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Nel giorno in cui si celebra la Festa della Marina Militare italiana, le notizie che la riguardano non sono solo positive.

LA NOTIZIA

Rischia infatti di chiudere lo stabilimento Uniform di Brugnato (La Spezia), specializzato nella produzione di divise militari. A darne notizia è Mf/Milano Finanza, che riporta il fatto che proprio la Marina avrebbe congelato, da circa un mese, una commessa da 20 milioni di euro, sottoscritta lo scorso anno. Alla base della decisione – che ha prontamente messo in cassa integrazione per due mesi 60 dipendenti – i tagli per 400 milioni imposti alla Difesa.

L’AZIENDA IN QUESTIONE

Uniform ha tre stabilimenti, due in Italia e uno in Romania ed occupa complessivamente 400 persone. Tra i suoi committenti, oltre alla Marina Militare, ministero della Difesa, Interni, Guardia di Finanza, Senato della Repubblica, Vigili del Fuoco, Ferrovie dello Stato, Telecom Italia, Saudit Airlines e Difesa degli Emirati Arabi. Il 2012 per l’azienda con sede ad Ancona, è andato piuttosto bene, con un fatturato di circa 11,6 milioni di euro – pari ad una crescita del 31,6% – e un utile di circa 50.000 euro. Risultati positivi questi, anche se, l’alluvione del 2011 che ha colpito la Liguria ha arrecato danni allo stabilimento di Brugnato per circa 5 milioni.

I TAGLI COLPISCONO L’INDOTTO

In attesa del rinnovo della flotta, previsto dalla cosiddetta legge navale – una manovra da quasi 6 miliardi di euro in 20 anni, approvata a dicembre con la legge di stabilità, ma non ancora finanziata -, così come del Libro Bianco della Difesa, che definirà obiettivi e, di conseguenza, esigenze e dotazioni di tutte le Forze Armate, la Marina – che non conferma e non smentisce la notizia – ha evidentemente deciso di fare economia a partire dal vestiario, anche se, con ogni probabilità, si vedrà costretta ad ulteriori tagli.

Più navi e meno divise per la Marina?

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