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Difesa, industria e multi-dominio. L’audizione di Profumo al Copasir

Nelle giornate calde della Difesa europea e del Trattato del Quirinale, Alessandro Profumo è stato audito dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal senatore Adolfo Urso. A piazza San Macuto si è parlato di sfide, minacce e opportunità di cooperazione sul fronte internazionale. Leonardo, spiega la nota, “costituisce un asset strategico per il Paese”. E il Comitato lancia l’indagine conoscitiva sull’industria aerospaziale

Difesa europea, nuovi domini di competizione e progetti di coop. Questi i temi dell’audizione di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal senatore Adolfo Urso (qui l’intervista di Formiche.net, dal caso Tim all’Energia). Profumo è arrivato a piazza San Macuto ieri pomeriggio, nel pieno delle settimane calde per la Difesa europea, tra Strategic Compass, Trattato del Quirinale e delicati dossier industriali.

L’audizione ha passato in rassegna prima di tutto “l’impatto che la crisi pandemica ha prodotto sul gruppo industriale e come questo sia stato in grado di reagire nelle sue diverse articolazioni”, elementi che sono visibili nei dati sui primi nove mesi dell’anno dell’azienda, approvati a inizio novembre dal cda presieduto da Luciano Carta. “Si sono dunque esaminate le attività dell’azienda impegnata in manifattura e innovazione”, ha spiegato il Copasir, senza tralasciare una valutazione della “minaccia che può interessare un gruppo industriale come Leonardo che costituisce un asset strategico per il Paese”.

Si è inoltre analizzato “l’approccio di Leonardo ai diversi ambiti della difesa: oltre ai tre domini tradizionali di acqua, terra ed aria ci si è focalizzati anche sul cyberspazio e l’aerospazio, divenute le nuove frontiere su cui si muovono importanti interessi geopolitici in un momento storico caratterizzato da un approccio multi-dominio alla difesa”. È l’evoluzione che sta attraversando gli affari militari, la quale coinvolge sia il comparto industriale (più attento alle tecnologie dirompenti ed emergenti) sia quello della Difesa, che per l’Italia ha visto la nuova configurazione del Comando operativo di vertice interforze (qui il focus)

Attenzione anche allo Strategic Compass dell’Ue e alle modalità con cui “un soggetto che opera nell’industria della difesa possa coprire gli ambiti in essa definiti”. D’altra parte, l’audizione di Profumo è rientrata in due indagini conoscitive avviate dal Copasir. La prima riguarda “il dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica”. La seconda, aperta con l’audizione di metà ottobre del generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Ue, si concentra “sulle prospettive di sviluppo della difesa comune europea e della cooperazione tra i Servizi di intelligence”. È stata attivata, spiegava la nota del presidente, in seguito agli spunti offerti nelle precedenti settimane dalle audizioni dei ministri Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, dei direttori di Dis e Aise, Elisabetta Belloni e Giovanni Caravelli, del sottosegretario all’intelligence Franco Gabrielli, e dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo, tra gli ultimi a lasciare Kabul in qualità di rappresentante civile della Nato (qui l’intervista di Formiche.net). Più recente, inizio ottobre, l’audizione del generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore della Difesa fino a venti giorni fa, quando ha lasciato il posto all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

Ad alimentare l’attenzione del Copasir il dibattito recente sulla Difesa comune europea. “Il Comitato – spiegava la nota di Urso – intende concludere l’indagine conoscitiva in tempo utile a fornire al Parlamento elementi informativi affinché l’Italia possa intervenire con piena consapevolezza nel processo decisionale dell’Unione europea già nel prossimo decisivo semestre”, quello a presidenza francese, con Parigi che si prepara ad accelerare sul tema. L’altro fattore di urgenza discende dall’elaborazione dello Strategic Compass dell’Ue, la cui prima bozza è stata presentata già nelle scorse settimane (non senza alcune perplessità). Il contributo del Copasir servirà a fornire un quadro utile alla strategia nazionale nel dibattito europeo, particolarmente delicato considerando le sensibilità delle varie parti interessate (compresi Nato e Stati Uniti).

Negli ultimi giorni, inoltre, il tema si è caricato di attesa sul fronte industriale, visto il dossier che coinvolge le ex Oto Melara e Wass, al centro ieri seri dell’incontro tra i ministri della Difesa Lorenzo Guerini, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e dell’Economia Daniele Franco. Al Copasir, con Alessandro Profumo, “si è tracciato un quadro delle relazioni internazionali del gruppo anche in riferimento alle ipotesi di nuovi progetti comuni europei e atlantici e ad eventuali conseguenti riassetti industriali”.

Per Leonardo, oltre alla quotazione di Drs (in attesa di condizioni di mercato favorevoli) tra le operazioni più rilevanti degli ultimi mesi c’è l’acquisizione del 25,1% di Hensoldt, leader in Germania nel campo della sensoristica, con ambizioni in crescita tra robotica e cyber-security. Nell’incontro di fine aprile con la collega tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer, il ministro Lorenzo Guerini lo definiva “un passo importante che può dar vita a un campione europeo nell’elettronica per la Difesa”. Profumo lo descriveva come “un’operazione di lungo periodo volta al rafforzamento del nostro portafoglio in un’area strategica come quella dell’elettronica per la difesa nella sensoristica”. Rientra nel consolidamento del “core business”, uno dei pilastri del piano Be Tomorrow 2030 voluto da Profumo già prima della pandemia. A tale obiettivo mira anche l’acquisto del 30% di GEM Elettronica (annunciato ad aprile) per il rafforzamento nel settore navale, che l’azienda marchigiana presidia con i suoi radar 3D di piccole e medie dimensioni, sistemi inerziali in fibra ottica, sistemi di sorveglianza e sensori elettro-ottici. Più recente (a luglio) la firma sul contratto preliminare per l’acquisizione del 70% del capitale sociale di Alea, società specializzata in software di comunicazione “mission critical”, con cui Leonardo punto a rafforzare “il portafoglio d’offerta nelle comunicazioni professionali”.

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