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La Rai è nel mirino di Matteo Renzi. Dopo lo scontro martedì a Ballarò con Giovanni Floris, il presidente del Consiglio oggi a Radio 24 torna a parlare dei “numeri abbastanza stravaganti” del servizio pubblico tv e della necessità di tagliare anche lì.

“Sulla battaglia agli sprechi siamo in prima linea, da anni – spiega a Formiche.net il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani – noi vogliamo cambiare profondamente la Rai ma in un contesto di sistema. Altrimenti non si costruisce il futuro ma si finisce per colpire pezzi di azienda e di posti di lavoro.

Renzi dirà che siete dei gufi…
Idea curiosa quella per cui si è riformatori solo se si è d’accordo con le idee di Renzi. Si può, si deve cambiare. Noi siamo pronti. Ma con le nostre idee di riforma. L’Usigrai ha anche preparato un progetto. Ma non è più rinviabile la discussione sui criteri di nomina dei vertici della Rai, sulla certezza delle risorse e la lotta all’evasione. Una manovra concepita come quella dal presidente del Consiglio metterebbe solo in ginocchio la Rai, costringendo a tagli pesanti, anche dal punto di vista dell’occupazione.

In un’ottica di spending review generale del Paese, non è giusto che anche la Rai faccia la sua parte?
Noi siamo contro gli sprechi. Lo siamo da sempre. Ma non si può procedere per slogan. Il presidente del Consiglio parla di “numeri stravaganti”. Non so a cosa si riferisca. Annuncia titoli ma non fa degli esempi. Ci sono sprechi? Entriamo nello specifico se vogliamo essere concreti.

Renzi pensa per esempio di eliminare gli sprechi nelle venti sedi regionali. È d’accordo?
La presenza capillare sul territorio è un elemento caratterizzante del Servizio pubblico. Tagliare in questo ambito significa ridimensionarlo, renderlo meno vicino ai cittadini. Certo, esistono problemi immobiliari in qualche sede, affrontiamoli. Ma la volontà di chiudere sedi regionali, allontanarsi dai cittadini, è inaccettabile.

Dove tagliare allora?
Perché per esempio nessuno parla mai di evasione del canone? Lo Stato intervenendo su questo tema avrebbe a disposizione 500 milioni di euro, la cifra del canone evaso ogni anno. Non mi sembra corrispondente al principio di equità sociale il fatto che paghino sempre gli stessi, e non si colpiscano invece gli evasori.

Rai Way si può vendere come suggerisce Renzi?
Parlare della vendita di Rai Way sotto il peso del taglio necessario di 150 milioni di euro e con questa tempistica rischia solo di portare a una svendita. Ciò che manca è l’idea strategica. Non si può vendere per fare cassa ma senza progetti per il futuro.

Ma è così importante per la Rai continuare ad avere Rai Way?
Le torri sono un elemento strategico per la Rai e per il Paese. È decisivo e fondamentale a mio avviso affrontare il tema del digital divide, sia tv che internet. E il Servizio Pubblico può avere questo ruolo.

Ieri è stato approvato dal cda della Rai il tetto a 240 mila euro agli stipendi dei manager. Cosa ne pensa?
E’ una iniziativa importante. Ma so che ci sono dubbi interpretativi in materia.

A ondate si presenta l’ipotesi di privatizzazione della Rai…
Sono assolutamente contrario a qualunque forma di privatizzazione. Il servizio pubblico resta pubblico. Neanche l’ultra liberista Margaret Thatcher ha mai pensato di privatizzare la Bbc.

Un altro imperativo di Renzi è quello di togliere i partiti dalla Rai. Condivide?
Assolutamente sì. Via i partiti, i governi e le lobby dalla Rai. Il presidente del Consiglio chieda la calendarizzazione in Parlamento di uno dei tanti disegni di legge depositati sui criteri di nomina in Rai, come quello proposto da Paolo Gentiloni, e lo si porti fino in fondo.

Perché Renzi sbaglia sulla Rai. Parla Di Trapani (Usigrai)

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