Skip to main content

Il vertice Italia-Africa è stato il primo appuntamento internazionale che si è tenuto in Italia dall’avvio della Presidenza del G7, a dimostrazione di un vivo e rinnovato interesse verso il continente africano. Il partenariato con quelle 50 nazioni non può essere un elemento secondario nelle agende dei Paesi europei e il plauso di Ursula von der Leyen all’iniziativa di Giorgia Meloni lo dimostra ampiamente. Adesso va dato fiato alla fase due, ovvero alla distensione materiale di iniziative, progetti e interlocuzioni.

In primis spicca il dato formale: per la prima volta la Conferenza Italia-Africa, che si è svolta fino a questo momento a livello ministeriale, è stata elevata a rango di Vertice di Capi di Stato e di Governo. Perché dunque il vertice Italia-Africa può diventare pietra miliare e, perché no, un modello? Perché è parte di uno schema di lavoro che, solo pochi anni fa, sarebbe stato impensabile, in quanto la traccia seguita dalla politica si era limitata alla gestione dell’emergenza, come i flussi migratori derivanti da singole aree di crisi, o ad un’azione cosiddetta caritatevole, seppur utile nel breve periodo.

Anche l’Europa sta progressivamente maturando una consapevolezza: è stato un grave errore aver lasciato campo libero a interlocutori come Cina e Russia, che sono penetrati in maniera chirurgica in varie aree del continente (quelle stesse che erano assenti ieri a Roma), riuscendo perfino a condizionare golpe e cambi di potere, come dimostrano le ripetute azioni della Wagner.

Ma l’Italia quando ha messo l’accento sulla strategicità del cosiddetto fronte sud, ovvero sul confine meridionale, l’ha fatto nella certezza che si tratta essenzialmente di programmare anche un pezzo del proprio futuro. Europa e Africa sono chiamate a scrivere pagine nuove di una storia anch’essa completamente nuova. E farlo durante la Presidenza italiana del G7 e nel mentre si stanno consumando due tragici teatri di guerra è diventato quasi un obbligo morale.

Perché le ombre delle guerre impongono un’accelerazione al dossier Africa? Perché quelle azioni cruente, una volta di più, raccontano che le dinamiche vanno previste e non subite, affrontate in un’ottica di strategia e non di eterna emergenza. Nessuno ha dimenticato cosa è accaduto, solo per restare all’ultimo decennio, nel continente africano: la mancata stabilizzazione istituzionale in Libia dopo l’uscita di scena di Gheddafi; il disimpegno francese dal Sahel che ha favorito la penetrazione di terzi; la corsa sfrenata alle terre rare connessa alle scelte energetiche globali; l’utilizzo della clava ideologica per orientare rivoluzioni e ulteriori tensioni, con popolazioni vessate. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

L’invasività straniera in Africa tocca vari ambiti, come la geopolitica e la sicurezza: gli intenti predatori di soggetti esterni hanno come unico scopo le risorse presenti in loco, lasciando un enorme dazio da far pagare alle popolazioni locali, sommato all’assurdo indebitamento di nazioni che avrebbero tutto per camminare con le proprie gambe. E invece sono bloccate da altre logiche che non hanno fino ad oggi permesso di liberare energie e di avere il minimo sostentamento per le relative popolazioni.

Per cui, da un lato la dotazione iniziale da 5,5 miliardi dimostra che i primi fondi ci sono; la presenza di 25 capi di stato ieri a Roma è la conferma del riscontro positivo dai territori; il plauso dei vertici europei, non scontato, è la dimostrazione che l’idea è quella giusta.

Ora si lavorerà per i “decreti attuativi” del Piano Mattei.

Piano Mattei, su cosa dovrà lavorare adesso il governo

La dotazione iniziale da 5,5 miliardi dimostra che i primi fondi ci sono; la presenza di 25 capi di Stato a Roma è la conferma del riscontro positivo dai territori; il plauso dei vertici europei, non scontato, è la dimostrazione che l’idea è quella giusta. Ora si lavorerà per i “decreti attuativi” del Piano Mattei

Covid, tutto quello che dovremmo sapere nel libro di Vincenzo Atella e Lucio Scandizzo

Presentato al Centro studi americani “The Covid-19 disruption and the global health challenge”, il volume di Vincenzo Atella e Pasquale Lucio Scandizzo, edito da Academic Press, sul Covid-19 e sugli insegnamenti della pandemia. Chi c’era e cosa si è detto

La nuova energia in Africa secondo Pichetto Fratin

Al vertice Italia-Africa il ministro dell’energia mette in luce il collegamento cruciale, valoriale, oltre che materiale, tra clima, sviluppo ed energia. Metsola: “Africa apripista per la spinta globale, si acceleri insieme sulla transizione energetica”

Le verità scomode (per il Pd di Schlein) di Ester Mieli. Il corsivo di Cangini

La sinistra si trova in evidente imbarazzo nel condannare i fenomeni di antisemitismo, soprattutto quando sono mascherati da fenomeni antisionisti. Dalla richiesta di dimissioni a Ester Mieli al caso del sindaco Pd di Bologna che ha abbandonato le celebrazioni della Giornata della memoria. Il corsivo di Andrea Cangini

L'Ocse e la realtà italiana. Perché le raccomandazioni servono secondo Zecchini

Malgrado alcune debolezze d’analisi, l’insieme delle raccomandazioni pervenute all’Italia è un utile stimolo e contributo alla riflessione sui nodi dello sviluppo e sull’ampiezza del compito, che non investe soltanto il campo economico, ma diversi ambiti del sistema Paese. Il commento di Salvatore Zecchini

Anche il Copasir ha un riflettore puntato sull’Africa

Mercoledì l’audizione di Caravelli, direttore dell’Aise. Un’occasione per fare il punto sui conflitti in corso ma anche per continuare il lavoro verso la relazione al parlamento dedicata al continente che il governo vuole coinvolgere tramite il Piano Mattei

Perché è vero che l’Italia in Africa può stupire. Il punto di Varvelli

Con il vertice che si è tenuto oggi a Roma “non stiamo pensando di cambiare le sorti dei rapporti tra Europa e Africa”, spiega Varvelli, direttore dell’ufficio di Roma dell’Ecfr, “ma stiamo offrendo qualcosa di concreto. E si vede che su questo il governo italiano ha lavorato con le aziende, acquisendo visione pragmatica”

In Kenya per la sicurezza alimentare (e non solo). Dettagli dal vertice Italia-Africa

Presto una missione strutturata in Kenya e l’apertura di un’ambasciata in Mauritania, consapevoli che un’efficace azione di penetrazione e rafforzamento delle partnerhsip passa anche da una presenza stabile in loco

Energia, slancio low carbon. Così rinnovabili e nucleare alimentano la transizione

La crisi del Mar Rosso getta nuova luce sul ruolo dei combustibili fossili nel panorama energetico globale. Il gas rimane un attore chiave, ma l’ondata di nuova capacità rinnovabile e nucleare coprirà l’aumento della domanda. Dati e scenari

Meloni sull'Africa segue le orme di Merkel. L’elogio della stampa tedesca

I piani della presidente del Consiglio sull’Africa assomigliano a quelli dell’ex cancelliera tedesca, spiega il quotidiano Die Welt. L’attuazione del Piano Mattei ha diversi significati, anche di carattere diplomatico per rafforzare il legame con alcuni Paesi del continente anche in chiave di gestione dei flussi migratori, scrive il quotidiano tedesco

×

Iscriviti alla newsletter