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Un altro video in russo, il terzo, pubblicato su Telegram e su altre piattaforme social. La Central Intelligence Agency continua a rivolgersi ai russi disincantati dai loro leader, offrendogli una via per condividere informazioni in totale sicurezza (la darknet Tor). L’agenzia di intelligence statunitense, che fa affidamento soprattutto sulla human intelligence come sottolineato recentemente dal direttore William Burns, ha diffuso “Why I contacted CIA: the motherland”, video molto simile ai due pubblicati l’anno scorso. L’intento di Langley sembra un collegamento tra il patriottismo russo e le disparità tra i soldati che si sacrificano sul campo di battaglia, in particolare nell’aggressione dell’Ucraina iniziata dal presidente Vladimir Putin 23 mesi fa, e le vite agiate dei leader.

Nel video il protagonista racconta i suoi 35 anni appena compiuti ricordando il padre, ex paracadutista, “un uomo pratico” che “credeva nella Russia”, “parlava di cosmonauti e di conquiste scientifiche che tutto il mondo ammirava”. È per questo che lui è entrato nell’intelligence militare, il Gru. “Ma ho capito subito che il vero nemico è all’interno”, dice. “I nostri leader svendono il Paese in cambio di palazzi e yacht, mentre i nostri soldati masticano patate marce e sparano con armi vecchie”, continua. “La nostra gente è costretta a dare tangenti anche solo per trovare un lavoro. Ma le élite, con orologi incredibilmente costosi, passano il tempo mentre la corruzione e il nepotismo divorano il mio Paese dall’interno”. Alla fine del video, il protagonista decide di onorare l’esempio del padre e di dare un futuro al figlio. Per questo, contattata in segreto la Cia. “Il mio desiderio è salvare la Russia”, dice. “Sarò la scintilla della verità per il bene di mio figlio”.

Alcuni mesi fa il direttore Burns aveva spiegato che la disaffezione della popolazione russa verso la leadership di Putin per l’invasione dell’Ucraina “crea un’opportunità che capita una sola volta in una generazione” per la Cia. Lo stesso è accaduto soltanto con la rivoluzione ungherese del 1956 repressa nel sangue dalle truppe sovietiche e con la Primavera di Praga del 1968. Episodi che hanno spinto funzionari del Blocco orientale a disertare per l’Occidente o a spiare.

“A seguito di questi video vediamo un maggior numero di contatti da parte dei russi”, ha dichiarato un portavoce dell’agenzia parlando di 2,1 milioni di visualizzazioni per i filmati diffusi a maggio e a settembre. “Se non funzionassero, non saremmo al terzo video”, ha aggiunto.

Le visualizzazioni si sono trasformate in informazioni? Chissà.

Ciò che sappiamo è che il video è stato diffuso in un momento di stallo della guerra in Ucraina: nessuna delle due parti ha ottenuta una svolta importante nei combattimenti dell’ultimo anno e l’unico game-changer sembra poter essere la riduzione, o la fine, degli aiuti militari occidentali a Kyiv.

Come già osservato su Formiche.net, questi video raccontano, oltre che l’occasione di reclutamento offerta dalla guerra in Ucraina, anche la centralità, nella società attuale, della comunicazione anche per organismi che fanno del segreto la caratteristica fondamentale della missione e dunque sono chiamati al silenzio per definizione. Ne abbiamo avuto una chiara dimostrazione già nei mesi che hanno preceduto l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina: i vertici delle intelligence di Stati Uniti e Regno Unito hanno fatto sentire la loro voce con un duplice obiettivo, tentare di dissuadere Mosca e consolidare il fronte con alleati e partner.

Delusi da Putin? Nuovo video della Cia per reclutare i russi

L’agenzia di intelligence statunitense ha diffuso il terzo filmato in pochi mesi in cui fa appello ai disincantanti dalla leadership di Mosca. Come ha spiegato il direttore Burns, la guerra in Ucraina “crea un’opportunità che capita una sola volta in una generazione” per trovare agenti

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