Il caso di una dottoressa imprigionata per un suo commento sul conflitto in corso è un esempio di come le denunce tra cittadini alimentino un clima di paura e repressione in cui il dissenso viene stigmatizzato, minacciando la libertà individuale e il futuro della società russa
Esteri
Grecia, Cipro e Turchia. Scatto sulla difesa per il futuro del Mediterraneo
Mentre Grecia e Turchia proseguono nella normalizzazione delle relazioni diplomatiche, Atene, Nicosia e Ankara potenziano le rispettive difese, segno che le prospettive complessive per il Mediterraneo settentrionale e orientale sono sempre più improntate alla deterrenza.
Con Trump l'Egitto avrà un ruolo centrale, tra Africa e Medio Oriente. Ecco perché
Il Cairo si posiziona come un attore fondamentale per la politica statunitense in Medio Oriente e (Nord) Africa. Sisi troverà in Trump un partner pragmatico e non ideologico/idealista
Davanti alla minaccia russa, l’Europa deve essere unita. Scrive Terzi
Per il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata (Fratelli d’Italia) le guerre in Cecenia e le tragedie come il teatro Dubrovka e Beslan ci ricordano la brutalità del potere russo e la necessità di un’Ue unita per garantire una pace giusta e duratura. Ecco il suo intervento all’evento conclusione della mostra “Berlino abbraccia Berlino” negli spazi della Galleria Russo a Roma
Tensione nei Balcani. Cosa c'è dietro il riarmo della Serbia
Non c’è solo Ankara tra i massimi sostenitori di Vucic, ma probabilmente anche la nuova amministrazione americana di Donald Trump con cui il presidente serbo si è preoccupato negli anni di mantenere un costante rapporto, fatto di mediatori in loco e di relazioni. Tra questi spicca l’ex inviato di Trump per il dialogo Serbia-Kosovo, Richard Grenell, diplomatico, al momento in attesa di un incarico che, già in occasione della convention repubblicana di Milwaukee aveva messo l’accento sull’importanza di una buona cooperazione tra Stati Uniti e Serbia
Così il Brasile si prepara al G20, tra Occidente e Cina
Il Brasile sotto i riflettori del G20. Il Paese guidato da Lula vuole evitare sbilanciamenti, anche attendendo il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. La valutazione tra la Belt & Road, l’iniziativa diplomatica e la gestione delle proprie ambizioni internazionali in mezzo alla competizione tra potenze, prima del vertice globale di Rio de Janeiro
Vi racconto la svolta liberale di Trump nel solco di Reagan. Parla Montanari (Atr)
Il Department of Government Efficiency (Doge) dovrà ristrutturare l’intero apparato burocratico statale, rendendolo più vicino alle imprese e alle necessità dei cittadini. Nelle intenzioni, l’organismo guidato da Elon Musk taglierà del 30% la spesa federale e agirà presumibilmente sul sistema sanitario e su quello educativo. L’intuizione rappresenta una svolta liberale per la politica del neo presidente degli Usa, ma i dazi farebbero male all’economia statunitense. Conversazione con Lorenzo Montanari, vice presidente dell’Americans for Tax Reform
Tra fazionalismi e visioni del futuro. L'arena del G20 vista da Dian (UniBo)
Il vertice che si aprirà tra poche ore vedrà il manifestarsi di trend già presenti in passato, come l’emergere del Global South e il confronto tra G7 e Brics. Ma anche nuovi fenomeni, come la “discrasia” americana. L’opinione di Matteo Dian, professore associato di Storia e Relazioni internazionali dell’Asia Orientale presso l’Università di Bologna
Perché la Turchia nei Brics non preoccupa (al momento) la Nato. Parla Politi
Il direttore della Nato Defense College Foundation: “I Brics hanno una guida problematica, questo è noto, però finché tutto si svolge in linea con ciò che l’alleanza fa, nessuno può sollevare dubbi”. Ma se ammessa, la Turchia sarebbe il primo membro della Nato ad aderire all’alleanza Brics che si definisce un contrappeso alle potenze occidentali e i cui aderenti hanno posizioni in contrasto con l’Occidente praticamente su tutti i dossier più rilevanti, come le guerre in corso
Qualcuno ha il timore che Meloni scali posizioni. Parla Pombeni
Paolo Pombeni, professore emerito all’università di Bologna e direttore della rivista il Mulino, partendo dal veto di socialisti e verdi alla nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Europea, ragiona sugli errori commessi anche dal Pd contro un candidato italiano e sull’impasse che potrebbe riversarsi sul governo dell’Ue