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Perché dopo la Brexit investirò a Londra

Londra, ovvero il cuore della Brexit. Sono atterrato ieri con un volo Easyjet da Roma. Il biglietto, comprato domenica, mi è costato 220 euro, cioè quanto un Frecciarossa tra Roma e Milano. Penso che senza le riforme e le liberalizzazioni della signora Thatcher nei primi anni ottanta mai oggi avrei potuto viaggiare low cost a queste tariffe tra Roma e…

Perché Regno Unito e Unione Europea sono quasi incompatibili

La si può pensare come si vuole. Un fatto è, tuttavia, incontrovertibile. Alla fine due diversi tipi di capitalismo non sono riusciti a convivere sotto lo stesso tetto e il divorzio è risultato inevitabile. Da un lato il modello anglo-sassone, tutto mercato. Dall’altra l’economia sociale, seppur coniugata nelle due forme distinte: il colbertismo e il modello renano. Parigi da un…

londra

Cosa si dice a Londra del futuro della City post Brexit

Di Simon Clark e Anuj Gangahar

Londra rischia di cedere migliaia di posti di lavoro nella finanza ad altri centri europei. Secondo un esponente di City of London Corp dipende tutto dall’abilità del Regno Unito di trovare un accordo politico che gli consenta, ora come outsider, di accedere al mercato unico. City of London Corp ha governato il miglio quadrato attorno alla Bank of England e…

Cosa significa per l'Italia far parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu

Italia e Paesi Bassi all’ultimo ballottaggio avevano gli stessi voti. E così, nel nome dell’unità europea, all’opposto di quanto è successo con la "Brexit", vince la diplomazia del buon senso. L’Aja decide di ritirarsi e Roma viene eletta, ma dopo un anno si dimette a favore dell'Olanda. Una scelta di unità e collaborazione senza precedenti. Un seggio a distanza di…

Perché l'Europa non può e non deve ignorare il referendum sulla Brexit

Caro Giuliano, hai ragione giuridicamente, ma la posizione è politicamente insostenibile. Non si può ignorare il referendum. Non ero e non sono favorevole alla Brexit, ma dopo l'accordo di febbraio era chiaro che bisognava prepararsi alla possibile uscita britannica. I sondaggi davano già un testa a testa, e pertanto se il popolare ex-sindaco di Londra Boris Johnson si fosse schierato o…

Asterix e Obelix

Come si vive la Brexit in Francia

Nei villaggi francesi del nord come del sud, la Brexit non è vissuta con sofferenza. Sembra piuttosto un episodio del torneo europeo di calcio, con gli inglesi che hanno preso il pallone e se ne sono andati; e poi l'Inghilterra non è poi così amata (Scozia, Galles e Irlanda di più) da stracciarsi le vesti se esce dall'Unione Europea, che…

Engie e Shell. Come i colossi britannici dell'energia sono poco elettrizzati dalla Brexit

L'industria energetica britannica è sotto choc. I principali analisti del settore sono concordi nel ritenere che nel breve periodo le conseguenze maggiori del Brexit saranno a carico dell’Europa; ma le previsioni per il medio-lungo periodo vedono le nuvole addensarsi sull’isola britannica. Il referendum britannico è rimasto al centro dei pensieri di operatori e analisti, politici e opinione pubblica, ma la…

La lezione di Giscard d'Estaing

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sta ponendo in evidenza la poca forza italiana nella politica internazionale, nonostante una lunga, consolidata ed efficace tradizione di rapporti con l’estero della nostra diplomazia. L’Italia sta vivendo difficoltà non di poco conto. Manca una politica di relazioni sia all’interno dell’Ue che in campo internazionale, non a caso il nostro Paese ha dovuto subire…

Gove e May

Gove e May, analogie e differenze di chi punta alla poltrona di Cameron

Tutti pensavano che dopo la vittoria della Brexit Boris Johnson, sindaco di Londra e icona della campagna per l’uscita del Regno Unito dall'Unione europea, avrebbe percorso senza ostacoli la corsi verso la direzione del Partito Conservatore, vuoto di leadership lasciato dal dimissionario David Cameron. Invece ieri, a sorpresa, l’eccentrico politico ha annunciato che non si presenterà alle elezioni per la successione del premier.…

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Tutte le divergenze fra Germania, Francia e Italia

Se all’indomani dell’esito del referendum inglese si voleva dare il senso di una maggiore unità dell’Europa, e se addirittura si voleva attribuire a una specie di direttorio europeo, composto dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia, un ruolo trainante dell’Unione nella direzione di una più stretta integrazione, bisogna dire che si è partiti con il piede sbagliato. Altro che visione comune…

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