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Anche se a macchia di leopardo, la scuola italiana si sta digitalizzando. E se dagli insegnanti giungono segnali positivi, è nell’infrastruttura che si gioca la vera sfida. A dichiararlo in un’intervista sul Mattino è il direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale Alessandra Poggiani.

UN’URGENZA
“La scuola può essere il motore per aumentare la domanda di servizi e contenuti digitali se la dotiamo di connessione a banda ultra larga, per aiutare a soddisfare l’obiettivo richiesto dall’Agenda digitale Europea di avere il 50% della popolazione nazionale connesso ad almeno 100 mbps”, ha sottolineato il direttore dell’Agid.
Anche in questo settore torna quindi prepotente il tema della banda ultra larga per la quale il governo ha recentemente stilato un piano di circa 7 miliardi di euro da realizzare entro il 2020 per colmare il divario con il resto dell’Europa.

L’AGID AL SERVIZIO DELLA SCUOLA
In linea con quanto scritto ne “La buona scuola”, il progetto di riforma del governo Renzi in fase di consultazione pubblica, Poggiani ha rilanciato sul Mattino la disponibilità dell’Agid a mettersi a disposizione di alunni e insegnanti per aumentare le loro competenze digitali.
“Bisogna accelerare sulla formazione del corpo docente, abituandoli alle possibilità offerte da una classe e una scuola in rete”, ha detto Poggiani ricordando che la digitalizzazione delle aule sarà completata solo “quando tablet, wifi e lavagne interattive verranno considerate parte integrante della infrastruttura scolastica”.
Come fare? “Sarebbe interessante incoraggiare gli insegnanti 2.0 ad insegnare ai loro colleghi come integrare la didattica digitale nella dinamica dell’aula”, è una delle proposte del direttore dell’Agid che in questa occasione ha stimolato “regioni, enti, privati a sostenere singole iniziative sperimentali”.

IL NUOVO PIANO BANDA ULTRA LARGA
Per realizzare tutto ciò è necessario un cospicuo investimento: “Per portare l’Italia a livello dell’Europa per velocità della rete sono necessari tra 5 e 6 miliardi”, ha spiegato Poggiani durante il Personal democracy forum a Roma del 29 settembre.
Solo qualche giorno dopo è stato reso noto invece il nuovo piano “Banda ultra larga 2014-2020” stilato dal sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, con il supporto dell’Agenzia digitale, e sotto la supervisione del sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio.

Le risorse – circa 7 miliardi provenienti da Fondi comunitari, regionali e nazionali – saranno focalizzate sulla realizzazione di reti con copertura a 100 megabit e serviranno anche per potenziare, con fibra ottica, le antenne cellulari in modo da favorire la navigazione internet in mobilità.

PROBLEMI DI GOVERNANCE?
Una stoccata all’Agid è giunta giovedì scorso proprio da Delrio in occasione della convention Between a Capri. “L’Agenzia per il digitale – ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio – ha una governance da manicomio, barocca, inadatta a raggiungere gli obiettivi. Stiamo cercando di fare la task force di persone che vanno a vedere i progetti”.

Poggiani, garantendo che “l’Agenzia per l’Italia digitale sarà pienamente operativa in 2-3 settimane”, dopo il richiamo di Delrio ha sottolineato che “la capacità di realizzazione dei progetti è sempre proporzionale alla organizzazione. E si tratta di un’organizzazione complicata”.

Agenzia Digitale, le idee di Poggiani e Delrio

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