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L’Unione europea ha annunciato ieri di aver dato il via libera ad un’operazione militare nella Repubblica Centrafricana. Saranno inviati a Bangui, per almeno sei mesi, circa mille militari guidati dal generale francese Philippe Pontiès. La missione si chiama Eufor Rca, e avrà come base Larissa, in Grecia. L’obiettivo è proteggere i civili e garantire l’arrivo degli aiuti umanitari.

IN CERCA DI RISCATTO
L’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) sta lavorando per ricollocare 19mila cittadini musulmani, originari soprattutto di Bangui, di fronte alla minaccia degli anti-balaka, gruppi armati di autodifesa cristiani nati negli anni ’90 e volenterosi di riscattare il colpo di Stato di marzo del 2013 dei ribelli di Seleka.

EMERGENZA UMANITARIA
Negli ultimi dieci giorni, nella capitale del Paese, sono morte 60 persone, ma l’emergenza è iniziata da almeno un anno. Alla fine di marzo del 2013 il gruppo di ribelli Seleka, che significa “alleanza” nella lingua sango (leggi qui chi sono e cosa vogliono), e l’uscita di scena del presidente François Bozizé hanno spalancato le porte di un’altra crisi politica nella regione. Da dicembre, la guerra tra milizie cristiane e musulmane ha provocato l’esodo di quasi un milione di persone.

SPERANZA SVANITA
Dopo mesi di confronto e assassinii di massa, a gennaio Michel Djotodia (leader di Seleka che aveva preso il potere dopo il colpo di Stato), si è dimesso. Come nuovo presidente è stata eletta Catherine Samba-Panza (leggi qui il ritratto). Figlia di un ex presidente, Samba-Panza ha avuto il sostegno del Parlamento. Lei è la prima donna a governare la Repubblica Centrafricana (terza donna presidente in Africa) e ha come sfida quella di ridare la pace ad un Paese dove la metà della popolazione (2,2 milioni di persone) ha bisogno di aiuti umanitari secondo l’ultimo rapporto dell’Acnur.

CRISI ALIMENTARE
La situazione nella Repubblica Centrafricana è fuori controllo e il governo ha accettato di non essere in grado di gestire autonomamente il Paese. Il Programma Mondiale di Alimenti delle Nazioni Unite ha lanciato un appello per ulteriori donazioni, visto che con l’arrivo della stagione delle piogge e gli ultimi raccolti poco abbondanti, aumenta il pericolo di una carestia.

IL LEGAME ECONOMICO
In un’analisi pubblicata da Bloglobal si spiega la cooperazione in ambito economico tra Africa ed Europa (oggi e domani si tiene a Bruxelles il quarto summit bilaterale). I rapporti hanno prodotto “una serie di strumenti – legali e commerciali – con i quali l’Unione Europea ha esteso la propria influenza sul continente rafforzando delle posizioni già consolidate e tentando di recuperare quelle perdute a favore dei suoi competitor globali”. “Il vero oggetto del contendere è dunque rappresentato dagli Accordi di Partenariato Economico, meglio noti come EPA (Economic Partnership Agreements), accordi di libero scambio interamente votati all’abbattimento delle barriere doganali, a promuovere l’integrazione economica delle aree coinvolte e che gli Stati africani sembrano orientati a non sottoscrivere”, sottolinea Bloglobal.

IL VICINO SUD SUDAN
Anche il vicino Sud Sudan vive un momento difficile. Dopo due mesi e mezzo di conflitto, continuano le tensioni tra le forze fedeli al presidente Salva Kiir e i ribelli sostenitori dell’ex vice presidente Riek Machar. I negoziati sono in corso nella capitale etiopica Addis Abeba sotto il patronato dell’IGAD (Intergovernmental Authority for Development), l’organizzazione regionale dei Paesi dell’Africa Orientale. Ma le parti rimangono sulle proprie posizioni. Come ricorda ancora Bloglobal, l’ultima richiesta dei ribelli è quella di formare un governo di transizione in cui il presidente Kiir non abbia nessun incarico.

DIFFICILE SFIDA
I soldati dell’Ue hanno una difficile missione. Non sarà facile portare la pace nella Repubblica Centrafricana. Dalla sua indipendenza, nel 1969, il Paese è stato coinvolto in cinque colpi di Stato. In tutti i casi, il leader militare a capo della ribellione è rimasto al potere per anni e la violenza è stata all’ordine del giorno.

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