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Ross Douthat, fra i più seguiti editorialisti del New York Times, il quotidiano liberal con una tiratura media di oltre un milione di copie che detiene il primato negli Stati Uniti per il maggior numero di premi Pulitzer vinti, ha sconvolto il mondo conservative scatenando una polemica contro il “matrimonio” gay. Il giornalista americano, infatti, in una recente intervista, ha attaccato il noto scrittore Joseph Bottum, considerato un cattolico-conservatore, che, la scorsa estate, aveva squarciato la monoliticità degli opinion maker conservatives, pubblicando sulla rivista Commonweal un saggio polemicamente intitolato Le cose che condividiamo. Ragioni cattoliche a favore del matrimonio omosessuale.

 “LE NOZZE GAY? UN DONO DI DIO”

Nel pezzo, recentemente ripreso da il Foglio (cfr. “Le nozze gay un dono di Dio”, dice Bottum, cattolico conservatore, a cura di Mattia Ferraresi, in il Foglio quotidiano, 21 giugno 2014), Bottum ha sostenuto che non è più prudente per i cattolici americani opporsi al riconoscimento del matrimonio civile delle persone dello stesso sesso, sia perché tale opposizione è destinata ad essere una “causa persa”, sia perché gli unici argomenti validi contro il matrimonio omosessuale non hanno ormai alcun significato in una cultura essenzialmente “post-cristiana” come quella americana. Bottum, che nel passato e come direttore della rivista “teo-con” First Things si era sempre opposto pubblicamente al “matrimonio” omosessuale, ha suggellato il suo cambio radicale di rotta concludendo il suo saggio con una definizione delle nozze gay che ha lasciato molti esterrefatti: “un dono di Dio”.

NESSUNA “RESA PREVENTIVA” DELLA CHIESA

Nell’ultimo numero di Cultura&Identità. Rivista di studi conservatori, testata on line diretta da Oscar Sanguinetti (anno V, n. 5, Roma giugno 2014, pp. 49), nel quale è tradotta integralmente l’intervista a Ross Douthat (tratta da Commonweal Magazine. A Review of religion, politics & culture, New York 13 giugno 2014), quest’ultimo afferma a chiare lettere che «la resa preventiva» che Bottum ha proposto sul “matrimonio” omosessuale” «non pare proprio la risposta giusta» a tale rilevante problema (p. 44).

«Il punto è questo – spiega Douthat –: se i cattolici devono continuare a competere nello spazio pubblico americano, se devono scegliere la partecipazione attiva piuttosto che pensare a catacombe e a scialuppe di salvataggio, allora devono avere qualcosa da dire agli americani sulle questioni dibattute oggi in America… E, in una cultura sempre più libertina, atomizzata e post-familistica, una parte di ciò che la Chiesa ha da dire non può non toccare la sessualità» (p. 44).

Anche secondo Sanguinetti, che è ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e direttore dell’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale (ISIIN), negli Stati Uniti di Obama, «Davanti alla disparità delle forze in campo – da una parte miliardari con il pallino abortista o eutanasico o omofilo e dall’altra sparuti gruppi che si autofinanziano», si  sta assistendo fra i cattolici ad una pericolosa «tentazione di abbandonare il fronte, ripiegarsi su sé stessi e, se del caso, deviare l’azione ecclesiale verso mete in sé meno diametralmente contrapposte con l’etica secolaristica e ostile alla vita della modernità radicale trionfante» (p. 42).

IL MESSAGGIO DELLA CHIESA AIUTA L’AMERICA”

Il messaggio della Chiesa sul matrimonio e la sessualità umana, piuttosto, afferma Douthat, sta «aiutando la nostra cultura a rafforzare il periclitante legame fra sesso, monogamia, generazione e matrimonio. […] Penso che un serio sguardo alle tendenze che hanno accompagnato l’avanzata del matrimonio gay, alle argomentazioni giuridiche dispiegate in suo favore, alla nozione evolutiva di matrimonio che lo ha fatto sembrare cosa sensata, e alla direzione presa dal dibattito sulle questioni a esso connesse – dalla poligamia alla maternità surrogata -, tutti questi fatti dovrebbero gettare seri dubbi sull’idea che la Chiesa possa in qualche modo includere le nozze fra persone dello stesso sesso nella sua visione del matrimonio senza trasformare radicalmente tale visione» (p. 44).

E, per questo, contraddicendo infine la tesi di Bottum per i vescovi americani, così conclude la sua disamina l’editorialista del New York Times: «Che ci starebbe a fare la Chiesa nell’agone pubblico se smette di fornire argomenti su questioni riguardo alle quali la sua posizione è divenuta impopolare?» (p. 43).

CULTURA & IDENTITA’. RIVISTA DI STUDI CONSERVATORI 

Nel resto della rivista Cultura&Identità, che può essere ricevuta in versione integrale pdf telefonando allo 347.166.30.59 o scrivendo una mail a info@culturaeidentita.org, sono presenti gli studi di Cosimo Galasso su Relativismo filosofico e mondo contemporaneo, di Ermanno Pavesi su Giannozzo Manetti, umanista cristiano e, infine, il testo di un intervento di mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, sull’attuale situazione dell’Euro

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