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Con Virginia Raggi, ma anche con Beppe Sala. Pecoraro Scanio torna in campo

Pecoraro Scanio

Conversazione con l’ex ministro dell’Ambiente e delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio: “Nella capitale, con la lista Roma Ecologista, sosteniamo Virginia Raggi perché ha governato bene e merita una seconda opportunità. A Milano, invece, con Beppe Sala e a Napoli con Gaetano Manfredi”. Sta nascendo un nuovo movimento politico di ispirazione verde? “Non un movimento vero e proprio, ma una campagna che si chiama Eco-digital”

Lo potremmo quasi definire il grande ritorno di Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente e delle Politiche agricole e docente presso le università Federico II di Napoli, Milano Bicocca e Roma Tor Vergata. Grande sostenitore di Virginia Raggi e ispiratore della lista Roma Ecologista, a supporto della ricandidatura della sindaca uscente, capeggiata da un altro ex ministro del secondo governo di Romano Prodi, l’urbanista Alessandro Bianchi che tra il 2006 e il 2008 guidò il dicastero dei Trasporti. Pecoraro Scanio in pratica sarà presente in tutte le principali città al voto il 3 e il 4 ottobre: nella capitale con i cinquestelle, a Milano con il Pd, a Napoli sia con gli uni che con gli altri. Mai però con il centrodestra, ha ribadito. L’obiettivo – ha affermato in questa intervista a Formiche.net – è andare oltre l’esperienza dei partiti ambientalisti degli ultimi vent’anni per dimostrare come in fondo, anche ai tempi della transizione ecologica, ci sia ancora bisogno di una forza politica che possa definirsi in qualche modo verde.

Pecoraro Scanio, partiamo dalle basi. Perché Raggi?

Innanzitutto perché preferisco stare dalla parte dei più deboli e dei più denigrati, soprattutto quando lo sono ingiustamente come nel caso di Raggi. Direi che dunque il primo motivo è etico: la politica non dovrebbe diventare insulto quotidiano.

È tutto o c’è dell’altro?

Ci sono anche altre ragioni, ovviamente: Raggi, a fronte di un compito difficilissimo, ha fatto bene. Ha trovato macerie e ha iniziato a ricostruire, a partire dal tema della legalità. Cinque anni fa ereditò una città in cui si parlava solo di mafia capitale mentre oggi oggettivamente questo alone di criminalità non c’è più.

La Corte di Cassazione ha però escluso il carattere mafioso di quella vicenda e alcuni dei protagonisti sono stati anche assolti. Come la mettiamo?

Non mi concentrerei tanto sugli aspetti giuridici di quell’inchiesta. Voglio dire che, al di là della definizione, Roma ha fatto sicuramente importanti passi avanti dal punto di vista della legalità.

Qualche problema però in verità, da questo punto di vista, c’è stato anche nell’ultimo quinquennio. Non vanno contati?

Contano certo, ma obiettivamente il clima a Roma è cambiato. Gli appalti sono tornati a essere tutti pienamente regolari e in una città in cui si facevano solo le somme urgenze mi lasci dire che non è affatto poco. L’amministrazione è stata sempre corretta, trasparente ed equidistante rispetto agli interessi privati.

Praticamente quindi possiamo definirla un super tifoso dell’amministrazione Raggi. Giusto?

Ma no, non è così. Credo anche ci siano stati tanti limiti ed è per questo che non sostengo il Movimento 5 Stelle, ma una lista ecologista in appoggio alla candidatura di Raggi. E che lista, voglio aggiungere.

Cioè?

Nel senso che esprime autentiche eccellenze. Sarò di parte certo, ma abbiamo grandi valori. Mi limito a citare l’ex ministro di Prodi Alessandro Bianchi, che è il capolista, l’esperto di protezione ambientale del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo Lapo Sermonti e Alessandro Cardente, ex presidente del IV municipio di Roma (oggi terzo, ndr) ai tempi di Walter Veltroni sindaco.

Ma quella ecologista pro-Raggi è davvero, come si dice, la lista di Pecoraro Scanio a Roma?

Mi ritengo un semplice sostenitore, come lo è ad esempio anche Angelo Consoli, il direttore dell’ufficio europeo di Jeremy Rifkin. A Napoli invece sostengo la candidatura di Gaetano Manfredi mentre a Milano Beppe Sala.

Praticamente, si sta per andare a configurare un movimento verde di Pecoraro Scanio. O no?

Non un movimento vero e proprio, ma una campagna che si chiama Eco-digital e che punta a mettere insieme transizione ecologica e digitale. Sosteniamo anche alcuni candidati ai consigli comunali.

Addirittura?

Certamente, in via trasversale alle varie liste in campo. A Milano Matteo Milione che è candidato con Sala, a Bologna Massimo Bugani che è il capolista dei cinquestelle, a Napoli Nelide Milano di Europa Verde e Ciro Borriello e Flavia Sorrentino che si presentano come indipendenti nel Movimento.

E sulla base di cosa li sostiene?

Semplice, perché condividono l’idea che a tutti i livelli di governo oggi la priorità sia rappresentata dalla transizione digitale ed ecologica. Nel 2021 i movimenti ambientalisti del passato non bastano più, dobbiamo superarli. Andare oltre.

Ad esempio?

Penso al Nucleo Ambiente e Decoro della capitale, istituito da Raggi contro chi abbandona i rifiuti in strada. Con la lista Roma Ecologista proponiamo di passare da 50 a 500 telecamere e da 25 a 200 agenti di polizia. Perché funzioni, occorre puntare forte sul digitale: servono le telecamere, i droni, i satelliti, l’intelligenza artificiale.

Ecco appunto, tornando a Roma. Ma l’esplosione della questione rifiuti nell’ultimo quinquennio, da ecologista, non la mette un po’ in difficoltà nel sostegno all’amministrazione uscente?

Anche i componenti della lista sostengono che il lavoro di Raggi sui rifiuti è da rafforzare. Ma perché ciò accada è necessario eleggere in Assemblea Capitolina consiglieri che non siano sleali come quelli dell’ultima consiliatura. Non dimentichiamoci che il gruppo ha avuto tantissime difficoltà.

Fino al punto di chiudere il quinquennio praticamente in minoranza, con numerosissimi ex consiglieri cinquestelle oggi schierati con altri partiti. Come se lo spiega?

Può accadere, com’è successo anche a Luigi De Magistris a Napoli. Certo, mal comune non è mezzo gaudio. Però che il presidente in carica dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, si candidi con Forza Italia non può essere certo imputato a Raggi.

Ne è sicuro? Voglio dire, e glielo chiedo come esponente politico di lungo corso: è colpa degli altri o è un demerito del sindaco uscente aver perso così tanti pezzi per strada in questi anni?

Non userei la parola colpa, ma propendo comunque per la prima ipotesi: la sindaca ha continuato a governare secondo i principi del movimento al quale appartiene mentre molti degli eletti con i cinquestelle sono passati ad altri partiti. Poi ognuno è libero di fare le sue scelte, ma lei è stata coerente con i valori di partenza. E infatti può contare sull’appoggio di Alessandro Di Battista che è uscito dal movimento ma è convintamente al suo fianco in vista delle prossime comunali. Per la precisione, però, sostiene la nostra lista ecologista.

Intanto però a Roma i rifiuti continuano a essere un enorme problema mentre di discariche e impianti non si vede neppure l’ombra. Il Campidoglio non è stato a suo avviso troppo inerte sul tema, per usare un eufemismo?

I grandi impianti e i grandi interventi sono di competenza regionale. A Roma, visto che in molti da anni sono impegnati in un’autentica caccia ai danni di Raggi, hanno cercato di far credere che fosse responsabilità del Campidoglio. Ma così non è.

Quindi il comune non avrebbe responsabilità?

Può aver avuto una corresponsabilità, ma è la Regione in particolare che finora, purtroppo, non è riuscita a costruire un sistema adeguato. Se la ricorda, a suo tempo, la crisi dei rifiuti in Campania? Mica si disse che fosse stata principalmente causata dal comune di Napoli: giustamente si additò la Regione. Stavolta non è diverso.

Ma Roma non deve essere autonoma sui rifiuti?

Autonoma deve essere la Regione Lazio. La questione, lo ribadisco, è in primis di carattere regionale.

Tornando a Di Battista, ma pensa davvero che possa fare ancora la differenza alle urne?

Ne sono sicuro. Il suo sostegno, sommato a quello di Giuseppe Conte, consentirà a Raggi di arrivare al ballottaggio.

E i sondaggi? Al momento dicono altro.

I sondaggi vengono fatti per essere smentiti. E poi Raggi merita una seconda opportunità: ha svolto un lavoro importante, deve poter portare a compimento le politiche che ha avviato negli ultimi cinque anni.

Ma se così non fosse? Se cioè non arrivasse al ballottaggio, lei cosa farebbe? Voterebbe Gualtieri?

Voterei comunque contro le destre, questo è sicuro. Quindi sì, eventualmente voterei anche per Roberto Gualtieri. Ma credo che la stessa la dovrebbero fare gli iscritti e gli elettori del Pd nel caso in cui la sindaca arrivasse al ballottaggio al posto del candidato dem.

Ma a suo avviso Raggi al secondo turno voterebbe Gualtieri? E sarebbe disponibile nel caso a dirlo apertamente?

Non posso sapere cosa farebbe Raggi in quel caso. Ma vedrà, non ce ne sarà bisogno.

 

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