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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Sono nato nel 1986. La Germania la conosco solo come unita e il comunismo e il fascismo appartengono per me ai libri di storia. Sono nato in un paese in pace e prospero e il mio primo “vero” stipendio è stato in Euro. La generazione Erasmus, quella di Letta e Renzi per intenderci, è per me una generazione di vecchi, io i primi viaggi studio li ho fatti a 16 anni. Mi sono laureato con il nuovo ordinamento europeo e la mia tesi verteva sull´Europa (Il riconoscimento dei titoli di studio all´interno dell´Unione Europea). Andare a fare esperienze lavorative in Europa dopo la laurea è stata una scelta quasi scontata. Sarà forse per questo che io, e quelli della mia generazione, fanno fatica a capire come mai in questa campagna elettorale per le europee, all´improvviso, tutti, siano contro l´Europa, contro l´Euro, Euroscettici e via dicendo. Sono nato italiano ed europeo, l´Europa è nel mio DNA tanto quanto l´Italia. Di conseguenza non vivo l´Europa né come un sogno, né come un incubo. L´Europa per me non è il nemico numero uno, L´Europa e l´Euro sono per me un dato di fatto. Sicuramente migliorabili, come qualsiasi cosa, ma non discutibili.

Mi è stato insegnato che prima di criticare gli altri bisogna guardare a se stessi. Come ci ricorda il Vice Presidente della Commissione Europea Tajani l´Europa ha stanziato in favore dell´Italia 99 miliardi di Euro in fondi europei per il periodo 2007-2013. L´Italia ne ha spesi solo 24 (più 40 miliardi che sono monitorati ma non spesi). Inoltre, i fondi spesi non sono stati concentrati su pochi e rilevanti progetti in grado di scuotere il paese ma sono stati sparsi su 707.000 mini-progetti. Sicuramente tutte idee molto valide ma è evidente che dando una briciola di pane ad ognuno si finisce per morire tutti di fame. Veniamo tormentati da tre anni con l´IMU (o sigle simile) e ci interroghiamo se ci sono i 3 – 4 miliardi necessari alla cancellazione di questa odiosa tassa ma nel frattempo lasciamo marcire montagne di miliardi europei. È difficile non sentirsi presi in giro.

Mi si dirà che i fondi europei hanno vincoli e non si possono spendere come si vuole. Certamente, ma non è compito dei nostri politici ridiscutere tali vincoli? Semplificando, non si potrebbe dire, noi rispettiamo il vincolo del 3% (o i nuovi vincoli del Fiscal Compact) se voi ci lasciate spendere come meglio crediamo i soldi dei fondi? Per fare questo servirebbero però leader forti, invece, ci troviamo a cambiare Leader ogni 6 mesi e soprattutto ad avere Guide che non rappresentano nessuno in quanto non sono stati eletti dal popolo. Se la Merkel fa il buono e cattivo tempo in Europa è proprio perché in Europa non vi è un Leader che possa anche solo lontanamente tenergli testa. Guarda caso gli ultimi tre Presidenti del Consiglio italiani (tutti e tre non eletti) sono stati accolti cordialmente dalla Cancelliera. Guarda caso, l´ultimo degli eletti, Berlusconi, un Leader che nel bene o nel male sa polarizzare e irrompere sulla scena politica anche europea, è detestato dalla Signora tedesca. Invece di criticare tanto la Merkel, la quale portando avanti gli interessi tedeschi fa solo che il suo lavoro, cerchiamo di tornare noi al voto per legittimare e trovare un nostro Leader.

Accusiamo l´Europa e l´Euro di essere “cattivi” ma probabilmente siamo noi a non essere all’altezza della sfida che l´Europa ci pone. Lucio Stanca nel suo libro “L´Italia vista da fuori e da dentro” ci sottolinea come in Germania possiamo trovare più facilmente le arance spagnole che quelle siciliane. Perché? Perché le arance spagnole vengono gestite da tre grandi esportatori mentre solo in Sicilia ne contiamo più di 1.400. In Italia viviamo ancora il miraggio che “piccolo è bello” e intanto i vini francesi coprono il 52% del mercato cinese contro il 6% dei vini italiani. Eppure le nostre arance e i nostri vini sono molto più buoni della concorrenza. Come fa una piccola azienda italiana a permettersi una campagna in Cina? Se poi consideriamo che in Italia la maggior parte delle attività non hanno nemmeno un online-shop è chiaro che abbiamo ancora tanto lavoro da fare.

Quando il mio datore di lavoro mi assegna un progetto evidentemente superiore alle mie consuete attività ho due scelte. O rifiuto o mi preparo e do il meglio di me per superare tale compito. L’Italia e noi italiani alle prossime europee siamo a mio avviso di fronte ad una scelta simile. Possiamo votare per la Lega e Grillo, votare il “no euro” e il “no Europa” scappando dunque da ogni compito e sfida, oppure possiamo lottare e con spirito critico andare in Europa.

Non vi è dubbio che questa Europa non è l´Europa ottimale. L´Europa attuale è un´Europa di carta, fatta di burocrazia e finanza invece che essere costruita sulle persone e pensata per le persone.

Io il 25 Maggio non scappo, io non voto per il “No”. Tiriamo fuori gli attributi, lottiamo per la nostra Italia, trasformiamo questa Europa nella nostra Europa.

Fabio Plebani

@plebanifabio

Vi prego, il 25 maggio lottiamo per l'Europa

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