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Cena napoletana con Di Maio e Manfredi a Palazzo Farnese. Foto di Pizzi

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Myrta Merlino, Marco Tardelli
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Gaetano Manfredi, Myrta Merlino
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Luigi Di Maio, Myrta Merlino
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Luigi Di Maio, Myrta Merlino
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Luigi Di Maio, Myrta Merlino
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Luigi Di Maio, Gaetano Manfredi
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Luigi Di Maio, Gaetano Manfredi
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Gaetano Manfredi, Luigi Di Maio
Giada Santasilia, Helene Masset
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Giada Santasilia, Helene Masset
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Helene Masset, Christian Masset, Gaetano Manfredi
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Gaetano Manfredi, Myrta Merlino, Marco Tardelli
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Gaetano Manfredi, Myrta Merlino, Marco Tardelli
Giandomenico Magliano, Giada Santasilia
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Giandomenico Magliano, Giada Santasilia
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Giada Santasilia, Christian Masset
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Gaetano Manfredi
Giandomenico Magliano, Giada Santasilia, Christian Masset
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Giandomenico Magliano, Giada Santasilia, Christian Masset
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Giandomenico Magliano, Giada Santasilia, Christian Masset
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Christian Masset, Gaetano Manfredi
Giada Santasilia, Helene Masset
Giandomenico Magliano, Giada Santasilia
Giandomenico Magliano, Giada Santasilia, Christian Masset

Una cena in onore dei napoletani nella sede dell’ambasciata francese in Italia, Palazzo Farnese.

Come si legge sul sito dell’ambasciata, “la costruzione di Palazzo Farnese è iniziata nel 1513 su richiesta del cardinale Alessandro Farnese (1468-1549), eletto pontefice il 13 ottobre 1534 con il nome di Paolo III. Per l’edificazione occorreranno in tutto settantasei anni di lavori (1513-1589) con l’intervento di quattro architetti di fama tra cui Sangallo il Giovane e Michelangelo. Alla morte di Paolo III, il Palazzo passa a suoi discendenti”.

È con Elisabetta Farnese (1692-1766), ultima discendente diretta e sposa di Filippo V di Spagna, che il Palazzo entra a far parte del patrimonio della famiglia Borbone di Napoli. Poco dopo l’Unità d’Italia il palazzo verrà affittato per ospitare l’ambasciata francese, e così da quel momento continuerà ad ospitarla.

Per questo la cena in onore di grandi personalità provenienti da Napoli, come il sindaco del capoluogo Campano Gaetano Manfredi. Presente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la giornalista Myrta Merlino.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata

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