“Credo che l’attuale tregua durerà e che Israele abbia colpito rapidamente e duramente perché conscio del tempo limitato a disposizione e del rischio di isolamento internazionale. Il prossimo conflitto? Impossibile da stabilire, ce ne sono molti latenti – per esempio in Africa occidentale”. Conversazione con Federico Castiglioni, ricercatore dello Iai e docente presso l’Università Link Campus di Roma
intervista
Meloni convince gli Usa. Ma per le europee c'è qualche rischio. Parla Tarchi
Il premier italiano viene annoverato tra le personalità più influenti dalla testata Politico. Ad essere apprezzata è la linea data dall’esecutivo in politica estera: un legame saldamente schierato con la Nato e a sostegno dell’Ucraina senza tentennamenti. Questo allineamento all’alleanza atlantica potrebbe però, elettoralmente, crearle quale problema in Europa, qualora avanzasse il gruppo Identità e Democrazia. In Italia, dal momento che l’alternativa Schlein non funziona, può dormire sonni tranquilli. Conversazione con il politologo Marco Tarchi
Payback tra legittimità costituzionale e coperture. L'opinione di Tria, Gellona e Lucaselli
“Payback distorsivo”, secondo Giovanni Tria e la sentenza del Tar un “primo traguardo importante” per Gellona (Confindustria dispositivi medici). Per Lucaselli (FdI), “finalmente si può ragionare su una revisione che lo elimini del tutto”
Virus, ci risiamo? In Cina nuovo boom di polmoniti e solita opacità. I consigli di Pregliasco
Esplodono in Cina i casi di polmonite non identificata. Il virologo Fabrizio Pregliasco allerta: “Pechino non faccia gli stessi errori del Covid-19 e sia più trasparente e collaborativa”. E segnala che potrebbe esserci una nuova carenza di farmaci
Israele-Palestina 100 anni dopo. Cosa è cambiato secondo il prof. Tonini (Unifi)
Le origini della questione israelo-palestinese risalgono a un secolo fa, con attori e dinamiche diverse. E la questione religiosa, allora come oggi, è soltanto una giustificazione. Conversazione con Alberto Tonini, docente all’Università degli Studi di Firenze
La torsione a destra in Ue è rischiosa per l'Italia, i centristi sono l'antidoto. Parla Danti
Se Salvini esulta, generalmente è perché un nemico dell’Italia ha vinto le elezioni. Ma in previsione delle consultazioni de 2024, i voti che verranno dati ad “Identità e democrazia” sono praticamente inutili, inservibili. Ai sovranisti, a varie gradazioni, si risponde con la politica e questa polarizzazione apre grandi spazi al centro. Conversazione con il vicepresidente di Renew Europe, Nicola Danti
Ok la manovra, ma a fare la differenza sarà il Pnrr. Parla Garavaglia
Il presidente della Commissione Finanze del Senato a Formiche.net: non sono stupito di tutte queste promozioni, è solo il giusto riconoscimento a una lucida politica economica e fiscale. Le elezioni europee e americane saranno due importanti test. Il Patto di stabilità? Era meglio rimandare tutto a dopo il voto comunitario
La vittoria di Wilders rischia di minare i piani europei di Meloni. L'analisi di Palano
Non sarà facile, per il sovranista Wilders, costruire un esecutivo con un parlamento così frastagliato. L’affermazione di Pvv porta acqua al mulino dell’anti-europeismo, una linea opposta a quella che sta tenendo Meloni. Mentre Salvini festeggia. E in Italia, Renzi gioca la sua partita ambigua, tenendosi lo spazio per appoggiare l’esecutivo in prospettiva della riforma istituzionale. Conversazione con il politologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Damiano Palano
Le forze populiste sono in buona salute. Cianfanelli (YouTrend) legge la vittoria di Wilders in Olanda
In Olanda trionfa la destra euroscettica di Geert Wilders, affermandosi in centri importanti come l’Aia e Rotterdam. Il contrasto alle politiche europee sull’ambiente ha fatto breccia sull’elettorato, disarcionando il premier in carica da tredici anni. Questa è una buona notizia per Salvini, meno per Meloni. Conversazione con Francesco Cianfanelli, analista di YouTrend
Unanimità addio? Così il Parlamento europeo si prepara all'allargamento secondo Pirozzi
Conversazione con l’analista dell’Istituto affari internazionali, secondo cui “il segnale politico da parte del Parlamento c’è stato, ma non è arrivato con la forza che sarebbe necessaria poi per smuovere veramente le acque”