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Pubblichiamo un articolo di Affari Internazionali

Se si valutano i risultati del Consiglio europeo di dicembre sulla difesa non si può manifestare soddisfazione. Se si considera la distanza percorsa dall’Europa nei quattordici anni trascorsi dal precedente vertice su questo tema si possono però registrare alcuni positivi cambiamenti.

Considerando la posizione assunta da alcuni paesi, fra cui soprattutto il Regno Unito, poteva andare anche peggio, ma il prezzo pagato per arrivare a un accordo è stato molto alto. Ci si deve domandare se ormai l’unica soluzione nel campo della difesa non sia quella di cercare la convergenza solo con i paesi willing and able (disposti e capaci).

Senza cambiamenti si procederà, invece, sulla strada dell’integrazione del mercato senza inserirlo in un generale processo d’integrazione della politica della difesa, ripetendo l’errore dell’euro in campo monetario ed economico. Così si crea, però, uno squilibrio fra la struttura economica e industriale sempre più integrata e la sovrastruttura politica divisa. Un sistema squilibrato è però sempre instabile e poco efficiente. Alla fine o lo squilibrio viene risolto (e quando è troppo ampio, rischia di esserlo in modo traumatico) o il sistema implode.

La costruzione dell’Europa della difesa è uno dei traguardi più ambiziosi dell’integrazione e irto di ostacoli. Peraltro, a causa delle crisi economica e finanziaria fuse con quella politica, l’Unione europea conosce uno dei suoi momenti più difficili. Pesano, infine, gli attori. Sul palcoscenico europeo non si vedono protagonisti destinati a passare alla storia né in generale, né nel campo della difesa.

Il risultato del vertice europeo di dicembre è stato inevitabilmente condizionato da questo quadro complessivo, anche per quanto riguarda il terzo punto delle Conclusioni relativo al rafforzamento dell’industria europea della difesa. Sul piano generale, le dichiarazioni restano chiare e teoricamente potrebbero essere il presupposto per future concrete iniziative: “L’Europa ha bisogno di una base industriale e tecnologica di difesa (Edtib) più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva per sviluppare e sostenere le capacità di difesa. Ciò può altresì rafforzare la sua autonomia strategica e capacità di agire con i partner. È opportuno rafforzare l’Edtib per assicurare l’efficacia operativa e la sicurezza dell’approvvigionamento, rimanendo al contempo competitivi a livello mondiale e stimolando l’occupazione, l’innovazione e la crescita in tutta l’Ue. Occorre che tali sforzi siano inclusivi, con opportunità per l’industria della difesa nell’Ue, equilibrati e nel pieno rispetto del diritto dell’Ue. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente le necessarie competenze individuate come essenziali per il futuro dell’industria europea della difesa”.

Ribadendo l’importanza di un mercato della difesa efficace e aperto, il Consiglio europeo ha accolto con favore la Comunicazione della Commissione intitolata “Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente”, prendendo atto dell’intenzione della Commissione di elaborare, in stretta cooperazione con l’alto rappresentante e l’Agenzia europea per la difesa, una tabella di marcia per la sua attuazione.

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Michele Nones è Direttore dell’Area Sicurezza e Difesa, IAI.

Ecco come cambia il mercato europeo della difesa

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