, quelli del Presidente pacifista Obama che venerdì ha impartito a tutti noi europei una prova oggettiva di leadership morale. Ha rotto ogni cautela, Obama, e ha detto – papale papale – che la filiera dell’orrore che sta dietro l’attentato all’aereo malesiano porta dritto alla Russia di Putin che finanzia e arma l’opposizione militare illegittima al legittimo governo ucraino.

L’inchiesta internazionale che dovrà accertare la responsabilità dell’abbattimento dell’aereo non è ancora stata avviata. Ci sono indizi. Indizi con valore probante, ma pur sempre indizi. Nonostante questo, Obama non ha avuto paura. E non l’ha avuta prima di lui l’ex presidente Bill Clinton, che alla Cnn dello stesso pomeriggio di venerdì ha manifestato il proprio orrore e la propria inquietudine per un atto di guerra – abbattere un aereo questo è – nei cieli delle libera, democratica, pacifica Europa.

L’Ucraina è Europa, non uno spazio giuridicamente ed eticamente neutrale. L’Europa, la comunità comune, l’Unione europea di cui il governo italiano vuol aggiudicarsi la responsabilità di rappresentare la politica estera, è nata per garantire al continente la pace, stabile e duratura. Pace non vuol dire neutralità. Vuol dire il contrario: convinzione profonda e determinazione ad impedire aggressioni, minacce alla sicurezza delle popolazioni e violazioni arbitrarie dei confini nazionali.

Rappresentare i valori europei, essere all’altezza di quei valori, non significa emettere comunicati ecumenici che ignorano i torti degli aggressori e mortificano le ragioni degli aggrediti. Significa prendere una posizione, netta, che è quella del diritto internazionale, dei diritti sovrani dei paesi democratici. L’Ucraina è un paese sovrano e democratico, i ribelli separatisti non lo sono.

Israele è un paese sovrano e democratico, l’organizzazione terroristica Hamas non lo è.

Ripudiare la guerra, Ministro Mogherini e Presidente Renzi, significa impedire che terroristi e imperialisti riducano alla subordinazione popoli liberi, popoli amici: popoli che potremmo essere noi. Non prendere posizione non significa essere per la pace: significa essere complici degli aggressori. Chi aggredisce Israele ha in odio l’Occidente ed ha in odio anche noi. Chi si fa gioco del diritto internazionale ed occupa impunemente un pezzo di Europa, non vede limiti alla propria arroganza, e nel pezzo di Europa da occupare, un giorno, potremmo esserci anche noi. Se non per convinzione, quindi, fatelo almeno per l’interesse nazionale: condannate Putin, condannate Hamas.

@kuliscioff

Ucraina e Gaza, da che parte sta il governo italiano?

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