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Tra le tombe e le iscrizioni dedicate ai tedeschi che hanno onorato il cattolicesimo, ecco i quadri di Florian Köhler, classe 1984, formatosi a Vienna dove ha conseguito sia il diploma all’Accademia di Belle Arti che la laurea in storia dell’arte. Finalista nella sezione pittura del concorso “Diesel-New-Art“, i suoi progetti sono basati (è proprio il caso di dirlo) sull’arte del camminare confezionando veri e propri reportages artistici.

Ecco così, in un cimitero, il racconto artistico di 1250 km, 54 giorni, 240 schizzi, ovvero un viaggio a piedi da Innsbruck a Roma. Ciò che in un laico comune italiano avrebbe fatto gridare allo scandalo, ovvero inserire un percorso di opere d’arte tra le memorie dei defunti, sovrapponendo i quadri agli antichi marmi, in Vaticano è stato possibile: far convivere la creatività contemporanea con la storia, portare una testimonianza artistica in un luogo tradizionalmente silenzioso e mesto, brindare a un’inaugurazione (mattutina) con prosecco e pizzette tra nomi altisonanti di nobili germanici del tempo che fu e schiere di suore tedesche sepolte da tempo. Con l’artista orgogliosissimo di un esperimento, logicamente irrealizzabile e che invece ha ottenuto il “placet” per l’esposizione.

LE OPERE DI KOHLER

C’è da dire che Florian, con il progetto intitolato “Strada facendo”, esplora un approccio alternativo e innovativo alla pittura come medium artistico, uscendo dall’atelier e si confronta con le fatiche fisiche e psichiche del viaggio a piedi, sui sentieri dei pellegrini, a metà fra pellegrinaggio e passeggiata romantica, pratica religiosa e attività sportiva. Abbattendo le barriere regionali e culturali, esplorando non solo il pellegrinaggio, ma anche il viaggio artistico nell’era moderna. Un’esperienza che permette di apprezzare l’elemento culturale che unisce le varie regioni e di vivere il pellegrinaggio sia come pratica religiosa, che come originaria forma di autorealizzazione.

Una doppia mostra, prima a Roma e poi a Innsbruck, con l’artista che presenta una scelta di opere che partono da 240 fra schizzi e bozzetti eseguiti in viaggio e sviluppati in seguito durante il soggiorno a Roma. Tematiche ed evoluzione dei lavori vengono dettati dal cammino e riflettono le particolarità transregionali e interculturali del viaggio. Il cammino diventa così il fattore determinante del ciclo artistico che si presenta in questo modo come testimonianza di una corrente autonoma della pittura moderna. A tal proposito l’artista stesso dice che “cammino e pellegrinaggio sono ricchi di sfaccettature. Ciò che più mi attrae è la loro contrapposizione alla regolare quotidianità e quella spensieratezza con cui ci permettono di attraversare il mondo. Durante il cammino le nostre percezioni cambiano, le cose ricevono valori diversi, la frenesia lascia il passo a una calma confortevole che ci dona nuove prospettive e che ci permette, specialmente nei paesi stranieri, di vedere paesaggi, usi e costumi con occhio diverso. Questi i valori che desidero trasmettere con la mia arte per ampliare l’orizzonte dell’uomo moderno rinchiuso nella società contemporanea”.

Le opere saranno in mostra presso il Campo Santo Teutonico fino al 23 settembre, quando verranno portate a Innsbruck.

Vaticano, il Campo Santo Teutonico diventa una galleria d'arte

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