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Enel, Metroweb, Telecom, Wind, Vodafone. Tutti gli schieramenti per la banda larga

Nell’attesa che il regolatore definisca come procedere alla costruzione dell’infrastruttura per la Rete a banda ultra larga, Telecom e Enel proseguono con i propri investimenti in fibra e si portano avanti nello studio della joint venture in una sorta di concorrenza che cela frizioni e tensioni. Il loro slancio nelle aree a fallimento di mercato dipenderà dal quadro regolatorio e dalle condizioni di accesso alla Rete pubblica. E un ruolo importante toccherà a Metroweb. Ma siamo sicuri che differenziare la strategia nelle aree meno profittevoli da quelle più redditizie sia la scelta giusta? Simone Bonannini, amministratore delegato di Interoute, ha, ad esempio, un’altra idea.

COSA CAMBIA CON LA DELIBERA DELL’AUTORITÀ PER L’ENERGIA

Dopo il via libera dell’Autorità per l’energia, che l’8 marzo ha approvato le specifiche tecniche dei contatori digitali di nuova generazione che l’Enel intende sostituire in 30 milioni di abitazioni, Enel, con molta probabilità assieme a Wind e Vodafone, potrà presentare un piano congiunto per portare la banda larga, inizialmente, in 250 città nelle aree più redditizie. Il collegio guidato da Guido Bortoni ha autorizzato Enel con una riserva, quella di avviare una verifica sulle caratteristiche di questi prodotti per tenere conto dell’evoluzione delle tecnologie, prima della scadenza del mandato del consiglio, prevista nel febbraio 2018. “La questione controversa riguarda la possibilità di migliorare le prestazioni dei contatori con prodotti che siano in grado di dialogare con varie tecnologie, e consentano una lettura in tempo reale del consumo elettrico. Questi misuratori del futuro dovrebbero usare la fibra per trasmettere le informazioni, mentre quelli proposti dal gruppo elettrico utilizzano prevalentemente cavi elettrici e consentono letture via web che hanno uno scarto temporale di 24-30 ore”, ha spiegato Laura Serafini sul Sole 24 ore.

Alla sostituzione dei misuratori sono collegati i vantaggi in termini di costi della posa delle fibra. Starace ha chiarito che le sinergie con la sostituzione dei contatori ci sono solo per i costi di cablaggio, non per quelli di sostituzione dei contatori. “Il contatore funziona con o senza fibra ottica”, – ha chiarito Starace -. “C’è invece sinergia dal punto di vista dei costi di installazione della fibra “, ha precisato il manager.

LA STRATEGIA DI ENEL

A margine del premio Uomo dell’anno di Staffetta Quotidiana il numero uno della energy company ha annunciato che i primi cantieri di Enel saranno inaugurati a maggio, e il piano partirà dalle città presenti in aree non a fallimento di mercato. I progetti, inoltre,  saranno portati avanti “insieme con altri operatori telefonici” attraverso la newco Open Fiber che sarà guidata da Tommaso Pompei. “Per le aree C e D dobbiamo aspettare le gare”, ha detto Starace annunciando che il piano per la posa della fibra ottica sarà portato all’esame del cda del 22 marzo, convocato per l’approvazione dei dati di bilancio 2015. “Se portiamo il piano in cda è perché l’abbiamo condiviso” con altre telco, ha puntualizzato Starace. Oltre a Wind e/o Vodafone fra i “partner” potrebbe esserci anche Metroweb.

I PIANI DI TELECOM

Anche per Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, il futuro è nella banda larga: “Siamo focalizzati sul miglioramento delle efficienze e dell’infrastruttura. Oggi siamo arrivati a 948 comuni coperti con banda ultralarga, a fine marzo arriveremo a 1.000. Crediamo che il futuro sia nelle bandalarga e lavoriamo pancia a terra per raggiungere i nostri obiettivi”, ha detto nei giorni scorsi Recchi, smentendo le indiscrezioni sulla fusione tra Telecom Italia e Orange.
Recchi non ha escluso però un’ipotetica collaborazione con altri operatori sulla Rete a banda ultralarga: “Con Enel c’è un lavoro in corso per capire le possibili sinergie – ha dichiarato il presidente di Telecom Italia – aspettiamo però il regolatore che deve dettare i parametri di prezzo e accesso alla rete”.
Ma Telecom è più interessata a costruire le infrastrutture o ad affittarle? “Non siamo condannati a costruire ovunque”, ha detto il presidente di Telecom in un incontro con la stampa. “Siamo ben felici di collaborare dove ci siano già cavi in fibra”.

LE MANOVRE CON METROWEB

Metroweb, la società della fibra milanese, non potrà restare a guardare. “La presentazione di un piano congiunto tra Enel, Vodafone e Wind costituirà un passaggio cruciale anche per Metroweb, i cui vertici in più occasioni hanno dichiarato di parlare con tutti gli operatori e di essere pronti a valutare il miglior piano sulla banda larga che venisse presentato2, ha scritto Laura Serafini su Il Sole 24 Ore osservando che “poiché non è pensabile che possano camminare di pari passo due piani alternativi per la cablatura del paese, uno di Enel&C. e l’altro di la società controllata da F2i e dal Fondo strategico dovrà fare una scelta e decidere con chi andare”. Possibilmente prima che Enel cominci a posare fibra nelle città.

LA SOLUZIONE DI BONANNINI

E se invece la Rete restasse pubblica in tutto il territorio italiano? La proposta lanciata dell’amministratore delegato di Interoute in una conversazione con Formiche.net porta all’estremo la decisione del governo di mantenere nelle mani dello Stato la proprietà della rete nelle aree a fallimento di mercato: “Fare una rete pubblica in fibra spenta che poi viene messa a disposizione di tutti sul modello di quello che Metroweb fa a Milano, a parità di condizioni per tutti gli operatori”, è in sintesi l’idea di Bonannini.
Restando con i piedi per terra, ecco le mosse suggerite da Bonannini: fare un censimento, un catasto delle infrastrutture, per individuare dove andare ad investire; Enel, che ha fatto una società di scopo, l’Enel Open Fiber, dovrebbe muoversi in modo coordinato con Infratel, essendo lo Stato l’azionista di riferimento. E quindi evitare di investire nelle stesse zone. Mentre Telecom, potrebbe risparmiare cifre considerevoli, rinunciando ad investire in infrastrutture e affittandole al bisogno.

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