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Addio al costituzionalista Beniamino Caravita di Toritto

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Beniamino Caravita
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Rocco Buttiglione Beniamino Caravita
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Sabino Cassese e Beniamino Caravita
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Beniamino Caravita e Giovanni Guzzetta
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E’ morto a 67 anni, a causa di una grave malattia, il costituzionalista Beniamino Caravita di Toritto, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Scienze politiche della Sapienza università di Roma. “Tutto il personale si stringe attorno alla famiglia e partecipa al suo dolore”, si legge in una comunicazione dell’ateneo romano dove domani sarà allestita la camera ardente dalle 14:30 alle 18:30.

“La scomparsa di Beniamino Caravita mi addolora nel profondo”, ha commentato il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che poi ha aggiunto: “Se ne va un vero studioso del diritto, un punto di riferimento. Beniamino era sempre acuto, garbato e disponibile. Con lui ho condiviso analisi politiche, riflessioni su vicende complesse, come momenti più leggeri. Il Paese piange un eminente costituzionalista, io piango un amico”.

Commosse anche le parole di Maria Elena Boschi, già ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme costituzionali, oggi presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera: “Da avvocato, docente e uomo delle istituzioni, ha saputo dedicare la sua vita alla conoscenza e al rispetto della nostra Carta fondamentale, rivolgendo il suo impegno al confronto, al dialogo e all’analisi della complessità. Alla sua famiglia e ai suoi cari  rivolgo le più sentite condoglianze”.

Qualche mese fa, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla proclamazione di Roma a capitale d’Italia, lo avevamo intervistato su Formiche.net: “Il nuovo assetto istituzionale dovrebbe consentire di proiettare la città nel futuro, ai prossimi 150 anni da capitale d’Italia. Quello di Roma, certo, è un problema di risorse e di funzioni, ma alla base di tutto ci devono essere le idee sul modello di città che vogliamo, sulle direzioni che deve assumere il suo sviluppo, sulle modalità di gestione dei servizi, su come renderla più vivibile e eguale, su come porsi concretamente al servizio del Paese”. Solo in questo modo – aveva concluso Caravita – “potrà giungere definitivamente a compimento quel processo di costruzione dello Stato nel nostro Paese che risulta ancora incompleto”.

 

 

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