Intervista all’esponente popolare, già vicepresidente del Parlamento di Bruxelles, in occasione della giornata dell’Europa: “La nostra fortuna? Si chiama Ue, ci ha evitato una guerra per 80 anni: e non è poco, di questi tempi. Nella testa di troppi a sinistra vedo l’Unione europea somigliare a una sorta di Unione delle Repubbliche socialiste europee di cui onestamente non sentiamo il bisogno”
intervista
Semipresidenzialismo alla francese. La ricetta di Guzzetta per le riforme
Il coinvolgimento delle opposizioni sull’agenda delle riforme è “un fatto meritevole di apprezzamento nella grammatica costituzionale”, dice il costituzionalista di Tor Vergata. “L’instabilità in Italia è figlia della inveterata abitudine a fare e disfare i governi in Parlamento senza ricorrere alle elezioni. Se si vuole che i cittadini contino di più e sentano di contare, bisogna cambiare schema. Ecco perché il semi-presidenzialismo alla francese farebbe al caso nostro”
La Bce ha fatto quello che doveva. Ma la fine dei rialzi è vicina. Parla Codogno
L’inflazione è il nemico pubblico numero uno della crescita, Francoforte ha semplicemente dato seguito al suo mandato. Con ogni probabilità i tassi si fermeranno al 4%. Giusto prevedere piani di rientro per il debito su misura. Meloni? Un fisco più amico aprirà la strada alla riduzione delle tasse. Intervista a Lorenzo Codogno, economista della London School of Economics
ll video di Berlusconi e l'asse Ppe-Ecr. Gasparri sulla convention di Forza Italia
Il radicamento in Europa, il ruolo nel Ppe e la prospettiva delle elezioni del prossimo anno. Le sfide interne e quelle a Bruxelles. Il sentore azzurro sui due giorni di Forza Italia: “Il nostro partito si è sempre distinta per avere portato avanti strategie e politiche di buongoverno. Europee? Un asse tra Ppe ed Ecr rappresenterebbe senza dubbio un’offerta politica interessante. Ora attendiamo i passi avanti anche di altri partner”
La locomotiva d'Europa ora è l'Italia. Melchiorre spiega perché
Le previsioni di crescita raccontano di un Paese tonico, a dispetto di una Germania che sembra battere la fiacca. E lo stesso vale per la Francia. Una percezione che non sfugge nemmeno ai mercati. Colloquio con il senatore di FdI e membro della Commissione Finanze
Meloni può essere la nuova Merkel, mentre Macron... Parla Rotondi
Il parlamentare centrista: “Macron? Come un sindaco (calante) al secondo mandato. Il peso specifico dell’Italia può aumentare esponenzialmente e il dialogo Ecr-Ppe inquieta le socialdemocrazie europee. L’Ue? Non ha controbattuto davvero alle politiche cinesi”
Lontano da Orbán, verso Meloni. Parla Gyöngyösi, leader di Jobbik
L’eurodeputato che sta trasformando il partito ungherese, una volta estremista, in centrista ed euro-atlantico è a Roma. Cerca gruppo a Bruxelles. La presidente di Fratelli d’Italia è “un’ispirazione”, dice a Formiche.net. Mentre Salvini e Berlusconi…
Come prepararsi agli shock cyber. La ricetta di Cristina Caballé (Ibm)
Nella seconda metà del 2022, il numero di attacchi cyber diretti al settore pubblico e ai governi è aumentato del 95% a livello mondiale, rispetto allo stesso periodo del 2021. Si tratta di un andamento da non perdere di vista. In termini di costo “l’Italia è l’ottavo Paese al mondo, con una spesa media di 3,74 milioni di dollari”. Cristina Caballé, Ibm Consulting Senior Partner & vice president Global Government, racconta a Formiche.net le strategie per una cyber resilience
Bene Tajani sulla Francia, ora convochi l'ambasciatore. Conversazione con Marco Valle
Dopo gli attacchi del ministro francese Darmanin, il vicepremier Tajani annulla l’appuntamento con la collega d’Oltralpe Colonna. “Offese inaccettabili all’Italia e al governo”, dice il ministro degli Esteri. L’esperto di questioni francesi: “Le esternazioni del ministro Darmanin rappresentano un’arma di distrazione di massa per nascondere i grossi problemi interni del governo francese. Non possiamo continuare a essere il pungiball per le loro questioni interne”
Così debito e poca crescita impattano sull'Italia. La versione di Pomicino
“Il mercato energetico di Amsterdam? Da chiudere. Invece è stato mantenuto in piedi con il risultato di un’inflazione da costi, non da domanda come negli Usa. La crescita? Difficile per via di una ripresa drogata, un aumento del debito e naturalmente un’inflazione legata al costo energetico di un mercato che non sapeva regolare”. Conversazione con l’ex ministro democristiano
















