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L’Italia rischia di essere esclusa dal tracciato del gasdotto Tap “per sue mancanze interne e di coordinamento“.

È l’allarme lanciato da Giampaolo Russo (nella foto), country manager di Tap Italia, nel suo intervento al seminario “Verso il G7 Energia” tenuto ieri nella sede romana del Centro Studi Americani.

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CASINI E MUCCHETTI “VERSO IL G7 ENERGIA”. LE FOTO DI PIZZI

Un appuntamento che ha anticipato il vertice vero e proprio, articolato tra ieri e oggi nella Capitale e presieduto dalla titolare del ministero dello Sviluppo economico del governo Renzi, Federica Guidi, che ha annunciato nel pomeriggio un accordo sul gnl con il ministro canadese Rikford.

LA RICHIESTA ALLE ISTITUZIONI

Circola l’ipotesi di trasferire l’approdo dell’infrastruttura da San Foca, in Puglia, in Croazia; un’eventualità che Russo non smentisce, ma definisce “un’ipotesi deplorevole“.

Tap (la pipeline che trasporterà gas dall’Azerbaijan all’Italia, ndr) – ha spiegato l’ad – è più di un anno che si dice disponibile a rivedere l’approdo, ma ci deve essere un tavolo di coordinamento importante, politico, perché se è vero che l’approdo selezionato è quello che tecnicamente minimizza gli impatti, ogni altro approdo che ha un impatto diverso sul territorio deve essere condiviso coi territori stessi, con la Regione, con le autorità nazionali“. Questo, per l’azienda, “è tema, importante, irrinunciabile“, soprattutto a fronte delle rimostranze di una parte di cittadini pugliesi del territorio interessato.

DE VINCENTI (MISE) PARLA DI TAP E SOUTH STREAM. LE FOTO DI PIZZI

L’IPOTESI CROAZIA

La possibilità che l’infrastruttura approdi in Croazia, ipotesi che circola da una decina di giorni, ha aggiunto il manager, “ci spaventa come Tap Italia. Ho scoperto parlando con alcuni Paesi al di là dell’Adriatico che non è un’ipotesi di scuola, ma un’ipotesi sulla quale la Croazia si vuole affermare con tempestività. Si insinua nelle nostre debolezze, nei nostri ritardi, sia con licenze di esplorazione per idrocarburi dell’Adriatico, sia nella costruzione di rigassificatori, sia da ultimo spingendo molto per la realizzazione dello Ionian Adriatic pipeline, un altro gasdotto al quale Tap ha partecipato a livello opinioni e consenso politico, che prevede una bretella che dell’Albania passi attraverso Montenegro, Bosnia Erzegovina e finisca poi in Croazia, dove avremmo un nuovo hub del gas“. Pertanto, ha concluso, “è importante che si prendano decisioni e impegni”. Il rischio è che tramonti definitivamente il progetto dell’Italia come centro di smistamento della fonte enegetica in Europa.

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AL CENTRO STUDI AMERICANI SI DISCUTE DI SICUREZZA ENERGETICA. LE FOTO DI PIZZI

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