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Tratto dal mio blog di Sociologia.

Quando decisi di scrivere la mia tesi di laurea sulla “responsabilità sociale d’impresa“, divenuta poi parte di una pubblicazione, ero inconsapevole dei rischi, dei trabocchetti e degli enormi problemi che le filosofie di professori e professoresse mi avrebbero causato. Sì, perché anche l’economia non è una scienza esatta, anche se molti economisti si sono convinti del contrario, e dunque gran parte di quanto viene prodotto è nient’altro che l’esito di un vizio originale, quello dell’ideologia. Sia chiaro, non tutti sono così e non sempre c’è questa situazione. Diciamo che in molti si posizionano agli estremi di questo continuum tra coloro che considerano lo Stato come il “diavolo” e coloro che lo vedono come la “panacea” di ogni problema.

Nei casi che avevo analizzato, sempre per il lavoro di tesi, avevo individuato che laddove esisteva una compartecipazione tra pubblico e privato esistevano esiti positivi per la collettività. Sembra una cosa scontata, e dovrebbe essere così, secondo me, ma per affermare questo ho dovuto scontrarmi con visioni impermeabili alle evidenze empiriche. Dopotutto per i seguaci di Milton Friedman, e per Friedman stesso, la RSI è una “disciplina eversiva” così come ogni tentativo di parlar bene dello Stato e del suo ruolo nell’economia, è succo di limone negli occhi.

Per me era invece naturale che un esito positivo per una collettività dovesse essere il risultato di quello che avevo definito essere una “cooperazione allargata” tra imprese private, tra agenzie pubbliche e da attori individuali (associazioni, persone singole ecc…). Siamo tutti parte dello stesso sistema sociale, abbiamo tutti una parte di responsabilità nelle cose che accadono,  indirettamente o direttamente (sia chiaro, sto semplificando).

Dopo anni, da quando mi sono occupato di questo tema, e dopo tante resistenze che avevo incontrato, ho conosciuto, grazie ad una puntata di Otto e Mezzo la prof.ssa Mariana Mazzucato. Professoressa di “economia dell’innovazione” all’Università del Sussex e autrice di un libro dal titolo “LO STATO INNOVATORE” per me illuminate e fondamentale, che pone finalmente uno sguardo obiettivo e critico sul reale significato dell’intervento statale. Un approccio che non ha nulla a che vedere con lo statalismo né con l’interventismo. Per me è stato un colpo di fulmine intellettuale. Ho riscoperto un interesse assopito e ho gioito nel leggere una tesi che, in  modo molto più sciatto e approssimativo sostenevo anche io.

Scrive nell’introduzione Mazzucato che ” l’impresa privata è considerata da tutti come una forza innovativa, mentre lo Stato è bollato come una forza inerziale, indispensabile per le cose basilari, ma troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico. Lo scopo del libro che avete tra le mani è smontare questa falsa immagine “.

Che sia una docente di economia dell’innovazione, per di più di origine italiana, ma cresciuta negli USA e che insegna in Gran Bretagna, presso una delle più importanti università del reame, è un fatto positivo perché non stiamo parlando di una pericolosa comunista né di una ideologa. Ma di una esperta, cresciuta proprio nella patria del liberismo economico. E sempre nell’introduzione scrive che se c’è un luogo al mondo dove l’impresa privata ha sfruttato più che altrove gli investimenti pubblici (e nel libro cita la Apple), questo si chiama: United the States of America, infatti: “lo scopo è dimostrare come il paese che spesso viene portato a esempio dei benefici del sistema di libero mercato abbia uno dei governi più interventisti del mondo quando si parla di innovazione”.

Non voglio scrivere niente di più, perché farei torto a questo capolavoro, definito “uno dei libri di economia più incisivi degli ultimi anni” (Jeff Madrick, New York Review of Books) e “un libro brillante” (Financial Times) e un “libro da leggere” per Forbes.

Di seguito indico altri link degli interventi di Mariana Mazzucato, li sto visionando piano piano anche io.

Quando uno Stato è funky e foolish?

How the State Drives Innovation.

Presidential Briefings. The Entrepreneurial State.

 

Mariana Mazzucato e lo Stato innovatore

Tratto dal mio blog di Sociologia. Quando decisi di scrivere la mia tesi di laurea sulla "responsabilità sociale d'impresa", divenuta poi parte di una pubblicazione, ero inconsapevole dei rischi, dei trabocchetti e degli enormi problemi che le filosofie di professori e professoresse mi avrebbero causato. Sì, perché anche l'economia non è una scienza esatta, anche se molti economisti si sono convinti…

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