Roma, Villa Taverna. All’ombra della bandiera americana, radunata all’ambasciata per la festa del 4 luglio, la politica italiana sotterra l’ascia di guerra. La jazz session sul palco, interrotta solo dal saluto alla bandiera e dalle note di Mameli e The Star-Spangled Banner, soffoca gli scricchiolii del governo Draghi, che restano alla porta.
Sfilano tutti per salutare il chargé d’affairs Thomas Smitham in partenza e il nuovo arrivato, Shawn Crowley. Con loro, evento eccezionale, c’è Nancy Pelosi, speaker del Congresso e pilastro portante dei democratici americani, a Roma per una visita istituzionale. La manca di un attimo Matteo Salvini, in fila con qualche minuto di anticipo, stretto a Francesca Verdini, la cerca chiunque, dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio – “un grande americano”, scherza Pelosi con un lapsus – al titolare della Difesa Lorenzo Guerini. Passeggia serena Giorgia Meloni, che con le stelle e le strisce ha ormai una certa confidenza.
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Quest’anno niente capannelli di cronisti, dichiarazioni strappate e frecciatine tra i leader di partito, che si concedono più facilmente alla brace che agli obiettivi dei fotografi. Fa eccezione ovviamente Umberto Pizzi: qui la gallery degli ospiti “pizzicati” a Villa Taverna.