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Popolari, unitevi o sarà la fine

Qualcosa si muove al centro, ma ancora troppo timidamente e con molte riserve e velleitarie presunzioni. Se tutti gli ex popolari, democratici cristiani, socialisti e liberali che sono accomunati dalla stessa ispirazione cristiana non si metteranno insieme alle prossime elezioni europee, rischiano il disastro. C'é ancora qualcuno che sembra confidare su ipotetiche auto sufficienze, ma è pura illusione. Noi "DC…

Come costruire l'area popolare

Per ricostruire l'area italiana dei popolari è necessario lavorare su due fronti: quello degli attuali partiti che, a diverso titolo, fanno riferimento al Ppe; partiti in corso di restauro, dopo le rotture intervenute nel Pdl e in Scelta civica, tenendo anche conto di quanto da tempo cova e ribolle nell'Udc; contemporaneamente si dovrà operare su quello assai più vasto e…

Il Pd non sarà mai centrista. Parola di Follini

Il Pd? Non cambierà identità, ragiona con Formiche.net l'ex senatore democrat Marco Follini, dopo aver letto l'editoriale del Corriere della Sera scritto da Ernesto Galli della Loggia. Follini spiega la sua visione sia della proposta di sinistra che di quella alternativa post berlusconiana che potrebbe attingere da un'identità ed una visione di caratura centrista. Ma senza rifare una Dc 2.0,…

Così nascerà il nuovo centrodestra italiano

Se fino a tre anni fa immaginare un nuovo centrodestra deberlusconizzato era considerato alla stregua di un’eresia, all’indomani dei primi sei mesi del governo delle larghe intese e soprattutto del movimentismo tra i pidiellini al governo, in questo finale di anno progressivamente si stanno delineando i contorni di quello che sarà giocoforza il contenitore alternativo al Pd targato verosimilmente Matteo…

Con o senza Monti alle Europee faremo comunque Centro. Parla Gargani

Le anomalie italiane? Si potranno correggere con “più centro” certifica l’europarlamentare del Ppe Giuseppe Gargani che, all’indomani del simposio romano che intende stimolare un nuovo contenitore popolare e alternativo alle sinistre, ragiona con Formiche.net su come essere popolari ma non populisti. E sposta al centro l’ago della politica italiana, nella consapevolezza che nel resto d’Europa la vera alternativa è tra…

Benvenuti al raduno popolare dei moderati italiani (in vista delle Europee)

In apparenza è solo un convegno, certamente significativo per disegnare il perimetro della nuova Europa attraverso lo strumento partitico del Ppe. Ma, nei fatti, è una kermesse-simbolo per tentare di comprendere qualcosa in più su come il centrodestra italiano post berlusconiano possa immaginare una nuova veste per nuovi orizzonti. Punto di partenza la consapevolezza di dover offrire una casa comune…

Voglia di Dc, un cattolico su due voterebbe una nuova Balena bianca

Un vento popolare soffia, da tempo, sul panorama politico italiano. Ma all'indomani del voto di fiducia al governo Letta, condito da larghe intese sempre più marcatamente democristiane (Letta, Alfano, Lupi, Quagliariello, Mauro solo per citare i nomi più significativi) ecco che l'appeal di una eventuale Dc 2.0 inizia ad essere materia di discussione anche tra analisti e di indagini tra…

La Bindi evoca l’Alfetta e io penso all’Arna

La Bindi evoca l’Alfetta e io, però, penso all’Arna. La Bindi in una delle sue recenti dichiarazioni sostiene di non vedere all’orizzonte nessuna Alfetta, alludendo alla sinergia governativa tra Letta e Alfano. La stagione delle larghe intese, che nella fusione dei cognomi dei due leader evoca uno dei più bei modelli dell’Alfa Romeo, rimanda alla stagione, quella degli anni 70…

cina

Telecom, Letta e Alfano. Il destro Crosetto ha sinistri presagi

“La rivoluzione liberale è morta con il voto di fiducia” certifica l'ex forzista Guido Crosetto, che dal pulpito di Fratelli d'Italia, scissionisti dopo Fli, ma prima degli alfaniani dal fu Pdl, prova a disegnare i contorni dell'embrione di formazione di centro nata ieri. “Quello in carica – dice a Formiche.net - è il governo della sinistra democristiana in chiave europea…

Il peccato di Andreotti? il debito pubblico non la mafia...

Lo giuro: l'ho appena sentito alla radio: la storica responsabilità di Andreotti non è la vicinanza alla mafia ma l'aver fatto parte della generazione che ha portato all'esplosione del debito pubblico. Nel paradigma dell'anomia gli economicisti hanno preso il posto dei giustizialisti

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