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Altro muro nel Baltico, questa volta sott'acqua. Così la Nato protegge le infrastrutture

Da un lato l’alleanza immagina le proprie contromosse, dall’altro arriva il vademecum di Cavo Dragone. Primo: la Nato risponderà a qualunque minaccia allo spazio aereo, terrestre o marittimo dell’Alleanza. Secondo: è allo studio un possibile “riallineamento globale” delle forze americane che potrebbero diminuire il proprio peso specifico in territorio europeo. Terzo: vanno annoverati come un “comportamento sconsiderato” gli sconfinamenti dei Mig russi nello spazio aereo Nato

Novorossyisk

Sottomarino russo in avaria nel Mediterraneo. Verso un bis della tragedia Kursk?

Per tutta l’estate la Nato ha dato la caccia ai sottomarini russi nel Mare del Nord e nel Mediterraneo, sia per proteggere un gruppo di portaerei statunitensi, in un contesto di crescenti tensioni, sia per monitorare le iniziative russe lungo la direttrice di marcia compresa tra Gibilterra e il Bosforo

Che cosa chiede Trump all'Ue per le nuove sanzioni alla Russia

Visto che dal vertice in Alaska in poi non si sono registrati progressi, l’Ue decide per una missione in Usa per le sanzioni, con l’obiettivo di convincere Mosca ad avviare trattative con Kyiv. Non è semplice, anche perché la Casa Bianca avanza precise richieste a Bruxelles sul gnl

Verso il vertice dei volenterosi. Anche Merz contrario (come Roma) all'invio di truppe

Differenti le posizioni alla vigilia del vertice dei volenterosi: solo Londra e Parigi puntano sull’invio di militari a Kyiv, mentre Berlino si allinea a Roma su soluzioni meno invasive. Il tutto mentre da Mosca giunge la prima apertura all’ingresso ucraino nell’Ue, ma non cessano i raid

È la Cina la chiave del puzzle ucraino. Procaccini spiega perché

“Non possiamo far finta di non vedere che esiste un asse formato dalla Cina, dalla Russia, ma anche dalla Corea del Nord e dall’Iran, il cosiddetto quartetto del caos, che ha un atteggiamento estremamente ostile nei confronti dell’Occidente”. Conversazione con il co-presidente del gruppo dei Conservatori di Ecr, Nicola Procaccini

Niente aiuti a Putin, mentalità da guerra fredda. Il botta e risposta Ue-Cina sull'Ucraina

La Commissione pressa Pechino, ma Xi replica a muso duro, sollevando il tema della guerra fredda e delle motivazioni alla base della mancata pace, come il sostegno militare occidentale a Kyiv. Nel mezzo l’incontro dei volenterosi di giovedì prossimo e il dibattito su come costruire le garanzie di sicurezza all’Ucraina

Ucraina e 11 settembre. Il nesso con l'art. 5 secondo Minuto Rizzo

L’esperto diplomatico, quando era vicesegretario della Nato, fu presente alle discussioni dopo l’attacco alle Torri Gemelle che coinvolsero gli alleati Nato nella solidarietà agli Usa, attaccati dal terrorismo internazionale: “Oltre all’art. 5 bisognerebbe cercare un consenso internazionale come un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di una serie di Paesi che possa firmare un trattato per garantire la frontiera Ucraina”

Non solo Gaza, tutte le preoccupazioni sulla crisi in Siria

Erdogan, già legato al governo di transizione, sta impiegando numerosi mezzi e uomini per sostenere l’unità territoriale, fornendo interventismo contro le Ypg. Queste ultime incarnano il braccio siriano del gruppo terroristico Pkk, che il presidente turco ha silenziato tramite le pressioni su Ocalan. Un puzzle che in Siria avrà un punto di caduta significativo. E la reazione di Netanyahu non si fa attendere

Belgrado guardi all'Ue e non alla Russia. Il consiglio di Meloni a Vucic

La visita deve essere letta sia come la spia di una visione atlantica comune, sia come opportunità per il governo di Belgrado di avere la spinta di Roma per proseguire con convinzione nella cosiddetta “riunificazione europea” dei Balcani. Italia sempre più pivot per una serie di iniziative legate a immigrazione, difesa, sicurezza dei confini esterni dell’Ue

Roma e Belgrado, tutti i dossier della visita di Meloni in Serbia

Giorgia Meloni, sarà oggi a Belgrado per incontrare, alle 18:30, il presidente Aleksandar Vucic. Per molte ragioni la Serbia va avvicinata all’Ue, traccia di cui Roma è ampiamente consapevole: per il suo contributo valoriale sulle riforme, per la capacità di trainare altri Paesi in un’ottica comunitaria sulla difesa, per la possibilità di migliorare gli scambi commerciali e la strategia contro l’immigrazione illegale

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