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Military Mobility. L’Europa verso uno “Schengen militare” per la Difesa comune

Il 19 novembre 2025, la Commissione europea e l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri hanno presentato una Joint Communication sulla Military Mobility che rappresenta una svolta storica per la Difesa europea. Il documento propone la creazione di un’area di mobilità militare a livello Ue entro la fine del 2027, come primo passo verso il raggiungimento progressivo di uno “Schengen militare” nelle dimensioni regolamentare, infrastrutturale e delle capacità. L’analisi del Generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi

Nel contesto di sicurezza globale in rapida evoluzione, la military mobility è un elemento cruciale per garantire la capacità di deterrenza e di risposta dell’Europa. L’invasione russa dell’Ucraina ha fornito un nuovo senso di urgenza per assicurare movimenti militari rapidi all’interno dell’Ue e permettere alle forze armate di rispondere velocemente a minacce o emergenze. Come sottolineato nel documento citando la Dichiarazione Schuman del 1950, “la pace nel mondo non può essere salvaguardata senza fare sforzi creativi proporzionati ai pericoli che la minacciano”. Questa massima è oggi più valida che mai, soprattutto in un momento in cui l’impegno americano in Europa si sta progressivamente riducendo, rendendo essenziale un’autonomia strategica europea più forte.

Le barriere attuali: un sistema frammentato

Nonostante i progressi compiuti dal 2018 con i primi Action Plans, persistono barriere significative alla mobilità militare effettiva nell’Ue. Le regole nazionali sono spesso divergenti, frammentate e non armonizzate, e le procedure di sdoganamento possono creare ritardi significativi. Le infrastrutture di trasporto dell’Ue sono insufficientemente adattate alle esigenze dual-use, con ponti e tunnel inadeguati per veicoli militari pesanti e sovradimensionati.

I tempi richiesti per ottenere permessi per il trasporto militare transfrontaliero variano drasticamente: alcuni Stati membri richiedono quarantacinque giorni di preavviso, ben oltre i tre giorni lavorativi impegnati nel Military Mobility Pledge del 2024. Inoltre, il trasporto militare spesso coinvolge merci pericolose e carichi anomali che richiedono pianificazione adeguata, ma i processi sono lenti e disparati, con accordi ad hoc tra Stati che possono richiedere settimane.

Semplificazione normativa e procedurale

Il pacchetto Military Mobility cerca di fornire soluzioni concrete e propone un insieme unico di regole per le procedure di autorizzazione al trasporto militare transfrontaliero, includendo sdoganamenti diplomatici e trasporto di merci pericolose e carichi sovradimensionati, con tempi di preavviso ridotti e modelli standardizzati. Un elemento innovativo fondamentale è che i permessi saranno validi fino a revoca, eliminando la necessità di rinnovi annuali e garantendo maggiore prevedibilità e stabilità operativa.

Il sistema Emers: la corsia preferenziale

Il documento propone l’European Military Mobility Enhanced Response System (Emers), che attiverà un quadro di risposta rafforzato in caso di emergenze quando le procedure standard risultano insufficienti. Emers potrà essere attivato dal Consiglio entro 48 ore, su proposta della Commissione. Quando attivato, garantirà accesso prioritario a livello Ue alle reti di trasporto, alle infrastrutture e ai servizi per tutte le operazioni militari, con deroghe specifiche su regole di cabotaggio, tempi di guida e periodi di riposo per operatori civili.

Investimenti infrastrutturali

Nel marzo 2025, il Consiglio ha adottato quattro corridoi multimodali prioritari per movimenti di grande scala con breve preavviso. La Commissione ha proposto un aumento di dieci volte del budget nel Cef Connecting Europe Facility (Meccanismo per collegare l’Europa) all’interno del prossimo Mff – Multiannual Financial Framework (Quadro Finanziario Pluriennale), con 17,65 miliardi di euro per infrastrutture dual-use Ten-T – Trans-European Transport Network (Rete Trans-Europea di Trasporto). Sono stati identificati 500 progetti “hotspot” con necessità di investimento stimate intorno ai 100 miliardi di euro per interventi urgenti sui corridoi prioritari.

Capacità di trasporto e cooperazione Eu-Nato

Il “Military Mobility Solidarity Pool” coprirà capacità di trasporto attraverso tutte le modalità. Gli Stati membri potranno registrare volontariamente le proprie capacità militari e quelle contrattate con operatori civili, rendendole accessibili a tutti. L’Unione potrà inoltre registrare capacità aggiuntive nel pool. L’Ue continuerà a rafforzare la cooperazione con la Nato sulla military mobility, rispettando principi concordati e prerogative nazionali. Nel processo Emers, la Commissione si impegnerà con la Nato, informandola dell’attivazione. Questo approccio assicura coerenza e interoperabilità tra i meccanismi di risposta Eu e Nato.

Conclusione

Il pacchetto segna un passo decisivo verso la rimozione delle barriere alla military mobility. In un contesto geopolitico instabile, con la guerra in Ucraina e il ripensamento del ruolo Usa nella sicurezza europea, lo “Schengen militare” non è solo una metafora: è una necessità strategica per garantire la sicurezza dei cittadini europei nel XXI secolo.

 


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