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In un mondo digitale, riscopriamo l’importanza di scrivere a mano e leggere su carta

Di Marco Cruciani

La Fondazione Luigi Einaudi ha presentato al Salone del Libro di Torino l’Osservatorio Carta, Penna & Digitale, una campagna di sensibilizzazione che nasce a luglio dello scorso anno, quando in Senato Cangini ha presentato uno studio che ha raccolto le principali ricerche scientifiche internazionali sull’argomento, dal quale è emerso in modo chiaro come eliminare carta e penna significherebbe limitare drasticamente le potenzialità dell’individuo

“La penna che corre sul foglio è un suono leggero, la musica del nostro pensiero. Leggere un libro di carta coinvolge tutto di noi. Il progresso deve aggiungere non togliere: il computer è uno strumento che ci permette una scrittura senza cancellature, così facciamo finta di far sparire le nostre incertezze. Ma i nostri errori e i nostri dubbi sono parte di noi. Prendiamo appunti”. È il messaggio promosso dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, attraverso un video proiettato questo pomeriggio al Salone del Libro di Torino in occasione della presentazione dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi. “Il Miur – si legge al termine del filmato – partecipa alla campagna di sensibilizzazione della scrittura a mano e della lettura su carta promossa dalla Fondazione Einaudi”.

Non una battaglia di retroguardia, tutt’altro. Con l’obiettivo di trovare il giusto equilibrio tra gli strumenti tradizionali e il “nuovo”, l’evento, organizzato in collaborazione con l’Unione Industriali di Torino, ha rappresentato un momento di approfondito confronto, su base scientifica, riguardo alle conseguenze che determina l’abuso di tecnologia digitale nei processi di apprendimento e sulla struttura cerebrale dei più giovani.

Insieme al segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini, a dar vita al dibattito c’erano lo scrittore Francesco Filippi, la grafologa Maria Teresa Morasso e il neuroscienziato Manfred Spitzer. Proprio quest’ultimo, autore tra gli altri dei libri Demenza digitale e Solitudine digitale, ha spiegato che “oggi disponiamo di un’evidenza incontestabile sul legame fra l’uso eccessivo delle tecnologie digitali, con gli smartphone in testa, e una serie di patologie che vanno dalla depressione propriamente intesa agli stati d’ansia, dall’insonnia ai disturbi alimentari. Ovunque nel mondo si sia applicata la tecnologia digitale al mondo della scuola i risultati sono stati fallimentari: calo delle competenze degli studenti, enorme esborso di denaro pubblico”. Per il neuroscienziato, “bisogna aver studiato molto, prima di adoperare la rete in modo efficace”, e per studio, sottolinea, “intendo quello sui libri di carta, corredato da appunti presi a mano. Perché la scrittura tradizionale favorisce il processo di memorizzazione molto più di quella sulla tastiera”. Anche su questo, assicura,” disponiamo di dati incontestabili”.

“Siamo onorati, ma non stupiti, del fatto che le più importanti istituzioni culturali, associazioni e aziende del settore abbiano aderito all’Osservatorio Carta, Penna & Digitale”, ha detto il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini. “Non siamo stupiti perché certi che a nessuna persona avveduta e responsabile possa sfuggire la valenza sociale e civile di questa battaglia in difesa della scrittura a mano e della lettura su carta. Una battaglia in favore dei giovani, affinché, come auspicava Luigi Einaudi, ciascuno di loro possa sviluppare al massimo le proprie potenzialità, diventare un uomo libero e dare infine corpo ad una classe dirigente competente e consapevole”.

La campagna di sensibilizzazione della Fondazione Einaudi nasce a luglio dello scorso anno, quando in Senato Cangini ha presentato uno studio, promosso dalla Fondazione, che ha raccolto le principali ricerche scientifiche internazionali sull’argomento, dal quale è emerso in modo chiaro come eliminare carta e penna significherebbe limitare drasticamente le potenzialità dell’individuo. In quell’occasione il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara disse: “Il digitale non può né deve spazzare via la carta e la penna perché sono insostituibili. Alla logica dell’aut-aut preferisco la logica dell’et-et: valorizzare al massimo entrambe le opportunità”. Ad oggi fanno parte dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale, o del suo Comitato scientifico, le principali realtà culturali del settore, quali: Accademia della Crusca, FIEG, Comieco, Moleskine, Federazione Carta e Grafica, Associazione italiana Editori, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Associazione Grafologi italiani, ANPE, Pliniana, Gruppo editoriale ELI, Consiglio nazionale Ordine Psicologi, Anitec-Assinform, Bona industrie grafiche, Tecnostampa.

 

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