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Il metro con cui pesare la nuova Forza Italia? E’ molto probabile che si misurerà sul tasso di “marinismo” che la nuova e la vecchia nomenklatura azzurra dimostrerà un minuto dopo che le urne europee saranno chiuse. Ecco come fino ad oggi hanno reagito papaveri, vecchi eletti e amministratori di ieri all’ipotesi di successione dinastica nel partito dell’ex Cavaliere.

MAPPA
Per ragionare su quanto sia attendibile il nome della primogenita dell’ex premier non si può che partire dall’inner circle berlusconiano, quel ristretto gruppo che guida questa fase socio-politica. Su tutte la fidanzata Francesca Pascale, che era stata la prima a farsi ritrarre in foto proprio con Marina Berlusconi in tempi “non sospetti” (due Natali fa). Poi la senatrice Maria Rosaria Rossi, depositaria dell’agenda di Berlusconi. Ultimo arrivato in ordine di tempo, l’ex direttore del Tg4 Giovanni Toti che proprio su Marina aveva lanciato grandi aperture chiudendo il suo endorsement con “sarà lei a decidere”. E innescando di fatto il dibattito circa l’utilizzo delle primarie come mezzo per l’individuazione della nuova leadership.

INNER CIRCLE
Lo zoccolo duro si arricchisce di “tecnici” interni ed esterni: nella prima lista senza dubbio c’è il giornalista e saggista Paolo Del Debbio che, secondo alcune indiscrezioni, da un anno si starebbe occupando di formare la manager Marina dotandola di un profilo politico. Nella seconda, diversi opinionisti del variegato mondo azzurro che hanno compreso come dirsi anti Marina non porterà buoni frutti. La prima ad aver speso parole (non di semplice circostanza) di apertura alla scelta dinastica era stata da queste colonne lo scorso anno l’eurodeputata Lara Comi. Erano i giorni, circa dieci mesi fa, in cui si dibatteva sulla scelta di tornare a Forza Italia, con le parole di Vittorio Feltri che definiva il fu Pdl un Circo Barnum e che su Marina annotava come “ha qualcos’altro da fare” . Comi è tornata negli scorsi giorni sul tema aggiungendo però che la figlia dell’ex Cav non deve temere le primarie, come ha detto a Formiche.net. Più recentemente anche altri deputati si sono in qualche misura allineati alla volontà arcoriana di passare il testimone in famiglia, dimostrando forte senso tattico. Tra i moderatamente scettici Matteoli, Gasparri, Rotondi, Verdini.

LONTANO DA ARCORE
E qui iniziano i distinguo. La vecchia nomenklatura forzista che ha speso gli ultimi dieci anni per difendere il leader dagli attacchi giudiziari non sarebbe poi troppo entusiasta di recitare ancora una volta un ruolo secondario. Ragion per cui i vari ex ministri sia di provenienza aennina che forzista, Raffaele Fitto su tutti, spingerebbero non poco per l’utilizzo delle elezioni primarie. Un modo per contarsi e per contare di più all’interno del partito, anche in ragione della decisione di Berlusconi di scomporre il quadro generale proprio con il nome di Toti, dato in rotta sotterranea di collisione con chi (come Fitto) conta su un consistente bacino elettorale e non su “chiamate dirette”, parafrasando un dirigente di Piazza San Lorenzo in Lucina. Anche il capogruppo alla Camera Renato Brunetta non ha mancato di far conoscere la sua visione sul tema, contro le monarchie, familiari e politiche.

NODO PRIMARIE
Eccolo a questo punto il nodo vero, attorno al quale si aggregheranno i futuri ragionamenti. Berlusconi, come è noto, non gradisce lo strumento delle primarie: troppo di sinistra come metodo di partecipazione, troppo democratico e a rischio sorprese. Invece è ciò che chiede la generazione dei 40enni, capitanata da Fitto e dal volto nuovo del partito, il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo. Nella consapevolezza che per non essere ulteriormente distanziati dal Pd renziano e dai grillini stabili al secondo posto, occorrerà utilizzare un po’dell’uno e un po’dell’altro. Con l’unica costante rappresentata dal cognome sulla scheda elettorale.

twitter@FDepalo

 

 

 

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