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Un agosto così non si vedeva da molto tempo. Altro che vacanze, tutte le leadership dei diversi poteri sono al lavoro. In Italia, il governo Renzi vuole a tutti i costi chiudere l’8 agosto con le riforme costituzionali approvate. In Ucraina, il presidente Poroshenko vuola finire con i ribelli delle regioni dell’est entro il 24 agosto, mentre ieri si è dimesso il governo “Maidan” guidato da Yatsenyuk. Prima della fine del mese di agosto in Libia, terminato il Ramadam, si aspetta la formazione di un governo dopo le disastrose elezioni di giugno. Ma anche l’Ue, il 30 agosto dovrebbe riuscire a trovare un accordo su cosa fare e quindi decidere delle ormai famose nomine. Intanto, la guerra di Israele contro le milizie islamiste di Gaza continua e non se ne vede una fine prossima.

Se a questo scenario agostano da incubo, aggiungiamo le fosche previsioni economiche del Fmi e l’ammissione di Renzi che l’Italia non potrà raggiungere lo sbandierato 0.8% di crescita nel 2014, c’è poco da stare allegri.

A livello globale, le potenze asiatiche continuano il riarmo e lo scontro tra Usa e Russia non accenna a diminuire. Accuse reciproche, poche o nessuna prova credibile, molta propaganda in Usa per punire la Russia, e in Russia per non farsi attirare nella trappola dell’Ucraina (che sarebbe una riedizione di quella dell’Afganistan degli anni ’80). Intanto, l’Ue si muove, anche se timidamente, per imporre nuove sanzioni alla Russia. Sanzioni di “livello 3” che si tradurrebbero in una fuga dei grandi capitali russi dal Regno Unito, probabilmente verso la Svizzera, e il congelamento di asset finanziari e degli scambi energetici oltre ad altri settori commerciali. Come ha fatto notare il commissario all’industria Nelli Feroci, “le sanzioni puniscono anche chi le impone”. Ma agli americani, questo problema non tange.

Che succederà? Come sarà il rientro dalle vacanze estive?

Se Renzi vedrà che non riesce a “chiudere” il pacchetto di riforme come lui vuole, è molto probabile che imponga di andare ad elezioni prima della fine dell’anno. Con buona pace di Napolitano, questo significherebbe che egli si dimetterebbe “per il peso dell’età”.

In Ucraina, caduto il governo, e ammesso che si trovi un premier di “servizio”, si devono fare le elezioni legislative. Ma se la guerra contro i ribelli non sarà vinta – il premier si è dimesso proprio perché il parlamento gli ha bocciato le misure per rafforzare l’esercito aumentando la spesa militare e per riconfigurare l’intero settore energetico nazionale – sarà molto difficile che il risultato possa essere in qualche modo utile e pacificatore. Oltre alla guerra contro i “filorussi” è probabile che il paese sprofondi in una guerra tra le varie fazioni che, avendo abbandonato il collante “europeista”, riprodurrebbero il caos che conosciamo dal 2004. L’ipotesi di una guerra civile tra gli ucraini dell’Ovest non è remota.

Dalla Libia non aspettiamoci nulla, tranne guai. I miracoli non esistono e quindi le fazioni pro-Saudi continueranno a combattersi con quelle pro-Qatar-Fratelli. L’ue resterà a guardare, con la coscienza sempre più sporca.

Quanto all’economia, il combinato disposto dell’aumento dei tassi in Usa e della continuativa recessione europea, oltre ai danni delle sanzioni “livello 3” alla Russia, fa prevedere un autunno freddo di lacrime e sangue ai danni della già martirizzata classe media europea, e italiana in particolare.

Infine, non è detto che l’Ue riesca a trovare un accordo che accomodi tutti i 28 entro il 30 agosto. La data potrebbe slittare in settembre…

Buone vacanze, dunque.

Le sorprese di mezza estate

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