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Il futuro (anche dell'Italia) è l'Africa. Parola dell'amb. Cangelosi

La politica estera italiana si è sviluppata su linee tradizionali: in Europa sulla normativa europea; nella Nato nel rispetto della linea atlantica. Ma l’Italia deve occuparsi in primis dei Balcani e dell’Africa. Conversazione con Rocco Cangelosi, già rappresentante permanente per l’Italia a Bruxelles e consigliere diplomatico del presidente Giorgio Napolitano, in occasione della Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina

Contro l'euroscetticismo, rafforziamo l'Ue. Le proposte socialiste spiegate da Picierno

Equilibrio dei conti pubblici, flessibilità per i piani di rientro dei Paesi con alto debito pubblico, sostegno agli investimenti, specie a quelli relativi alla transizione ecologica e a quella digitale. Sono queste le direttrici da seguire per il nuovo Patto di Stabilità. L’integrazione dell’Ucraina? Una nuova sfida, oltre i veti di Orban. Conversazione con la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno

Cavi sottomarini e dati. Perché la sicurezza subacquea è una questione geopolitica

Il ricercatore della Cornell University Nicolò Boschetti delinea le principali questioni securitarie riguardanti i cavi sottomarini. Il cui grande potenziale è accompagnato da vulnerabilità altrettanto grandi. E suggerisce come ridurre i rischi connessi

Kyiv in Ue, il dialogo con Orban e il ruolo fondamentale dell'Italia. Parla Gardini

Con Orban bisogna instaurare un dialogo: ciò che ha fatto Meloni per poter arrivare al via libera sull’iter che permetterà l’integrazione dell’Ucraina in Ue. Le elezioni europee del 2024 saranno uno spartiacque: bisogna orientarsi verso un’Europa dei popoli, per rafforzarci politicamente. Conversazione con la deputata di FdI, Elisabetta Gardini

Bene Kyiv in Ue, ma il nodo è arrivare alle elezioni Usa. Le pagelle di Tocci all’EuCo

26 Stati membri legano il proprio futuro con quello dell’Ucraina. È un segnale che va nella direzione opposta a quello della stanchezza. Se tra il 2024 e il 2027 verrà creato un fondo speciale da 50 miliardi per l’Ucraina allora sarà un risultato stratosferico, molto al di là di tutte le aspettative. Conversazione con Nathalie Tocci, direttrice dello Iai

Piano Mattei e pragmatismo. La Cop28 e le ricadute per l'Italia spiegate da Gava

La valenza strategica dell’accordo finale raggiunto alla Cop28 è sotto gli occhi di tutti, sia per l’Italia che per l’Unione europea. Ribadiamo la posizione dell’Italia, che ha sempre rappresentato la necessità di un processo graduale per evitare che la transizione ecologica. Le risorse del Climate Fund costituiscono una base finanziaria che rafforza le intenzioni strategiche del Piano Mattei. In questo senso sarà fondamentale il ruolo delle aziende pubbliche. Conversazione con il viceministro al Mase, Vannia Gava

Dal Consiglio europeo, piccoli passi verso la difesa comune. L’analisi di Politi

“Non pretendo già da oggi l’esercito europeo ma almeno standardizzare i sistemi d’arma e per ora siamo ancora molto lontani. L’Ucraina? È chiaro che i Paesi occidentali devono tenere duro sul principio che non ci sono cambi di territorio se non concordati tra le parti. Non ci sono perché in quel caso si aprirebbe un vaso di Pandora in tutta Europa, anche a danno dei russi”. Conversazione con il direttore della Nato defense college foundation, Alessandro Politi

Cop28, i perché del compromesso. La versione di Lanza (Feem)

Considerate le condizioni e le divergenze, le conclusioni finali della Conferenza sul clima sono il massimo in cui si potesse sperare. La vaghezza dei termini lascia spazio di manovra, ma la marcia è innestata e i risultati indicano la direzione: avanti su metano, rinnovabili e Sud globale. Il direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei tira le fila delle due settimane di negoziati

Zelensky alla Casa Bianca, la leadership occidentale può affrontare più crisi. Parla Sendak

Per l’analista del Cepa, è molto importante che l’Occidente mostri la propria leadership su determinate questioni di politica estera, “il mondo se lo aspetta”. Ecco perché la visita di Zelensky negli Usa dimostra che il “villain club” non vincerà

Vi racconto il modello vincente (e dialogante) di Atreju. Parla Menia

Lo storico esponente della destra (Msi, An, FdI) mette l’accento su come la tradizionale convention che si apre giovedì prossimo è “la naturale prosecuzione di un modo di fare politica, niente affatto arroccato, come certa critica sostiene, ma aperto al dibattito con gli avversari e caratterizzato da un’idea propositiva: soluzioni accanto a valori”

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