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C’è solo un modo per ridare fiducia ai cittadini. Bonanni spiega quale

Ci sarà battaglia nei prossimi mesi, nella speranza che tutti coloro che hanno coscienza delle evidenti distorsioni, ovunque schierati nel panorama politico, possano unirsi nella iniziativa referendaria per ricostruire le garanzie per ridare fiducia ai cittadini nell’unico modo possibile nelle democrazie. Il commento di Raffaele Bonanni

Eclatante ed interessante che la Corte europea dei diritti umani abbia accolto il ricorso dell’ex segretario dei Radicali Staderini e di altri cittadini italiani. Le loro tesi di ricorso si sono basate sulle continue modifiche delle leggi elettorali fino all’attuale “rosatellum”. Il ricorso ha denunciato le azioni ripetute nel tempo tese a comprimere i diritti dei cittadini elettori danneggiandoli nella libertà di espressione di scelta dei candidati nel Parlamento, garantito dall’art. 3 del protocollo numero uno della Convenzione europea dei diritti umani.

Ed infatti in questi ultimi anni il sistema elettorale è stato modificato 3 volte. È accaduto con la legge costituzionale numero 1 del 19 ottobre del 2019, che ha ridotto il numero dei parlamentari; con la legge 177 del 23 dicembre 2020 sulla redistribuzione elettorale; con la legge numero 84 del 20 giugno del 2022 che ha esentato alcuni partiti all’obbligo di raccolta delle firme autenticate per la presentazione delle liste elettorali per il rinnovo del Parlamento nazionale.

Insomma la Corte europea dei diritti umani, accogliendo il ricorso su descritto, chiede conto e ragione al governo italiano sulle denunciate violazioni che avrebbero leso il diritto dei cittadini elettori italiani a libere elezioni. Dunque al pettine vengono i nodi ricorrenti prodotti in continuazione dalle stesse forze politiche nelle loro alterne maggioranze per modellare le leggi a loro piacimento ed interesse, ma a spese di libere elezioni sulla scelta del corpo legislativo, e compromettendo così la fiducia per le istituzioni. D’altronde in tutto il periodo della cosiddetta seconda Repubblica si sono cambiate continuamente le regole del gioco democratico sempre a danno della libera scelta dell’elettore di poter dare fiducia a candidati riconosciuti più vicini alla loro specifica cultura politica, a candidati del proprio territorio, a candidati conosciuti e riconosciuti propri diretti rappresentanti.

Il sistema maggioritario è stato completamente orientato a negare i diritti degli elettori e quei requisiti propri di una Democrazia Parlamentare. Il potere di scelta del cittadino è stato consegnato ai capi partito con le conseguenze gravi che conosciamo. Cosicché la sfiducia di non poter scegliere i propri candidati ha decimato l’affluenza alle urne della metà del corpo elettorale. I segretari di partito in forza di questo anomalo potere per una libera associazione come dettato dalla Carta costituzionale, hanno trasformato le organizzazioni in partiti personali sostenuti da organismi pressoché chiusi, costituiti da membri nominati nelle assemblee elettive da loro stessi. Per queste considerazioni, ed oggi rafforzate dall’accoglimento del ricorso della Corte europea, che il 23 aprile il Comitato Referendario “io voglio scegliere”, ha depositato presso la Cassazione i quesiti per l’abrogazione degli articoli che nell’attuale legge elettorale ostacolano la libertà di scelta dei loro rappresentanti in Parlamento, e le norme che oggi consegnano ai capi dei partiti quel loro diritto inalienabile democratico.

Dunque ci sarà battaglia nei prossimi mesi, nella speranza che tutti coloro che hanno coscienza delle evidenti distorsioni, ovunque schierati nel panorama politico, possano unirsi nella iniziativa referendaria per ricostruire le garanzie per ridare fiducia ai cittadini nell’unico modo possibile nelle democrazie: attraverso alla piena partecipazione alla vita politica e sociale con partiti aperti; con cittadini tutti in grado pienamente di possedere il diritto di scelta del suo candidato, e di possedere anche il pieno diritto ad essere essi stessi candidati, alla condizione che altri cittadini e non altri lo vogliano.

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