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#deflazione Rischi da non sottovalutare: tassi reali in rialzo e minor crescita del PIL nominale complicano sostenibilità debito”. Questo tweet mattutino del solitamente cauto Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, deve far riflettere mentre i salutari e beneauguranti fuochi pirotecnici delle conferenze stampa e delle interviste del premier Matteo Renzi inoculano ottimismo ed energia.

Il baldanzoso presidente del Consiglio ha un vero e contingente obiettivo: sfangarla alle Europee. Ovvero cercare di non far affondare, anzi far rinvigorire, il Pd alle elezioni del 25 maggio per il Parlamento di Strasburgo.

GLI ANNUNCI ELETTORALI

Quindi d’accordo Cambiare Verso all’Italia a furia di riforme, innovazione e velocità. Ma soprattutto tenere alti i consensi del partito che ha scalato vittoriosamente e che è il pilastro della sua permanenza a Palazzo Chigi. Da questi fini nascono i 10 miliardi di euro in più in busta paga per circa 10 milioni di italiani, il taglietto all’Irap per le imprese, l’annunciata mini riduzione della bolletta energetica e la semplificazione dei contratti di lavoro a termine. Un cocktail di provvedimenti che cerca di sedurre tutti, o quasi: lavoratori dipendenti, imprese, giovani.

LE RIFORME PER DARE L’ESEMPIO

E in vista di sacrifici e sforbiciate alla spesa pubblica, che quasi mai fanno lievitare i consensi, anzi, ecco le riforme per mettere a dieta le istituzioni (con la riduzione dei costi per il superamento del Senato elettivo) per dimostrare che anche i tanto vituperati cattivi politici (come li definisce pure il politico Renzi) danno il buon esempio in termini di efficienza.

GLI ANNUNCI E I VINCOLI

Poi ci sono i numeri, i vincoli, il Fiscal Compact, la deflazione. E i vincoli sono quelli delle coperture finanziarie: non si possono coprire i tagli fiscali con risorse aleatorie e una tantum come ad esempio la diminuzione dello spread, e quindi la minore spesa per interessi sul debito pubblico, come pure ripete sovente il premier con una certa sicumera.

RENZI SVICOLA SULLA RIDUZIONE DEL DEBITO

Così come il rispetto del Fiscal Compact comporta che dal 2016 si dovrà ridurre il debito pubblico di circa 50 miliardi; ma di questo Renzi pare non curarsi troppo, se si vede l’intervista del premier a Bersaglio Mobile di Enrico Mentana su La 7 incalzato da Claudio Cerasa del Foglio, forse sperando in una crescita economica repentina che farebbe scivolare il rapporto debito/pil e quindi ridimensionare le manovrone, o forse ritenendo che in questo lasso di tempo la Germania rinsavisca sull’austerità, come da primi segnali provenienti dalla Bundesbank.

I COSTI DELLA DEFLAZIONE

E poi c’è la deflazione, come ricorda oggi un puntuto Federico Fubini su Repubblica: l’effetto combinato di crollo dei prezzi e Fiscal compact rischia di far saltare i conti pubblici. Scrive Fubini: “Il crollo del carovita e l’apparente rinuncia della Bce a difendere il suo stesso obiettivo di stabilità dei prezzi appaiono sempre più in conflitto con un’altra regola europea: il Fiscal Compact. Rispettare quell’impegno a ridurre ogni anno il rapporto fra debito e Pil di più del 3% è quasi impossibile se nel frattempo l’Europa ignora la sua stessa regola d’inflazione. Per farcela, l’Italia dovrebbe aumentare stabilmente il suo surplus primario di 15 miliardi, con nuovi tagli e tasse”.

CONCLUSIONE

Va bene l’ottimismo. L’energia renziana è salutare. Gli investitori esteri si riaffacciano in Italia, come testimonia anche il caso Mps. Ma attenzione ai numeri, specie quando non coincidono con gli annunci. Perciò teniamo a mente il tweet di De Felice: “#deflazione Rischi da non sottovalutare: tassi reali in rialzo e minor crescita del PIL nominale complicano sostenibilità debito”. E quello di Fubini, sempre stamattina: “Se la Bce non fa qualcosa per alzare l’inflazione, l’Italia dovrà risparmiare 15 mld in più per rispettare Fiscal Compact”. Consigliato anche un report di Prometeia che invita Mario Draghi a fare un po’ l’americano in Bce… (qui l’analisi del centro studi)

Che cosa nasconde il salutare ottimismo di Renzi

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