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Nessuna alleanza con conservatori e nazionalisti. Il Pse (con Schlein) risponde a von der Leyen

Il Partito socialista europeo si è riunito nella capitale tedesca per approvare la Dichiarazione di Berlino sulla democrazia: nessuna alleanza con le forze conservatrici né nazionaliste, si legge. Una risposta alle aperture di von der Leyen. Presente anche la leader del Pd Elly Schlein

Vi spiego perché i popolari centristi votano Letizia Moratti. Scrive Merlo

La vera sfida non è solo quella di ricostruire un Centro nella coalizione di centro destra ma, soprattutto, di rilanciare il Centro nella politica italiana. L’intervento di Giorgio Merlo

Il nuovo patto di stabilità? Un freno agli investimenti. La versione di Tinagli

Conversazione con l’europarlamentare del Pd: “Le regole sui conti? Prevale il senso di una mancata opportunità e soprattutto i timori che questo nuovo assetto di fatto non sia sufficiente a far affrontare le sfide dei prossimi anni. Le nuove regole, essendo abbastanza stringenti anche per Paesi a medio debito, di fatto rischiano di frenare gli investimenti anche in quelle parti d’Europa che se li potrebbero permettere e che potrebbero trainare il resto del continente”

Europee chi vince e chi perde. Tutte le previsioni

Molto più che per Bruxelles, il voto per il Parlamento Europeo sembra destinato ad avere un’incidenza sull’assetto politico italiano. L’impatto dei risultati potrebbe determinare infatti una svolta tanto nella maggioranza quanto per l’opposizione. Se, come viene previsto dai sondaggisti, la premier uscirà rafforzata e il segretario della Lega Salvini ridimensionato, un riassetto di governo sarà inevitabile. Come sarà inevitabile anche il cambio di passo del Pd. Gli stress test sono in progress e si basano sulla temporanea concordanza dei sondaggi. L’analisi di Gianfranco D’Anna

La cintura nera di Giorgetti, lo scudetto di La Russa, il 1° Maggio di Conte e Schlein. Queste le avete viste?

Il lavoro in tutte le sue declinazioni ha pervaso gli ultimi sette giorni della politica italiana, che hanno fatto i conti con la Festa del Primo Maggio. Da Mattarella a Schlein (e Conte), fino ad arrivare a Giorgetti, che aveva Judo… Ecco le foto più belle degli ultimi sette giorni

Sequestro dei beni russi, cosa dimostra il caso Ariston. L'opinione di Pedrizzi

Sul tavolo ci sono alcune possibilità su come utilizzare i beni russi ma secondo la dottrina prevalente questi si possono sequestrare, ma non si possono confiscare, cioè sottrarre definitivamente, perché la Ue non ha titolo giuridico per la confisca. L’opinione di Riccardo Pedrizzi

La guerra di Macron e l’irresolutezza dell’Occidente. Il commento di Cangini

Screditando l’ipotesi Macron, l’Occidente si mostra irresoluto. Atteggiamento che non potrà che incoraggiare Putin ad alzare il livello dello scontro. Giova, in tale contesto, ricordare le parole di Norberto Bobbio: “Rinunciare alla forza in certi casi non significa mettere la forza fuori gioco, ma unicamente favorire la forza del prepotente”. Il commento di Andrea Cangini

Perché l'Europa di domani deve essere delle città. Parla Pizzarotti (Azione)

Revisione del green deal, politiche agricole attente ai territori e un maggior scambio in ottica di reciprocità tra Ue e città. Azione balla (non) da sola, ma la scelta di non andare con Renzi e Bonino è stata ponderata e strategica. Pizzarotti, dopo l’esperienza da sindaco di Parma, si candida a Bruxelles

Meloni riceve Abdullah II. Perché Italia e Giordania saranno strategiche per la crisi a Gaza

Punto di partenza del dialogo è la Risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza Onu, base su cui costruire l’auspicio comune: continuare con gli sforzi diplomatici in corso per un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio dei prigionieri. Amman ha rapidamente assunto un peso diverso rispetto allo scorso decennio e assieme a Egitto e Turchia compone una sorta di triumvirato del dialogo che recita un ruolo non secondario nell’economia complessiva della macro area che intreccia Mediterraneo, Africa e Medio Oriente

“Giorgia” funziona, il Pd è novecentesco. La campagna elettorale vista da Di Gregorio

Il nome della premier sulla scheda per le europee è una strategia comunicativa che pagherà. Il Pd, con i cartelloni e dopo la discussione sanguinosa sull’inserimento del nome della leader nel simbolo, rischia di non entusiasmare l’elettorato. Il pentastellati più coerenti, Calenda in testacoda mentre Renzi balla sulla soglia di sbarramento. Conversazione con il docente ed esperto di comunicazione, Luigi Di Gregorio

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