Il quinto vertice Italia-Algeria ha rimarcato la centralità strategica e geopolitica dei corridoi energetici e digitali tra Europa e Nordafrica. Il progetto Medusa, assieme al Piano Mattei e al Global Gateway dell’Unione europea, rappresentano i tasselli di un mosaico euromediterraneo in continuo mutamento, che vede l’Europa muoversi per espandere la propria sfera di influenza e rafforzare la propria sicurezza energetica e tecnologica, consapevole della posta in gioco
Il quinto Summit Italia-Algeria di Villa Doria Pamphilj ha marcato, nuovamente, la centralità della progettazione e realizzazione dei corridoi energetici e digitali tra Europa e Nordafrica, interconnessioni strategiche tra le due sponde del Mediterraneo. La cooperazione tra Unione europea e Nordafrica intreccia competizione geopolitica, economica e tecnologica. Al centro di questa partita spicca Medusa, un ambizioso progetto di cavi sottomarini lungo 7.100 chilometri che collegherà Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Cipro con Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto. Con un finanziamento di 342 milioni di euro provenienti dall’Ue e dalla Banca Europea per gli Investimenti, Medusa punta a rafforzare la connettività digitale, la ricerca scientifica e il commercio regionale e interregionale nordafricano.
La posta in gioco è alta: i cavi sottomarini trasportano il 97% del traffico Internet globale, veicolando ogni giorno transazioni finanziarie per 10 trilioni di dollari. Oggi oltre la metà delle infrastrutture appartiene a operatori statunitensi – 426 cavi su scala globale – ma la Cina, attraverso la Belt and Road Initiative, punta a controllarne oltre il 60% entro la fine del 2025, trasformandoli in strumenti di influenza economica. In questo scenario, Medusa diventa una pietra angolare della Global Gateway Strategy, la risposta europea alla Nuova Via della Seta di Pechino.
Connettere il Nordafrica significa rafforzare l’ecosistema universitario e scientifico locale: Medusa unirà 500 università e centri di ricerca in Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia, offrendo una capacità di 200 gigabit al secondo per i prossimi 20 anni. Le Pmi nordafricane avranno una velocità Internet 200 volte superiore, integrandosi nella rete di ricerca e sviluppo europea. Bruxelles punta così a consolidare la propria influenza nel continente africano, contrastando l’avanzata sino-russa con un modello di cooperazione basato su sviluppo, sicurezza e investimenti sostenibili.
L’Italia nel Mediterraneo
Un ponte che unisce approvvigionamento digitale ed energetico, rafforzando la sicurezza delle forniture tra Europa, Nordafrica. È questa la visione che guida le nuove strategie di connettività nel Mediterraneo, dove l’Italia cerca di riaffermare il proprio ruolo di snodo centrale. Con il Piano Mattei, Roma punta su una strategia quadriennale articolata in sei pilastri – istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua, energia e infrastrutture – per creare nuove forme di cooperazione tra le due sponde del mare comune. L’obiettivo è sviluppare sinergie sui temi considerati cruciali per la stabilità regionale, come la gestione dei flussi migratori e la transizione energetica, trasformando queste sfide in interessi condivisi con l’Europa e con l’Africa.
Accanto al Piano Mattei e al progetto Medusa, che mira a potenziare l’integrazione digitale euro-africana, la connettività nel Mediterraneo si fonda anche su infrastrutture energetiche già operative e su nuovi investimenti. Tra questi ha particolare rilevanza Elmed, un cavo sottomarino di 220 chilometri che collegherà Partanna, in Sicilia, a Mlaabi, Capo Bon, Tunisia, consentendo lo scambio di elettricità prodotta da fonti rinnovabili, favorendo la decarbonizzazione e la sicurezza energetica delle due sponde. A questo si aggiunge il Transmed, conosciuto anche come gasdotto Enrico Mattei: una dorsale lunga 2.475 chilometri che trasporta il gas dai giacimenti algerini di Hassi R’mel fino alla rete italiana, attraversando per 370 chilometri il territorio tunisino, che beneficia del 5,25% del gas trasportato. Un’infrastruttura che, insieme al gasdotto libico GreenStream, completa il mosaico di connessioni che legano il Mediterraneo, rendendo l’Italia un hub naturale per l’energia e la digitalizzazione tra Africa ed Europa.
Global Gateway: l’Europa ridisegna la propria proiezione esterna
Tutti questi progetti si inseriscono nella Global Gateway, lanciata nel 2021 dalla Commissione europea per promuovere collegamenti intelligenti, sicuri e sostenibili nei settori digitale, energetico e dei trasporti. L’iniziativa mobiliterà fino a 300 miliardi di euro attraverso un approccio Team Europe che unisce Stati membri e istituzioni finanziarie. A differenza del modello cinese, l’Ue punta su infrastrutture di qualità, rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto e degli standard ambientali.
La corsa alla connettività nel Mediterraneo non è solo tecnica: è una partita geopolitica che ridefinisce gli equilibri di potere. Medusa, Elmed e il Piano Mattei sono tasselli di una strategia europea volta a mantenere il Nordafrica nella propria orbita, contrastando Cina e Russia. La sfida è duplice: garantire sviluppo reale ai partner africani e consolidare la sicurezza e la stabilità nel Mediterraneo, integrando sicurezza, resilienza economica e proiezione geopolitica, individuando con i partner cointeressenze e interessi collettivi.
La strategia, basata sul Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (Efsd) e sull’approccio Team Europe, mobiliterà fino a 300 miliardi di euro, di cui metà destinati all’Africa, favorendo il friendly-shoring e nearshoring, la sicurezza delle risorse critiche, la gestione della migrazione, l’influenza geopolitica e gli obiettivi di allargamento. Il coinvolgimento del settore privato europeo avrà un ruolo centrale: le iniziative Global Gateway dovranno essere guidate da imprese e investitori europei, rafforzando parallelamente la sinergia tra Stati membri, istituzioni comunitarie e attori privati.
La diplomazia energetica e tecnologica diventa così strumento di intelligence tra interesse strategico europeo e cooperazione interregionale a lungo termine, proiettando l’Ue come la potenza geoeconomica del Mediterraneo e dei suoi dirimpettai.