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Dopo aver minacciato nuove sanzioni se la Russia avesse proceduto formalmente all’avvenuta annessione della Crimea, firmata due giorni fa da Vladimir Putin, il presidente Barack Obama ha annunciato oggi che gli Usa hanno allargato il numero di individui russi e ucraini coinvolti nella crisi in Crimea colpiti da sanzioni, compresa una banca che sostiene la leadership russa. In un breve discorso dalla Casa Bianca, il leader americano ha detto anche di aver firmato un ordine esecutivo che autorizza sanzioni contro “settori chiave” dell’economia russa, “se lo si riterrà necessario“. “Questo“, ha riconosciuto, “potrebbe avere un impatto significativo sull’economia russa, ma potrebbe avere conseguenze anche sull’economia globale“.

LE PAROLE DI OBAMA
Ho firmato – ha detto – un ordine esecutivo che ci dà l’autorità di imporre sanzioni non solo sui singoli individui ma su interi settori chiave dell’economia russa. Questo non è il risultato che preferiamo: le sanzioni avrebbero un impatto significativo sull’economia russa, ma potrebbero averlo negativo anche sull’economia globale” ha affermato Obama, sottolineando che “i principi di base che governano le relazioni fra i Paesi europei e nel resto del mondo devono essere al passo con il 21mo secolo. Questo include il rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale“.
Inoltre, per Obama, “la Russia deve riconoscere i diritti di tutti i cittadini dell’Ucraina, che non devono dover scegliere fra l’Occidente e Mosca“. Il capo di Stato americano ha poi chiesto che il Fondo Monetario Internazionale agisca rapidamente per aiutare l’Ucraina, ribadendo la volontà della Nato di difendere gli alleati dell’Est Europa in caso di un propagarsi delle tensioni.

I NUOVI NOMI
Quella di Obama è una risposta concreta non solo ai timori ucraini, ma anche alle critiche interne di troppo attendismo e di scarsa incisività, che iniziavano a montare. Con il decreto firmato oggi da Obama, gli Stati Uniti hanno esteso le loro sanzioni economiche ad ulteriori 20 alti esponenti dell’amministrazione russa, che si sommano a quelle di lunedì.
Tra i colpiti dalle nuove sanzioni americane ci sono il capo di gabinetto del Cremlino, il fedelissimo Siloviki da sempre al fianco di Putin, Sergei Ivanovm e gli imprenditori molto vicini, il suo “banchiere” Yuri Kovalchuk, i fratelli Arkady e Boris Rotenberg, Gennady Timchenko, e il “ceo” delle ferrovie russe Vladimir Yakunin. Interessata dalle nuove misure restrittive americane, come si legge in un comunicato del dipartimento del Tesoro Usa, anche la Bank Rossiya.

LA RISPOSTA DI MOSCA
Ma il Cremlino non sta a guardare. Appena dopo che il presidente Obama aveva annunciato nuovi provvedimenti contro Mosca, il Cremlino ha risposto con la sua lista di sanzioni contro funzionari e politici americani, fra cui lo speaker del Congresso, il repubblicano John Boehner, il senatore John McCain (Gop) e il leader del partito di maggioranza in Senato Harry Reid. Gli altri sono collaboratori del capo di Stato Usa.

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