Tra il 2012 e il 2021 circa un milione di connazionali si è trasferito all’estero. Tra costoro circa 250mila sono risultati laureati in cerca di stipendi più alti di quelli del nostro Paese. All’estero mediamente i nostri medici, ingegneri, specialisti Ict e altri ancora riescono a percepire almeno un terzo di retribuzione in più già per il primo anno e il doppio dopo un quinquennio di lavoro. Il commento di Raffaele Bonanni, già sindacalista e professore straordinario di Diritto del lavoro
Dalla Rivista
Sul fair share, tentativi di protezionismo da parte di Bruxelles?
La strada per uscire dall’impasse sulle infrastrutture tecnologiche passa da tre soluzioni strutturali: industriale, politica e istituzionale. Superare la frammentazione degli operatori europei, che rende insufficienti le economie di scala del settore; allocare lo spettro per le trasmissioni wireless sulla base di beauty contest; smettere di estorcere esorbitanti diritti di licenza che hanno azzoppato per anni i bilanci degli operatori. L’analisi di Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategy alla Sda Bocconi School of management
Butti scrive all'Ue. Ecco la posizione italiana sul fair share
L’idea di una contribution, come molte di quelle che in questi anni hanno fatto drizzare i capelli sull’altra sponda dell’Atlantico, arriva da Bruxelles ed è sostenuta da Thierry Breton e Margrethe Vestager. Proprio a loro arriva la lettera del sottosegretario Butti che chiarisce la posizione italiana. L’analisi di Giorgio Rutelli, direttore responsabile di Formiche.net
Italia in Africa, tra visione e interesse nazionale
Il primo auspicabile risultato della strategia del governo Meloni è quello di un nuovo approccio culturale all’Africa, in grado di superare i numerosi preconcetti ideologici che hanno a lungo ostacolato un dibattito sano, costruttivo e definito per perseguire gli interessi nazionali. Bisogna scardinare il paradigma che per molto tempo ha abbinato la cooperazione allo sfruttamento. Il punto di Nicola Pedde, direttore dell’Institute for global studies e professore di Geopolitica dell’energia
Agricoltura sostenibile, una ricetta italiana. L'intervento del ministro Lollobrigida
In molti Paesi, la divaricazione alimentare è già una realtà. Bisogna invertire questa tendenza e riuscire a garantire cibo di qualità e di livello per tutti, assicurando giustizia ed equità. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ha spiegato l’approccio del governo sulla rivista Formiche 192. Lo pubblichiamo in occasione del Food Systems Summit+2 a Roma
Rilanciamo il multilateralismo alimentare. L'appello di Maurizio Martina
Summit come l’Un Food systems Stocktaking moment di Roma possono fare la differenza solo se riescono ad analizzare lo stato dell’arte delle azioni che ogni Paese sta adottando e se valutano con concretezza le azioni pubbliche. Il punto di Maurizio Martina, vice direttore generale della Fao
Cosa sappiamo dell’impatto della guerra sulla sicurezza alimentare. L'analisi di Caitlin Welsh
L’invasione russa sta aggravando la malnutrizione di milioni di persone e ritarda l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono delle peggiori forme di insicurezza alimentare. L’approfondimento di Caitlin Welsh, direttrice del Global food security program presso il Center for international and strategic studies, Csis, sulla rivista Formiche 192
Tecnologia e food diplomacy. La scommessa italiana raccontata dal prof. Riccaboni
L’agroalimentare è sempre più influenzato dal cambiamento climatico, a sua volta connesso anche alle modalità con cui sono prodotte le derrate. Si tratta di un grande thread dell’attualità, che riguarda tutti e che ci spinge a rendere le produzioni e le imprese del settore sempre più attente all’ambiente e all’equità sociale. In tutto questo l’Italia può cogliere una grande opportunità. L’analisi di Angelo Riccaboni, professore di Economia aziendale presso l’Università degli studi di Siena e presidente della Fondazione Prima di Barcellona
Chi vincerà al grande gioco dei Paesi emergenti? Le risposte di Stefanini
Con la Cina la gara è nel dinamismo industriale, nell’alta tecnologia oltre che nella deterrenza in difesa dello status quo di Taiwan. Ma il teatro della competizione con Pechino, come con Mosca, non è solo bilaterale. È mondiale. Ci confrontiamo con entrambi in Africa, America Latina, Asia centrale, Medio Oriente e nel Mediterraneo. Il punto di Stefano Stefanini, senior advisor dell’Ispi e già rappresentante d’Italia alla Nato
Io ballo da sola. Potenze in ordine sparso nella visione di Pelanda
Dieci anni fa i ricercatori scenarizzarono un confronto crescente tra sinosfera e amerosfera, cioè una nuova Guerra fredda tra America e Cina, e la sua evoluzione come competizione per espandere le sfere di influenza nell’area grigia che stava in mezzo ai due blocchi: circa cinque miliardi di persone in molteplici Stati non allineati a fronte di circa tre miliardi di abitanti collocati nei due blocchi. L’analisi di Carlo Pelanda, professore di Economia e politica economica, Università Guglielmo Marconi di Roma e membro dell’Oxford institute of economic policy