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Grazie all’autorizzazione del Gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Pietro Vernizzi apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, bacchetta il nostro Paese sul rispetto delle regole sottolineando che sono «fondamentali» per la fiducia nell’Italia e nell’Ue. Il capo del governo, Matteo Renzi, risponde prontamente: «L’Italia sta rispettando tutti i vincoli». L’Italia continua a essere tra gli osservati speciali, nonostante sia uno dei pochi all’interno dell’Ue a rispettare il limite del 3%. Limite di cui pure Renzi aveva detto che «è oggettivamente un parametro anacronistico, oggettivamente». Sul tema abbiamo intervistato Alberto Bagnai (nella foto), professore di Politica economica all’Università Gabriele D’Annunzio di Pescara.

Professore, davvero superare il limite del 3% nel rapporto deficit/Pil rappresenterebbe la soluzione?
La dichiarazione di Renzi da un lato è sorprendente, ma dall’altra me l’aspettavo. Il Pd ha sempre rivendicato il fatto di averci consegnato all’euro come una sua vittoria, ma in questo momento è costretto a venire a patti con la realtà. Si orienta quindi sull’attribuire la colpa del fallimento dell’Eurozona alla rigidità delle regole di bilancio. L’euro in quanto tale non può essere un errore perché lo ha proposto la sinistra che è dalla parte del bene, ma l’Eurozona non funziona per gli egoismi della Germania che la portano a impuntarsi sulle regole fiscali.

Perché però prima diceva che le parole di Renzi in un certo senso la sorprendono?
A sorprendermi è il fatto che il premier ignori completamente le leggi del nostro Paese e il quadro normativo Ue. Ciò è nello stesso tempo anche preoccupante.

Che cosa prevedono le norme italiane per quanto riguarda il bilancio?
La legge costituzionale del 2012 ha introdotto in Costituzione il principio dell’equilibrio tra entrate e uscite di bilancio. Ciò significa che la regola italiana prevede che il rapporto deficit/Pil debba essere dello 0%, e non del 3%. Il fatto che Renzi affermi che il limite del 3% sarebbe anacronistico, suggerisce implicitamente che possa essere superato in Europa. Il paradosso è che in Italia non si può superare lo 0%, e ciò significa evidentemente che Renzi non sa di che cosa si sta parlando. Ma c’è un fatto ancora più grave_

Quale?
L’ignoranza ancora peggiore è quella relativa al quadro normativo Ue. L’Italia ha introdotto il pareggio di bilancio a seguito di una serie di atti europei non inscritti nei trattati, come per esempio il Six-Pack. La regola del Fiscal compact impone la riduzione del debito secondo un percorso pari a un ventesimo l’anno dell’eccedenza debito/Pil. Quindi non solo l’Italia dovrebbe avere il bilancio in pareggio, ma dovrebbe probabilmente averlo in surplus per ridurre il debito.

Il pareggio di bilancio è l’unico parametro di cui tenere conto?
No. Un regolamento Ue del 16 novembre 2011 ha previsto che non si debba tenere conto solo del parametro del bilancio, ma anche del saldo estero, della variazione del tasso di cambio reale del Paese, dell’evoluzione della quota di mercato export, dell’evoluzione del debito privato e dei prezzi delle abitazioni. Si è passati da una visione limitata al solo bilancio a una visione giustamente più ampia. Dico che Renzi ignora le regole Ue, anche perché dimostra di non sapere che la Germania è in violazione aperta di almeno quattro parametri.

Quali?
Tra i parametri Ue c’è l’obbligo di non avere un surplus di export superiore al 6%, l’obbligo di non effettuare una svalutazione reale competitiva pari a più del 5% (mentre la Germania è al 9%), l’obbligo di avere il debito pubblico al di sotto del 60% del Pil (quello tedesco è all’81%). Il presidente del Consiglio italiano, che è entrato in un trattato internazionale in condizioni di parità, non può chiedere il permesso di violare delle regole a un altro Paese che a sua volta lo sta già facendo.

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