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Gaza, Libano, riforme. Il dopo Cina per Giorgia Meloni

Si è chiusa con la tappa francese a Casa Italia la trasferta della presidente del consiglio in Cina, prima di rituffarsi nei dossier interni (ddl sicurezza, riforme) e internazionali (Gaza su tutti). Ecco il punto dei lavori

Il peso dell'economia nella corsa alla Casa Bianca. Scrive Polillo

2024 anno di votazioni. Occhi puntati su quanto è stato fatto e su quanto rimane ancora da fare. Soprattutto considerati i numeri sullo stato di salute dell’economia, con i suoi riflessi di carattere sociale e le conseguenti ricadute di carattere politico. L’analisi di Gianfranco Polillo

Vi racconto il giallo di Meloni che scontenta tutti. Scrive Sisci

Non è forse il momento di capire quale sia il calcolo cinese dietro gli accordi, ma di certo così il governo dell’Italia cammina su una lastra di ghiaccio molto sottile. Non c’è un solo ritorno positivo per gli alleati e ci sono solo ritorni negativi a tutto tondo. L’Italia avrebbe dovuto andare in Cina, sì, ma fare discorsi veri e onesti a Pechino. Il commento di Francesco Sisci

Pmi e cooperazione. Il riequilibrio tra Italia e Cina secondo Meloni

In una Cina che vede scendere i dati dell’attività manifatturiera per il terzo mese consecutivo, la cooperazione economica, commerciale, culturale e scientifica va incastonata in quadro di riequilibrio di rapporti, anche per non smarrire il vantaggio rappresentato dal sostegno a quelle aziende italiane che da tempo hanno deciso di investire in Cina. Particolarmente a Shanghai, dove secondo la premier “hanno contribuito allo sviluppo di questa straordinaria realtà”

Forza Italia si rinnovi per pescare al Centro. E Renzi... Parla Campati

Il leader di Italia Viva si schiera con il campo largo senza passare dagli organi del partito, generando una grande spaccatura interna. Non si sa bene quale sia il suo obiettivo nel lungo periodo, ma certamente questa mossa rivela un eccesso di tatticismo. Forza Italia, per recuperare voti al centro, deve aprire una piattaforma programmatica e rinnovare la classe dirigente. E il centrosinistra è troppo eterogeneo per funzionare. Colloquio con il politologo Antonio Campati

Un Paese che invecchia. L'urgenza di riforme in Italia secondo Bonanni

Le trasformazioni demografiche degli ultimi cinquant’anni sottolineano l’esigenza di politiche innovative nel mercato del lavoro e nel sistema educativo per affrontare le sfide socio-economiche e garantire la sostenibilità del Paese. L’analisi di Raffaele Bonanni, già segretario della Cisl

L’Italia alla corte di Xi, si poteva fare meglio. Il commento di Cangini

Stringere accordi commerciali in ordine sparso su materie delicate e strategiche come le auto elettriche, l’Intelligenza Artificiale, i semiconduttori e più in generale il settore high-tech non sembra il modo migliore per affrancare l’Europa e gli Stati che ne fanno parte dall’ombra incombente del dragone imperialista

Le ragioni di Meloni sulla Rai (ma non sulla postura in Ue). Parla Petruccioli

La lettera che Meloni ha mandato a von der Leyen in risposta alla relazione Ue sullo stato dei media in Italia contiene alcuni elementi di verità in particolare sui rilievi alla normativa che regola la governance della Rai. Il prossimo anno entrerà in vigore un regolamento europeo che mette fuori legge la normativa secondo la quale l’amministratore delegato non sarà più espresso dal governo. Ma in Europa l’Italia deve avere un’altra postura. Colloquio con l’ex presidente Rai, Claudio Petruccioli

Commercio e politica su due piani diversi. La visita di Meloni in Cina secondo Cangelosi

Il viaggio della premier analizzato dall’ambasciatore, già consigliere diplomatico del presidente Giorgio Napolitano: “È importante che ci sia stata questa visita e che si stia cercando di colmare un gap commerciale che si era accentuato subito dopo lo strappo della Via della Seta. Si tratta di ricucire e di ritrovare delle strade di cooperazione e seguendo la formula che ormai è adottata nel mondo occidentale”

Incontri a Pechino, cosa si sono detti Giorgia Meloni e Xi Jinping

Mantenere il canale aperto, dopo l’uscita dell’Italia dal memorandum della Via della Seta, così come fatto da altri stati membri dell’Ue che vantano buone relazioni commerciali con il Dragone senza per questo essere stati accomunati da un memorandum ad hoc. Secondo la premier, poi, “c’è un’insicurezza crescente a livello internazionale” e la Cina è un interlocutore inevitabile “per ragionare insieme su come garantire stabilità, pace, un interscambio libero”

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